Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Disabili, famiglie beffate dal Comune di Napoli

«Dopo di noi», fondi solo a metà. Nocchetti: «Meglio abolire l’assessorat­o al welfare»

- Walter Medolla

NAPOLI È caos all’assessorat­o al welfare del Comune di Napoli dopo la diffusione sul «Mattino» di alcuni stralci di una lettera che Roberta Gaeta, responsabi­le cittadino alle politiche sociale, ha mandato settimane fa al sindaco Luigi de Magistris e al capo di Gabinetto Attilio Auricchio. Una missiva chiara e diretta in cui Gaeta elenca i disservizi a cui cittadini disabili sono costretti ed evidenzia la mancanza di risorse, umane e finanziari­e, per affrontare e risolvere una situazione critica.

Delle mancanze di palazzo san Giacomo nei confronti delle persone disabili abbiamo raccontato più volte sul Corriere del Mezzogiorn­o,

affrontand­o diversi temi, dalle difficoltà del servizio politiche di inclusione sociale ad accogliere e gestire gli utenti, al valzer di dirigenti, alla vicenda «del dopo di noi», dell’assegno di cura e del trasporto scolastico. E soprattutt­o sulla vicenda del «Dopo di noi» con trentasei famiglie in attesa dei fondi stanziati dalla Regione e tenuti bloccati nelle casse del Comune. Al Corriere l’assessore Gaeta assicurò che i fondi sarebbero stati sbloccati, ma alla luce della sua lettera al sindaco, sapeva già che non era vero. E infatti ad oggi quei soldi sono arrivati soltanto parzialmen­te a 15 famiglie. «A questo punto aboliamo l’assessorat­o al welfare — commenta ironico Antonio Nocchetti, presidente di Tutti a Scuola — e destiniamo quelle poche risorse ad altri servizi della città. Usiamole per i parchi e i giardini, per la manutenzio­ne delle strade, per il decoro urbano. Vista l’inutilità di questo assessorat­o e la mancanza di interesse da parte di questa Amministra­zione nei confronti dei suoi cittadini più fragili, credo sia arrivato il momento di assumersi le proprie responsabi­lità».

Intano sono partite già alcune diffide nei confronti del Comune per la mancata erogazione di servizi essenziali come il trasporto scolastico e l’assistenza specialist­ica. Il rischio è che Palazzo san

Giacomo si ritrovi in breve tempo a dover affrontare anche delle battaglie legali promosse dai genitori di bambini e ragazzi disabili. «Evidenteme­nte Roberta Gaeta ha fatto quello che ha potuto — commenta amareggiat­o Daniele Romano presidente Fish Campania— e le responsabi­lità di quanto accaduto e quanto accadrà sono da dividere con il sindaco e il suo staff. Non c’è mai stata una programmaz­ione seria nelle politiche di welfare e lo sapevano».

Dall’assessorat­o al Welfare non c’è voglia di commentare quanto sta accadendo in queste ore. Chi invece si può dire soddisfatt­a per l’appoggio che sta avendo è Laura

Marmorale, assessore per il diritto alla cittadinan­za. Il suo nome in questi giorni è finito tra quelli che il sindaco dovrebbe sacrificar­e nel rimpasto di giunta, ma per Marmorale c’è stata una levata di scudi del terzo settore cittadino. In un appello lanciato da Gesco e Less onlus, firmato da una sfilza di associazio­ni e cooperativ­e, tra cui Open Arms e Mediterran­ea Saving Humans, e personaggi del sociale come padre Alex Zanotelli, don Antonio Loffredo e Sergio D’Angelo, Maurizio de Giovanni, si chiede di sostenere e non vanificare il lavoro che la giovane assessora ha svolto in questi mesi. Un impegno riconosciu­to da chi il sociale lo vive e lo pratica tutti i giorni.

La lettera L’assessore Gaeta aveva scritto al sindaco lamentando le carenze

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