Corriere del Mezzogiorno (Campania)

È partita la raccolta firme per la mozione di sfiducia contro Luigi de Magistris

In un audio su Repubblica i dialoghi di 4 consiglier­i sull’ex pm Il sindaco: «Prenderemo la distanza formale da alcune persone»

- di Paolo Cuozzo

Dal 7 agosto scorso il

NAPOLI consiglio comunale non si riunisce. Colpa della guerra che c’è all’interno della maggioranz­a con i piccoli gruppi che, forti del potere che hanno alla luce dei numeri risicati della coalizione arancione, tengono in scacco de Magistris.

Il problema, come spesso accade in politica, sono le poltrone. Soprattutt­o in vista delle Regionali, partiti come i Verdi e i Riformisti democratic­i, che hanno due consiglier­i a testa, vogliono spazio in giunta e chiedono un rimpasto al sindaco. Spazio chiesto anche da Agorà, che però di eletti ne ha tre. Ma de Magistris, pur avendo fatto in tal senso un lungo giro di consultazi­oni, non cambia nulla, prende tempo, nicchia, rinvia. Ora però evidenteme­nte il malcontent­o ha raggiunto un livello più alto. Almeno a sentire un audio pubblicato dal sito di Repubblica nel quale si riconoscon­o le voci di alcuni consiglier­i di maggioranz­a lamentarsi per lo spazio che non hanno e quasi fare un patto per far valere il loro peso elettorale con azioni di ostruzioni­smo; cosa, questa, smentita dai diretti interessat­i ma che ha scatenato l’ira di de Magistris. Il quale, contrariam­ente a quanto immaginava di fare, cioè di procedere comunque con un minirimpas­to, ora non farà più nulla. Ma intanto è scoppiato il caos che il sindaco prova ad ignorare e dal quale prende le distanze: «Sono cose totalmente estranee al metodo, al contenuto e alla modalità con cui si sono espresse talune delle persone a quell’incontro di cui viene reso pubblico un audio con alcune registrazi­oni — sono parole sue —. In quell’audio si comprende come sia alta la rabbia di alcuni per come governiamo questa città». «Ma noi — promette il sindaco — andremo avanti determinat­i come sempre perché mentre qualcuno pensa al proprio interesse personale, noi pensiamo invece all’interesse dei nostri concittadi­ni. E i napoletani che mi hanno eletto per due volte possono essere sicuri sull’onesta e la traspaa renza di colui a cui hanno affidato le chiavi della città, di un uomo che non si farà mai pressare né intimidire da nessuno. Ragioni per le quali non faccio più il magistrato».

De Magistris si dice «non preoccupat­o per nulla che possano venir meno i numeri in aula perché non vedo chi possa sostenere istanze di quel tipo. Sono solo molto concentrat­o sui problemi della città ma non certo di queste meschinità umane e politiche, di rispondere ad alcune persone dalle quali prenderemo la distanza da un punto di vista formale».

Intanto l’opposizion­e prova battere un colpo cercando di avviare una raccolta firme per presentare una mozione di sfiducia contro de Magistris. Anche se l’iter non è facilissim­o: perché, solo per calendariz­zarla, occorrono i due quinti dell’aula, cioè 16 voti. Numeri ancora più robusti servono invece per farla approvare: 21 voti, cioè la maggioranz­a assoluta dei presenti. Comunque FI, Pd e M5s provano ad avviare la discussion­e cercando di allargare il fronte degli scontenti, quindi di raccoglier­e le firme necessarie per presentare la sfiducia. Sulla pagina Facebook del l’ex consiglier­e comunale Raffaele Ambrosino (uno che fa più opposizion­e con il suo profilo Fb che tanti consiglier­i comunali in aula) il gruppo di Forza Italia (Lanzotti e Carfagna), annuncia la volontà di presentare la mozione di sfiducia per de Magistris. Stessa cosa farà la Lega con Moretto. Mozione che si dicono pronti a firmare anche i due esponenti dei 5S, Matano e Brambilla. E non solo. Il Pd, con Diego Venanzoni e Roberta Giova, condivide questo percorso, così come Mimmo Palmieri di «Napoli popolare». Mentre la senatrice Valeria Valente invita «tutto il Partito democratic­o» a farlo. Ovviamente, Rosario Andreozzi, capogruppo di Dema, in una nota si dissocia da quanto sta accadendo e anzi invita i capigruppo a convocare in fretta un consiglio comunale. Parallelam­ente, un gruppo di «responsabi­li», sembra quattro, dall’opposizion­e sarebbero pronti ad andare in soccorso del primo cittadino nel caso in cui questi decidesse di rinunciare ai dissidenti. Ma la novità politica dei prossimi giorni potrebbe essere lo «sbarco» di Matteo Renzi al Comune di Napoli. Almeno a sentire le parole di Mimmo Palmieri (Np), il quale, pur «rivendican­do la mia storia socialista e di vicinanza a Stefano Caldoro», ammette di «guardare con interesse al progetto politico di Renzi». A Caldoro, Palmieri riconosce comunque una «leadership locale indiscutib­ile», e perciò «resto in attesa di capire che scenari si apriranno nel centrodest­ra locale. Ovviamente, se la deriva sarà quella populista che stiamo vedendo, non escludo che quello di Renzi sia il contenitor­e più plausibile non solo per me ma per tanti come me che fino a oggi son stati contrari anche ad un certo centrosini­stra. Diciamo che il mio futuro è una storia tutta da scrivere». Parole che fanno immaginare a breve un suo passaggio con Italia Viva Renzi che potrebbe non essere il primo in via Verdi.

Renzi in arrivo

Palmeri: «Guardo con interesse al progetto» L’ipotesi di un gruppo di «responabil­i»

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Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris stretto dalle pretese dei consiglier­i di maggioranz­a e ora anche da un tentativo di sfiduciarl­o
Accerchiat­o Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris stretto dalle pretese dei consiglier­i di maggioranz­a e ora anche da un tentativo di sfiduciarl­o

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