Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mertens e Callejon, la classe 1987 che migliora e resiste

- Ciro Troise

NAPOLI Il numero 87 per la storia del Napoli non è un numero «normale», il 10 maggio del 1987 si vinse il primo scudetto, una data che esprime nella memoria collettiva il sogno che si realizza, la sensazione per una tifoseria di conoscere finalmente il gusto del trionfo. 87 non è un numero di poco conto neanche per il Napoli di De Laurentiis: è nato a luglio di quell’anno, dopo lo scudetto di Maradona, un simbolo come Marek Hamsik che domenica ha segnato il suo primo gol al Dalian. Non c’è più Hamsik ma la classe ’87 ha ancora un grosso peso nella rosa del Napoli. Nato nello stesso anno anche Dries Mertens. «Voglio essere ancora più importante per la squadra, ho avuto un po’ più di difficoltà per cambiare modulo e guadagnarm­i il posto il posto, ma alla fine l’ho trovato, penso che il nuovo sistema offensivo funziona bene. Ho ancora un anno di contratto e sto qua, non credo sia stata la mia ultima partita. Vogliamo sempre fare meglio ma non è sempre facile quando cambi allenatore, abbiamo provato e dobbiamo continuare ed essere lì quando gli altri sbagliano», così l’attaccante belga ha salutato la stagione dopo la sconfitta di Bologna.

La clausola di 28 milioni di euro che scade il 15 giugno non rappresent­erebbe un grande pericolo al momento, Ancelotti punta su Mertens che vuole restare a Napoli, poi si vedrà se ci saranno i margini per prolungare il contratto. I numeri premiano il belga, è stato l’attaccante più incisivo del Napoli con 19 gol e 13 assist, ha contribuit­o, quindi, al 33,7% delle 92 reti messe a segno dagli azzurri. Mertens ha nel mirino la vetta della classifica all time dei marcatori del Napoli, è al terzo posto con 109 gol, a -6 da Maradona e a -12 da Hamsik. Il Napoli ha segnato cinque gol in meno rispetto alla scorsa stagione, pesa anche il -8 di Callejon (l’altro nato nel 1987) rispetto al bottino di un anno fa. Ci sono tante occasioni fallite sotto porta da Josè nell’archivio della stagione anche in gare decisive: a Torino contro la Juventus all’andata, ad Anfield o contro l’Arsenal al ritorno ad inizio gara, quando poteva prendere corpo la rimonta ma bisogna rendersi conto che il lavoro tattico svolto da Callejon è completame­nte differente rispetto al passato. Il baricentro è più basso, nella seconda parte della stagione Ancelotti gli ha chiesto di venire più dentro al campo per liberare la fascia al terzino destro e così consentire al Napoli d’attaccare in ampiezza, la sua missione è meno concentrat­a sulla finalizzaz­ione dell’azione e più sulla costruzion­e del gioco. Lo dimostra un dato: con quindici assist Callejon è il miglior rifinitore del Napoli, con 10 passaggi vincenti in serie A solo il Papu Gomez ha fatto meglio. Si lavora per prolungare il suo contratto fino al 2022, c’è la volontà delle parti che stanno discutendo della prima proposta su cui non c’era ancora l’accordo. Il Napoli ha un’anima spagnola che potrebbe anche crescere: piace Victor Camarasa, centrocamp­ista classe ’94 del Betis Siviglia in prestito al Cardiff City in questa stagione che piace ad Ancelotti e Giuntoli ma non c’è la totale condivisio­ne da parte di tutto lo staff tecnico. La fase di stallo potrebbe favorire altri club italiani che hanno già avuto contatti.

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Attacco Mertens e Callejon le «certezze» del Napoli del prossimo anno

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