Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Palazzo d’Avalos, ritrovati gli arredi C’è anche il letto a baldacchino
Il soprintendente: «È in discreto stato di conservazione». Oggi flash mob a difesa dell’edificio
È un giorno storico per
NAPOLI il patrimonio culturale italiano, per Napoli e il Corriere del
Mezzogiorno. Dopo quasi tre settimane di riflettori accesi su Palazzo d’Avalos, i tesori della dimora cinquecentesca sono finalmente venuti alla luce. Una vera scoperta quella dei carabinieri del nucleo Patrimonio culturale, guidati dal maggiore Giampaolo Brasili: ieri, in un deposito ad Agnano, sono stati ritrovati non solo i preziosi arredi, come il famoso letto a baldacchino, ma anche l’archivio della famiglia d’Avalos, preziose tele e porte smontate.
«Finalmente siamo riusciti a verificare l’esistenza dei beni tutelati», ha affermato il soprintendente Luigi La Rocca. Decine di scatoloni pieni di oggetti, lettere e atti di famiglia, che nel corso degli anni sono stati portati via dal Palazzo. L’archivio dei d’Avalos è stato portato già nella giornata di ieri all’Archivio di Stato, mentre gli arredi saranno presto trasferiti a Palazzo Reale. «Il letto è in discreto stato di conservazione, anche se avrà bisogno di un restauro», ha puntualizzato La Rocca. L’operazione è stata seguita dai pm Ludovica Giugni, Sergio Raimondi e Roberta Simeone, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Con questi elementi di novità, le indagini imboccheranno un nuovo corso: dovrà essere valutato chi ha portato tutti quei tesori nel deposito di Agnano e con quali intenzioni. Anche la figura del principe sarebbe ora al vaglio degli inquirenti. Da parte sua,
Andrea d’Avalos si è dimostrato «disponibile ad aprire le porte e far prelevare i beni», ricorda il soprintendente: sarebbe stato lui, infatti, a indicare l’indirizzo del deposito.
Una possibilità reale è che la martellante campagna di stampa lo abbia messo in allarme, spingendolo verso una collaborazione attiva per la messa in sicurezza del patrimonio dei d’Avalos. «Rimane confermato il sopralluogo di lunedì», conclude La Rocca, confermando l’importanza che ancora ha il ministero guidato da Dario Franceschini in tutta questa vicenda. Nelle parole dei magistrati si legge soddisfazione, anche per l’impegno del Corriere del Mezzogiorno: insistendo su questa inchiesta, è stata incentivata una mobilitazione rapida e che ha già portato risultati concreti. Ma il compito dei carabinieri del maggiore Brasili non è terminato: ora si devono occupare dell’inventario, in collaborazione con le due Soprintendenze coinvolte. Un’operazione più complicata del previsto, che richiederà mesi di lavoro, vista la mole di beni da catalogare.
Intanto oggi alle ore 11 si terrà il flash mob organizzato dalle oltre cento associazioni cittadine in difesa di Palazzo d’Avalos: una catena umana unirà la dimora cinquecentesca con Palazzo Carafa di Roccella, dove ha sede il Pan, srotolando uno striscione con la scritta «Superpan». I napoletani vorrebbero un grande polo museale nel cuore di Chiaia, le istituzioni hanno già iniziato a restituire loro parte del patrimonio.