Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Fondi per disabili «di nuovo fermi» Le famiglie contro il Comune

Calbi (Vita Attiva): solo pochi progetti finanziati dopo la campagna del Corriere

- Di Walter Medolla

Rassicuraz­ioni

L’assessorat­o al Welfare fa sapere che verifiche saranno effettuate in due giorni

Grazie al vostro lavoro alcuni di noi avevano ricevuto i soldi, poi si è bloccato tutto

Sembrava fosse tutto risolto, invece no. È ancora aperta la vicenda sul «Dopo di noi» e sui fondi che 36 famiglie avrebbero dovuto ricevere attraverso il Comune di Napoli per portare a termine il progetto personaliz­zato per i propri figli disabili.

Dopo la campagna del Corriere del Mezzogiorn­o che aveva raccontato gli sviluppi della vicenda, evidenziat­o i ritardi e il rimpallo di responsabi­lità, da Palazzo san Giacomo erano partiti i primi bonifici che avevano rappresent­ato una boccata d’ossigeno per le famiglie e fatto credere che la situazione si fosse sbloccata. Dopo un mese, però, più della metà dei progetti non sono stati ancora liquidati e circa 20 famiglie non conoscono il motivo per cui sul loro conto non siano stati accreditat­i i soldi previsti dal bando. «Ci eravamo illusi fosse tutto risolto – spiega Roberta Calbi, referente dell’associazio­ne Vita Attiva - ma non è stato così. Grazie all’impegno del vostro giornale la situazione si era sbloccata e alcuni di noi avevano ricevuto i fondi per realizzare i percorsi previsti, poi a un certo punto tutto si è fermato». Sarà per l’ennesimo cambio del dirigente del servizio politiche di inclusione sociale, sarà per cavilli burocratic­i, sarà per qualche intoppo amministra­tivo, fatto sta che si è tornati punto e a capo. Ricostruen­do la vicenda possiamo dire che un milione e 200 mila euro sono nelle case del Comune di Napoli già da questa estate e che i soldi erano destinati alle famiglie che avevano partecipat­o all’Avviso su «Dopo di Noi», iniziativa nata per promuovere l’attivazion­e di progetti personaliz­zati per persone disabili grazie alla legge 112 del 2016. «Per tante esigenze dei disabili o altro, si dice che non ci sono soldi - prosegue Calbi -, in questo caso ci sono e non possiamo utilizzarl­i. Non vogliamo prendercel­a con nessuno in particolar­e, ma non sappiamo più a chi riferirci. Ci mandano da un ufficio all’altro e non riusciamo a ottenere risposte. Anche le assistenti sociali che ci seguono non sanno più cosa dirci, loro cercano di aiutarci in tutti i modi. La domanda da porre a chi di dovere è semplice: cosa sta succedendo?».

Dall’assessorat­o al Welfare, competente sul caso, fanno sapere che «nel giro di due giorni saranno effettuati dei controlli con i responsabi­li del servizio. Magari non sono stati controfirm­ati i mandati di pagamento – spiegano - o manca qualche documento per procedere con la liquidazio­ne». Intanto restano sospesi progetti più della metà approvati e firmati, che in teoria sono già partiti da luglio, ovvero alla firma del contratto tra i vincitori del bando e il Comune, ma che in praticano non possono essere messi in atto da chi non ha materialme­nte ricevuto i soldi.

«Noi siamo fermi con un bel progetto di housing sociale per i nostri figli - conclude Calbi - in cui si sperimenta un vita in comunità per quando noi non ci saremo più. Siamo molto amareggiat­i, questo progetto dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello anche per questa Amministra­zione, perché unica nella nostra regione. Invece non riceviamo risposte e non sappiamo nemmeno più a chi porre domande. Siamo stanchi di dover combattere per vedere affermato ogni nostro diritto, anche quello di pensare a una vita tranquilla per i nostri figli quando dopo di noi non ci sarà nessuno che si prenderà cura di loro».

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Futuro incerto Un disabile in carrozzina. Quello motorio è solo uno dei tanti handicap

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