Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Edoardo Bennato: domani in tv racconto la mia vita da «favola»

Su Rai 2 in onda una puntata di «Unici» dedicata al grande cantautore partenopeo «Agli inizi mi dissero di fare l’architetto: la mia voce era sgraziata e fuori mercato Mi costruii un tamburello a pedale, un reggi armonica e iniziai a suonare in strada»

- Carmine Aymone

«La mia vita è unica, una favola, così come la musica. Mi posso considerar­e fortunato, anche se dall’inizio avevo previsto delle attività parallele di riserva». Così Edoardo Bennato domani sera (alle 21,20) protagonis­ta su Rai 2 di una puntata di «Unici» intitolata «Edoardo Bennato tra Rossini e rock’n’roll», scritta e diretta da Giorgio Verdelli.

Tanti i record per il grande cantautore napoletano che è stato il primo artista italiano a riempire gli stadi, prima di Vasco Rossi e Luciano Ligabue e fu il primo italiano a esibirsi, nel 1976 al Montreux Jazz Festival. «Un’estate italiana» (con Gianna Nannini), sigla dei Mondiali di calcio di Italia ‘90, è il singolo più venduto in Italia di tutti i tempi. Il suo lp «Burattino senza fili» (1977) è stato il primo di un cantautore a vendere un milione di copie, il primo in Italia per cui sono stati realizzati dei video, ben 4 («Mangiafuoc­o», «In prigione», «La fata», «Tu grillo parlante»).

«Dalla metà degli anni ’60 – ricorda – mi muovevo tra le case discografi­che di Roma e Milano. Dopo nove anni duri, riuscii a pubblicare nel 1973 ”Non farti cadere le braccia”. Ma un giorno mi telefonò il direttore della Ricordi Salvini dicendomi: “Le radio non passano le tue canzoni perché dicono che hai una voce sgraziata, il mercato non vuole ciò che è brutto o bello e noi facciamo commercio”. Mi tolsero il contratto consiglian­domi di fare l’architetto. Mi costruii un tamburello a pedale che

utilizzava John Hammond Jr, un reggi armonica e iniziai a suonare in strada a Roma, dove mi notarono dei giornalist­i di “Ciao 2001” che mi iscrissero a un Festival a Civitanova Marche. Lì, eseguii brani come “Ma che bella città”, dall’attitudine punk. Quando scesi dal palco, ebbi la percezione che la lobby culturale mi aveva dato quella patente che mi era stata tolta dal mondo radiofonic­o e discografi­co».

«Sarà uno speciale di due ore – dice Verdelli - in cui metteremo a fuoco le sfaccettat­ure di un personaggi­o geniale e complesso con l’aiuto di testimonia­nze inedite: dalla Maionchi a Pieraccion­i, da Morgan ad Arbore. E ancora il fratello Eugenio, Toni Esposito, la sovrintend­ente del San Carlo Rosanna Purchia, i giornalist­i Sandro Ruotolo e Franco Di Mare, gli attori Cristina Donadio e Massimilia­no Gallo».

Un ritratto originale anche nella scelta dei set delle interviste, una terrazza a Posillipo, il pontile di Bagnoli, il San Carlo, l’Auditorium di Roma, dove Bennato ha dato vita ad alcuni live. Nella sua storia, Bennato ha incrociato artisti come Battisti tra il pubblico della sua prima apparizion­e in tv.

«Per la Numero Uno, etichetta di Mogol e Battisti racconta -, incisi tre 45 giri. I miei testi nascono da un’analisi del quotidiano. All’inizio ero influenzat­o da artisti e scrittori americani come Chuck Berry, Bo Didley, B.B. King, Bob Dylan, Kerouack, Ginsberg, Burroughs. Poi me ne sono distaccato, in favore di uno stile tutto mio».

Storie personali e musicali che diventano uno spaccato di quegli anni ’70, in cui faceva l’one man band, suonando chitarra, armonica, kazoo e il tamburello a pedale, reinventan­do la figura del cantautore, mescolando l’irriverenz­a e l’energia del rock al di sopra delle parti e dei colori, la lezione di Dylan con l’umorismo e la tradizione di Napoli, che proprio in quegli anni viveva una stagione di splendore musicale.

Nel programma, incentrato molto sugli inizi di carriera di Bennato, si parla anche della sua amicizia con Fabrizio De André. «Spesso quello che ho detto con la mia chitarra , usata a mo’ di spada, ha fatto paura - conclude - e questo valeva anche per Fabrizio e per le sue parole. In lui ho sempre rivisto la mia stessa trasparenz­a di pensiero e la repulsione per qualsiasi forma di approssima­zione».

 ??  ?? In centinaia in coda per ore per poter avere un oggetto di Liberato, il cantante, ancora senza volto, che ieri a Napoli ha aperto il suo temporary shop. Ai Quartieri Spagnoli, negli spazi culturali di Casa Forte, i fan hanno potuto acquistare, oltre al disco dell’artista, i suoi gadget: borse in tela, accendini, adesivi, poster, t-shirt e felpe. Come è accaduto già a Milano, Liberato aveva dapprima annunciato su Instagram l’iniziativa di Napoli, senza però dire dove. Solo in un secondo momento e sempre sul social ha comunicato il luogo. E sono rimasti tutti soddisfatt­i, anche se in molti pensavano che proprio ieri lui sarebbe stato presente, svelando la propria identità. La (grande) attesa ora si concentra tutta sul concerto del 22 giugno a Roma, dopo quello dello scorso anno alla Rotonda Diaz.
In centinaia in coda per ore per poter avere un oggetto di Liberato, il cantante, ancora senza volto, che ieri a Napoli ha aperto il suo temporary shop. Ai Quartieri Spagnoli, negli spazi culturali di Casa Forte, i fan hanno potuto acquistare, oltre al disco dell’artista, i suoi gadget: borse in tela, accendini, adesivi, poster, t-shirt e felpe. Come è accaduto già a Milano, Liberato aveva dapprima annunciato su Instagram l’iniziativa di Napoli, senza però dire dove. Solo in un secondo momento e sempre sul social ha comunicato il luogo. E sono rimasti tutti soddisfatt­i, anche se in molti pensavano che proprio ieri lui sarebbe stato presente, svelando la propria identità. La (grande) attesa ora si concentra tutta sul concerto del 22 giugno a Roma, dopo quello dello scorso anno alla Rotonda Diaz.
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Protagonis­ta Bennato è il primo italiano a riempire stadi «Un’estate italiana» è il singolo più venduto in Italia, «Burattino senza fili» il primo lp d’autore arrivato a 1 milione di copie

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