Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Raccolta differenziata La città è maglia nera
NAPOLI Napoli è il fanalino di coda tra i comuni capoluogo della Campania per la raccolta differenziata. Il dato, per quanto prevedibile, resta sconfortante: nel 2018 solo il 35 per cento dei rifiuti depositati nella metropoli, infatti, è stato preventivamente selezionato. Più virtuoso il comportamento dei cittadini casertani, che hanno raggiunto il 48 per cento di raccolta differenziata; a Salerno si è arrivati al 60, a Benevento al 63, tutte percentuali comunque inferiore alla soglia del 65 per cento che rappresenta il limite di legge, superato solo da Avellino col 71 per cento. Questi e altri dati sono contenuti nel dossier sui Comuni ricicloni Campania diffusi da legambiente.
Nella Regione solo 85 comuni sono risultati «rifiuti free». Con questa espressione si indicano i comuni a bassa produzione di rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento: la quantità di secco pro capite prodotta in un anno non deve superare i 75 chili. Sono 247, invece i comuni ricicloni, quelli cioè che hanno superato il succitato limite minimo del 65 per cento. Una buona notizia: in termini numerici i centri che hanno rispettato gli obblighi di legge sono aumentati di 9 unità. Tra i comuni ricicloni la maggior parte è concentrata in provincia di Benevento (42,4 per cento), al secondo posto c’è quella di Salerno (40), seguita dall’Irpinia (12,9), da Terra di Lavoro e dal Napoletano (2,4).
Ed ecco il quadro generale. In Campania, secondo i dati dell’Osservatorio regionale dei rifiuti, nel 2018 sono state prodotte 2,6 tonnellate di rifiuti urbani, di cui il 52,7 per cento raccolte in maniera differenziata. Dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, la metà sono costituite da organico: 682.132 tonnellate di cui il 90 per cento continua a essere trasportata fuori regione, a causa della mancanza di impianti sul territorio. I rifiuti urbani indifferenziati invece, sono 1.232.087 tonnellate pari al 47,3 per cento del totale con una produzione pro-capite di indifferenziato di 212,37 chili.
«In Campania - ha detto Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - la gestione dei rifiuti, prevenzione raccolta, recupero e smaltimento, continua ad avere un importante potenziale che però stenta a decollare. Un ciclo poco circolare e ancora troppo intrappolato in scarse capacità gestionali, affari al limite della legalità, mancanza di trasparenza e complicati percorsi di accessibilità alle informazioni per i cittadini». Per il presidente nazionale Stefano Ciafani «gestione efficace e ben organizzata, raccolta porta a porta, politiche di prevenzione, tariffazione adeguata per disincentivare la produzione dei rifiuti e aumentare la qualità dei diversi materiali raccolti, sono gli ingredienti fondamentali».