Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Gara non qualsiasi che è già diventata una partita a scacchi

L’ex Mazzarri e il Napoli, Ancelotti e le scorie post Champions

- di Monica Scozzafava

Nemiche in un pomeriggio di autunno, con il coltello tra i denti. Come se si trattasse di una finale. Il destino mette di fronte due squadre: il Napoli di Ancelotti (e in un tempo non lontano di Mazzarri) che ha bisogno urgente di certezze e soprattutt­o di punti per non staccarsi o (più ottimistic­amente) anche avvicinars­i alle prime della classe Inter e Juve, e il Torino di Mazzarri, di Izzo e di Simone Verdi (quanti intrecci), mortificat­o dall’ultima sconfitta contro il Parma. Il risultato della sfida è fondamenta­le per le ambizioni (diverse) di entrambe, nonostante ottobre non sia già tempo di bilanci. Eppure lo è talmente tanto che i due allenatori hanno già iniziato la partita, per ora di scacchi più che di calcio. La vigilia, loquace, per il Torino e silenziosa per il Napoli, è stata la prima occasione per nascondere le carte. Ancelotti lo ha fatto sul campo di allenament­o di Castel Volturno nell’ultima rifinitura, provando e riprovando una formazione inedita. L’effetto sorpresa: togliere un centrocamp­ista per un attaccante in più (nell’articolo sopra sono spiegate le mosse dell’allenatore del Napoli). Dall’altra parte Mazzarri che ha spiegato in conferenza che «non darò un vantaggio al Napoli, scoprirete poi come giocheremo». Toni pacati e anche un po’ nostalgici per chi ha trascorso a Napoli quattro anni e mai ha dimenticat­o le prime imprese sportive: prima volta al secondo posto in campionato, prima volta agli ottavi di Champions.

Certi amori non finiscono, è il caso di dire. E Mazzarri non si preoccupa neanche di nascondere i sentimenti. Stasera però sarà battaglia, il suo Toro ha un’anima e un cuore e darà filo da torcere a un avversario che ha sì un potenziale tecnico superiore, ma è chiamato però alla sfida del riscatto di gruppo dopo le ultime prestazion­i non esaltanti. Dopo le frizioni (già chiarite) tra l’allenatore e il capitano Insigne. Il paradosso è che Torino-Napoli sarà una partita delicata, pur non decidendo nulla in chiave campionato.Tra Ancelotti e Mazzarri c’è stima e rispetto, c’è un sottile filo rosso che attraversa il cuore e che può rappresent­are la spinta emotiva. Il valore aggiunto, per sovvertire la statistica che vede gli azzurri vittoriosi al Grande Torino negli ultimi quattro confronti. Il gallo Belotti contro il Napoli però ha sempre cantato, ma anche Dries Mertens si è fatto valere contro i granata addirittur­a con un poker. I due capitani? Altra bella storia: Insigne e Izzo, napoletani e anche amici, scugnizzi e ambiziosi, il duello non è scontato. Torino-Napoli insomma, sarà la sfida del cuore che va giocata con la testa. La posta in palio, tre punti, hanno un peso specifico enorme. Mazzarri e Ancelotti, così diversi, uniti da un destino insolito, in una sera d’autunno.

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In panchina Walter Mazzarri e Carlo Ancelotti, allenatori tra i quali c’è un rapporto di stima e rispetto si confrontan­o oggi allo stadio Grande Torino

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