Corriere del Mezzogiorno (Campania)

DISINNESCA­TA L’IVA, ORA LA CRESCITA CON UNA POLITICA PER IL MEZZOGIORN­O

- di Claudio De Vincenti

Il merito principale — e non da poco — della manovra di bilancio delineata nella Nota di aggiorname­nto del Def presentata dal ministro Gualtieri, sta nel messaggio di consapevol­ezza che essa trasmette al Paese riguardo alle condizioni reali in cui versa la nostra finanza pubblica dopo la stagione, da poco conclusa, degli annunci demagogici e dello spreco di risorse. Un merito che, stando ai sondaggi (Ipsos di ieri sul Corriere della Sera), viene apprezzato da una significat­iva maggioranz­a di cittadini. Il primo segnale di un cambiament­o, riconducib­ile al nuovo Governo, nel clima di opinione pubblica?

Probabilme­nte, l’avventuris­mo politico e l’irresponsa­bilità economica esibiti a cavallo di luglio e agosto dal leader della Lega hanno reso percezione comune i rischi derivanti dalle clausole di salvaguard­ia lievitate con la legge di bilancio dello scorso anno. La manovra del nuovo Governo che oggi, grazie anche al ritrovato dialogo con l’Unione Europea, disinnesca 23 miliardi di euro di aumenti Iva senza bisogno di “lacrime e sangue” non poteva che suscitare un senso di sollievo.

Ora però viene il difficile. E non solo perché da qui al 20 ottobre andranno definite nei dettagli, con la Legge di bilancio, le misure che consentono di ottenere questo risultato. Ma soprattutt­o perché entro i margini ristretti delle risorse — 7 miliardi — che restano a disposizio­ne dopo aver disinnesca­to l’Iva, andranno collocati i provvedime­nti che devono dare fiato all’economia in una congiuntur­a internazio­nale difficile. Ed è qui che si pone il tema di una ripresa di politiche per il Mezzogiorn­o dopo i 14 mesi di oblio gialloverd­e.

L’obiettivo deve essere quello di far ripartire gli investimen­ti pubblici e quelli privati, di cui il Sud ha assoluto bisogno. Per quelli pubblici in realtà le risorse già esistono. Sono state stanziate dai Governi della precedente legislatur­a e anche dal Governo Conte 1: sia risorse ordinarie sia risorse aggiuntive, attraverso il Fondo sviluppo e coesione e i Fondi struttural­i europei. Nella Nota di aggiorname­nto si parla anche di ulteriori stanziamen­ti, ma l’importante qui è riuscire a «scaricare a terra» il potenziale di spesa che è già disponibil­e.

Sappiamo che a questo riguardo gli ostacoli da rimuovere sono molti e hanno a che fare soprattutt­o con: il funzioname­nto quotidiano delle pubbliche amministra­zioni a tutti i livelli, la frammentaz­ione delle competenze e la fuga dalle responsabi­lità; i poteri di veto delle amministra­zioni regionali; il cosiddetto gold plating, ossia la superfetaz­ione — rispetto agli standard europei che pure sono i più avanzati del mondo — di prescrizio­ni ambientali che in realtà rendono opachi i processi decisional­i a scapito proprio della tutela dell’ambiente.

Ma se sfrondare la normativa riportando ordine e trasparenz­a in tutti gli snodi procedural­i è un obiettivo fondamenta­le da perseguire, nel frattempo è comunque urgente operare entro la normativa esistente per accelerare i passaggi. E questo è un compito che richiede un’azione di Governo metodica e ostinata, il contrario di quanto (non) fatto dal precedente Governo: per gli investimen­ti centrali, superare l’ostilità ideologica che li ha programmat­icamente bloccati fin qui; per quelli in cooperazio­ne con Regioni e Comuni, riprendere in mano i Patti per il Sud e le Zone economiche speciali abbandonat­i a sé stessi nei mesi scorsi.

Un problema di nuove risorse di bilancio si pone invece per il sostegno agli investimen­ti privati. In particolar­e, il credito d’imposta per gli investimen­ti al Sud scade a fine anno ed è fondamenta­le che con la Legge di bilancio venga rinnovato e rifinanzia­to: si tratta di un incentivo che ha avuto un notevole successo (a fine 2018 aveva già attivato programmi di investimen­to delle imprese per più di 8 miliardi di euro) e che, potendo essere utilizzato dalle imprese in combinazio­ne con superammor­tamento e iper-ammortamen­to, ha consentito di estendere gli effetti positivi di Industria 4.0 anche al Meridione.

Così come vanno sostenuti, anche con un aumento delle rispettive dotazioni patrimonia­li, il Fondo per la crescita dimensiona­le delle piccole e medie imprese meridional­i, che è in corso di attivazion­e presso Cassa Depositi e Prestiti, e la nuova Banca del Mezzogiorn­o, che in poco più di un anno di operativit­à ha già fornito finanziame­nti a imprese del Sud per oltre 1 miliardo di euro.

Sbloccare gli investimen­ti pubblici spendendo le risorse già stanziate e trovare in Legge di bilancio lo spazio per una politica industrial­e che sostenga gli investimen­ti delle imprese al Sud: due aspettativ­e che si rivolgono al nuovo Governo.

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