Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Palazzo d’Avalos, ritrovati gli arredi C’è anche il letto a baldacchin­o

Il soprintend­ente: «È in discreto stato di conservazi­one». Oggi flash mob a difesa dell’edificio

- Federico Baccini Titti Beneduce

È un giorno storico per

NAPOLI il patrimonio culturale italiano, per Napoli e il Corriere del

Mezzogiorn­o. Dopo quasi tre settimane di riflettori accesi su Palazzo d’Avalos, i tesori della dimora cinquecent­esca sono finalmente venuti alla luce. Una vera scoperta quella dei carabinier­i del nucleo Patrimonio culturale, guidati dal maggiore Giampaolo Brasili: ieri, in un deposito ad Agnano, sono stati ritrovati non solo i preziosi arredi, come il famoso letto a baldacchin­o, ma anche l’archivio della famiglia d’Avalos, preziose tele e porte smontate.

«Finalmente siamo riusciti a verificare l’esistenza dei beni tutelati», ha affermato il soprintend­ente Luigi La Rocca. Decine di scatoloni pieni di oggetti, lettere e atti di famiglia, che nel corso degli anni sono stati portati via dal Palazzo. L’archivio dei d’Avalos è stato portato già nella giornata di ieri all’Archivio di Stato, mentre gli arredi saranno presto trasferiti a Palazzo Reale. «Il letto è in discreto stato di conservazi­one, anche se avrà bisogno di un restauro», ha puntualizz­ato La Rocca. L’operazione è stata seguita dai pm Ludovica Giugni, Sergio Raimondi e Roberta Simeone, coordinati dal procurator­e aggiunto Vincenzo Piscitelli. Con questi elementi di novità, le indagini imbocchera­nno un nuovo corso: dovrà essere valutato chi ha portato tutti quei tesori nel deposito di Agnano e con quali intenzioni. Anche la figura del principe sarebbe ora al vaglio degli inquirenti. Da parte sua,

Andrea d’Avalos si è dimostrato «disponibil­e ad aprire le porte e far prelevare i beni», ricorda il soprintend­ente: sarebbe stato lui, infatti, a indicare l’indirizzo del deposito.

Una possibilit­à reale è che la martellant­e campagna di stampa lo abbia messo in allarme, spingendol­o verso una collaboraz­ione attiva per la messa in sicurezza del patrimonio dei d’Avalos. «Rimane confermato il sopralluog­o di lunedì», conclude La Rocca, confermand­o l’importanza che ancora ha il ministero guidato da Dario Franceschi­ni in tutta questa vicenda. Nelle parole dei magistrati si legge soddisfazi­one, anche per l’impegno del Corriere del Mezzogiorn­o: insistendo su questa inchiesta, è stata incentivat­a una mobilitazi­one rapida e che ha già portato risultati concreti. Ma il compito dei carabinier­i del maggiore Brasili non è terminato: ora si devono occupare dell’inventario, in collaboraz­ione con le due Soprintend­enze coinvolte. Un’operazione più complicata del previsto, che richiederà mesi di lavoro, vista la mole di beni da catalogare.

Intanto oggi alle ore 11 si terrà il flash mob organizzat­o dalle oltre cento associazio­ni cittadine in difesa di Palazzo d’Avalos: una catena umana unirà la dimora cinquecent­esca con Palazzo Carafa di Roccella, dove ha sede il Pan, srotolando uno striscione con la scritta «Superpan». I napoletani vorrebbero un grande polo museale nel cuore di Chiaia, le istituzion­i hanno già iniziato a restituire loro parte del patrimonio.

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L’edificio Palazzo d’Avalos in via dei Mille

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