Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’investigatore: nel pubblico scoviamo tanti furbetti Abusano di permessi e 104
Gallo: «L’80% dei controlli rivela irregolarità»
Ogni anno ha la sua
NAPOLI moda in tema di investigazioni private: c’è stato il periodo in cui si pedinavano i mariti fedifraghi, poi è venuta l’epoca dei figli sorvegliati all’uscita dalla scuola e delle aziende in odore di spionaggio industriale. Ora è il tempo dei lavoratori assenteisti.
La conferma arriva da Marco Gallo, salernitano, investigatore privato, vicepresidente per il Sud Italia della Federpol, la Federazione Italiana degli Istituti Privati per le Investigazioni, e ambasciatore per l’Italia della Wad (World Association of Detectives).
Gallo, quanta parte della sua attività oggi riguarda l’assenteismo sul posto di lavoro?
«Direi il 70 per cento, il fenomeno è molto esteso in tutt’Italia, carabinieri e finanza non possono essere investiti anche di questa problematica e fanno per lo più solo controlli a campione».
A lei si rivolgono di più aziende pubbliche o aziende private?
«Sono specializzato per le aziende private, mi chiamano le grosse multinazionali dai 2-300 dipendenti in su. Ma a volte mi capita anche la piccola azienda che straordinariamente richiede il mio intervento».
A Napoli invece sono due società miste come Asìa ed Eav a fare ricorso in questi giorni agli investigatori privati per stanare eventuali
assenteisti. Cosa ne pensa?
«Questa è una buona notizia, una vera e propria inversione di tendenza. Il pubblico ha difficoltà a dare mandato a un investigatore privato, l’Inps o gli ospedali, a livello amministrativo hanno sistemi molto farraginosi. E poi hanno paura di spendere danaro pubblico. Non si rendono conto che invece risparmierebbero tantissimo».
Che cosa le chiedono di controllare?
«I permessi per la legge 104, se i famosi tre giorni di cui il lavoratore si avvale per assistere un congiunto anziano, ammalato o portatore di handicap vengono real
Risparmi
«Fare delle verifiche consente spesso di risolvere situazioni annose che hanno costi pesanti»
mente utilizzati in questo modo o invece sono una scusa per fare altro».
Altro che cosa?
«A me sono capitate persone che invece di aiutare un parente che non stava bene se ne andavano in palestra, oppure a fare la spesa al supermercato oppure addirittura un weekend lungo».
In base alla sua casistica che percentuale c’è di lavoratori infedeli?
«L’85-90 per cento di quelli che controlliamo risultano “positivi”».
Cioè?
«Hanno abusato della legge».
Quanto costa far seguire un proprio dipendente?
«Dipende dal tempo che ti occorre per il pedinamento che resta la prova regina: prima ci voleva almeno una settimana, che scattava dal momento in cui il lavoratore si metteva in malattia. Oggi con la grande diffusione della legge 104 il controllo dura al massimo tre giorni, ogni giorno un report e se i tre report risultano positivi, l’assenteista è stato incastrato. Comunque si spende da un minimo di 500 a un massimo di 1000 euro».