Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Disabili, famiglie beffate dal Comune di Napoli
«Dopo di noi», fondi solo a metà. Nocchetti: «Meglio abolire l’assessorato al welfare»
NAPOLI È caos all’assessorato al welfare del Comune di Napoli dopo la diffusione sul «Mattino» di alcuni stralci di una lettera che Roberta Gaeta, responsabile cittadino alle politiche sociale, ha mandato settimane fa al sindaco Luigi de Magistris e al capo di Gabinetto Attilio Auricchio. Una missiva chiara e diretta in cui Gaeta elenca i disservizi a cui cittadini disabili sono costretti ed evidenzia la mancanza di risorse, umane e finanziarie, per affrontare e risolvere una situazione critica.
Delle mancanze di palazzo san Giacomo nei confronti delle persone disabili abbiamo raccontato più volte sul Corriere del Mezzogiorno,
affrontando diversi temi, dalle difficoltà del servizio politiche di inclusione sociale ad accogliere e gestire gli utenti, al valzer di dirigenti, alla vicenda «del dopo di noi», dell’assegno di cura e del trasporto scolastico. E soprattutto sulla vicenda del «Dopo di noi» con trentasei famiglie in attesa dei fondi stanziati dalla Regione e tenuti bloccati nelle casse del Comune. Al Corriere l’assessore Gaeta assicurò che i fondi sarebbero stati sbloccati, ma alla luce della sua lettera al sindaco, sapeva già che non era vero. E infatti ad oggi quei soldi sono arrivati soltanto parzialmente a 15 famiglie. «A questo punto aboliamo l’assessorato al welfare — commenta ironico Antonio Nocchetti, presidente di Tutti a Scuola — e destiniamo quelle poche risorse ad altri servizi della città. Usiamole per i parchi e i giardini, per la manutenzione delle strade, per il decoro urbano. Vista l’inutilità di questo assessorato e la mancanza di interesse da parte di questa Amministrazione nei confronti dei suoi cittadini più fragili, credo sia arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità».
Intano sono partite già alcune diffide nei confronti del Comune per la mancata erogazione di servizi essenziali come il trasporto scolastico e l’assistenza specialistica. Il rischio è che Palazzo san
Giacomo si ritrovi in breve tempo a dover affrontare anche delle battaglie legali promosse dai genitori di bambini e ragazzi disabili. «Evidentemente Roberta Gaeta ha fatto quello che ha potuto — commenta amareggiato Daniele Romano presidente Fish Campania— e le responsabilità di quanto accaduto e quanto accadrà sono da dividere con il sindaco e il suo staff. Non c’è mai stata una programmazione seria nelle politiche di welfare e lo sapevano».
Dall’assessorato al Welfare non c’è voglia di commentare quanto sta accadendo in queste ore. Chi invece si può dire soddisfatta per l’appoggio che sta avendo è Laura
Marmorale, assessore per il diritto alla cittadinanza. Il suo nome in questi giorni è finito tra quelli che il sindaco dovrebbe sacrificare nel rimpasto di giunta, ma per Marmorale c’è stata una levata di scudi del terzo settore cittadino. In un appello lanciato da Gesco e Less onlus, firmato da una sfilza di associazioni e cooperative, tra cui Open Arms e Mediterranea Saving Humans, e personaggi del sociale come padre Alex Zanotelli, don Antonio Loffredo e Sergio D’Angelo, Maurizio de Giovanni, si chiede di sostenere e non vanificare il lavoro che la giovane assessora ha svolto in questi mesi. Un impegno riconosciuto da chi il sociale lo vive e lo pratica tutti i giorni.
La lettera L’assessore Gaeta aveva scritto al sindaco lamentando le carenze