Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Turismo sociale, proposta Acli «Detassare del 19% le vacanze»
Da oggi 150 delegati al congresso di Pompei. Vitale: è una lotta all’evasione fiscale
È dal 1963, quando nacque come Ente nazionale per
la ricreazione sociale, che quello che sarebbe diventato il Centro turistico Acli è impegnato a gestire il turismo come «strumento di relazioni umane per tutti» e non come «mero servizio per il consumo di pochi».
Oggi a Pompei parte il congresso nazionale con 150 delegati da tutta Italia che — nella sala Marianna De Fusco del rettorato pontificio — si confronteranno sulla nuova declinazione del turismo sociale. Il presidente nazionale è un campano, Pino Vitale, che coglie l’occasione congressuale per presentare al governo una proposta da inserire nella Finanziaria: «Lo dico in una parola: defiscalizzazione delle vacanze, ovvero la detrazione dal reddito delle spese sostenute dalle famiglie per i periodi di risposo estivo e invernale. E lo facciamo forti del fatto che l’Organizzazione mondiale della Sanità difende quello che è già sancito dalla
Dichiarazione universale dei diritti umani che recita testualmente: “Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago”». Certo non fa un piega. Ma i margini economici e normativi ci sono? «È inutile ricordare che l’Italia è un paese ad altissima vocazione turistica: ogni anno mentre 25 milioni di famiglie vanno in vacanza gli altri 35 milioni non si muovono dal luogo in cui abitano. Per questi ultimi viaggiare è un’utopia. Negli ultimi anni, inoltre, è aumentata la fascia sociale che vive situazioni di instabilità economica o di vero e proprio disagio. Il turismo sociale si sta impegnando perché tutti possano trascorrere un periodo di svago: gli anziani, i giovani, le famiglie con bambini e con bisogni speciali ovvero le fasce deboli. Il progressivo impoverimento del Paese non fa che peggiorare la situazione producendo effetti negativi anche sull’industria turistica».
Meno turismo interno, meno fatturato: «Esatto. È con un doppio fine, infatti, colmare quel gap e potenziare il settore vacanziero, che proponiamo la detrazione». E dal punto di vista delle leggi è praticabile?
«In base all’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi si potrebbe inserire la possibilità di detrarre, nei limiti del 19% e per un importo massimo annuale di 2.500 euro, la spesa delle vacanze per quei contribuenti che non superano un reddito di 15 mila euro o 30 mila se nel nucleo familiare vi sono più entrate. La detrazione è stabilita nel limite massimo di 475 euro. E c’è un ulteriore beneficio per la collettività». Quale? «Il contributo per le vacanze delle famiglie non agiate implica una lotta indiretta all’evasione fiscale: per detrarre devi presentare fattura, quindi... Si riuscirebbe anche a tracciare addirittura i fitti estivi mai denunciati». Tutto questo perché, conclude Vitale «il nostro turismo sociale è popolare: facciamo viaggiare gruppi di persone con proposte anche culturali di qualità grazie alla forza dei numeri delle nostre sedi associate».
Oggi, alle 16, apertura dei lavori con l’arcivescovo Tommaso Caputo, il sindaco di Pompei Pietro Amitrano, lo stesso Vitale e il presidente nazionale Acli Roberto Rossini. Domani, dalle 10,30, tanti interventi a partire da quello del governatore Vincenzo De Luca. Modera Antonio Emilio Caggiano
(RaiNews24).