Corriere del Mezzogiorno (Campania)
È partita la raccolta firme per la mozione di sfiducia contro Luigi de Magistris
In un audio su Repubblica i dialoghi di 4 consiglieri sull’ex pm Il sindaco: «Prenderemo la distanza formale da alcune persone»
Dal 7 agosto scorso il
NAPOLI consiglio comunale non si riunisce. Colpa della guerra che c’è all’interno della maggioranza con i piccoli gruppi che, forti del potere che hanno alla luce dei numeri risicati della coalizione arancione, tengono in scacco de Magistris.
Il problema, come spesso accade in politica, sono le poltrone. Soprattutto in vista delle Regionali, partiti come i Verdi e i Riformisti democratici, che hanno due consiglieri a testa, vogliono spazio in giunta e chiedono un rimpasto al sindaco. Spazio chiesto anche da Agorà, che però di eletti ne ha tre. Ma de Magistris, pur avendo fatto in tal senso un lungo giro di consultazioni, non cambia nulla, prende tempo, nicchia, rinvia. Ora però evidentemente il malcontento ha raggiunto un livello più alto. Almeno a sentire un audio pubblicato dal sito di Repubblica nel quale si riconoscono le voci di alcuni consiglieri di maggioranza lamentarsi per lo spazio che non hanno e quasi fare un patto per far valere il loro peso elettorale con azioni di ostruzionismo; cosa, questa, smentita dai diretti interessati ma che ha scatenato l’ira di de Magistris. Il quale, contrariamente a quanto immaginava di fare, cioè di procedere comunque con un minirimpasto, ora non farà più nulla. Ma intanto è scoppiato il caos che il sindaco prova ad ignorare e dal quale prende le distanze: «Sono cose totalmente estranee al metodo, al contenuto e alla modalità con cui si sono espresse talune delle persone a quell’incontro di cui viene reso pubblico un audio con alcune registrazioni — sono parole sue —. In quell’audio si comprende come sia alta la rabbia di alcuni per come governiamo questa città». «Ma noi — promette il sindaco — andremo avanti determinati come sempre perché mentre qualcuno pensa al proprio interesse personale, noi pensiamo invece all’interesse dei nostri concittadini. E i napoletani che mi hanno eletto per due volte possono essere sicuri sull’onesta e la traspaa renza di colui a cui hanno affidato le chiavi della città, di un uomo che non si farà mai pressare né intimidire da nessuno. Ragioni per le quali non faccio più il magistrato».
De Magistris si dice «non preoccupato per nulla che possano venir meno i numeri in aula perché non vedo chi possa sostenere istanze di quel tipo. Sono solo molto concentrato sui problemi della città ma non certo di queste meschinità umane e politiche, di rispondere ad alcune persone dalle quali prenderemo la distanza da un punto di vista formale».
Intanto l’opposizione prova battere un colpo cercando di avviare una raccolta firme per presentare una mozione di sfiducia contro de Magistris. Anche se l’iter non è facilissimo: perché, solo per calendarizzarla, occorrono i due quinti dell’aula, cioè 16 voti. Numeri ancora più robusti servono invece per farla approvare: 21 voti, cioè la maggioranza assoluta dei presenti. Comunque FI, Pd e M5s provano ad avviare la discussione cercando di allargare il fronte degli scontenti, quindi di raccogliere le firme necessarie per presentare la sfiducia. Sulla pagina Facebook del l’ex consigliere comunale Raffaele Ambrosino (uno che fa più opposizione con il suo profilo Fb che tanti consiglieri comunali in aula) il gruppo di Forza Italia (Lanzotti e Carfagna), annuncia la volontà di presentare la mozione di sfiducia per de Magistris. Stessa cosa farà la Lega con Moretto. Mozione che si dicono pronti a firmare anche i due esponenti dei 5S, Matano e Brambilla. E non solo. Il Pd, con Diego Venanzoni e Roberta Giova, condivide questo percorso, così come Mimmo Palmieri di «Napoli popolare». Mentre la senatrice Valeria Valente invita «tutto il Partito democratico» a farlo. Ovviamente, Rosario Andreozzi, capogruppo di Dema, in una nota si dissocia da quanto sta accadendo e anzi invita i capigruppo a convocare in fretta un consiglio comunale. Parallelamente, un gruppo di «responsabili», sembra quattro, dall’opposizione sarebbero pronti ad andare in soccorso del primo cittadino nel caso in cui questi decidesse di rinunciare ai dissidenti. Ma la novità politica dei prossimi giorni potrebbe essere lo «sbarco» di Matteo Renzi al Comune di Napoli. Almeno a sentire le parole di Mimmo Palmieri (Np), il quale, pur «rivendicando la mia storia socialista e di vicinanza a Stefano Caldoro», ammette di «guardare con interesse al progetto politico di Renzi». A Caldoro, Palmieri riconosce comunque una «leadership locale indiscutibile», e perciò «resto in attesa di capire che scenari si apriranno nel centrodestra locale. Ovviamente, se la deriva sarà quella populista che stiamo vedendo, non escludo che quello di Renzi sia il contenitore più plausibile non solo per me ma per tanti come me che fino a oggi son stati contrari anche ad un certo centrosinistra. Diciamo che il mio futuro è una storia tutta da scrivere». Parole che fanno immaginare a breve un suo passaggio con Italia Viva Renzi che potrebbe non essere il primo in via Verdi.
Renzi in arrivo
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