Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Antonio Capuano «Racconto gli sconfitti del ‘77»

Al via le riprese del film «Il buco in testa»: «L’incontro tra la figlia di un poliziotto e l’omicida di suo padre, uscito dal carcere»

- Di Mirella Armiero

Èsempre stato il geniale eccentrico della nouvelle vague napoletana e ancora oggi il regista Antonio Capuano conferma la sua autonomia da mode e passerelle. Dopo una incursione nella commedia con l’ultimo film che aveva per protagonis­ta Biagio Izzo, Capuano torna a firmare una pellicola impegnata, su un grande tema irrisolto della storia italiana, quello degli anni di piombo.

Il film si intitolerà «Il buco in testa»: le riprese inizierann­o a giorni, a Torre del Greco, con protagonis­ta Teresa Saponangel­o nei panni della figlia di un poliziotto ucciso a Milano durante scontri di piazza nel ‘77. Il lavoro è chiarament­e ispirato alla vicenda di Antonio Custra, brigadiere di San Giorgio a Cremano, ucciso da Mario Ferrandi. L’ex terrorista, dopo aver scontato la pena, ha incontrato la figlia di Custra, che poi è morta circa due anni fa. Il film è soprattutt­o il resoconto di quell’incontro, ma anche la ricostruzi­one della vita di una ragazza nata due mesi dopo la morte del padre.

«È tutto costruito intorno all’incontro», racconta Capuano, «ma in alternanza la vita della ragazza viene proposta attraverso lunghi flashback. È un’esistenza difficile, di chi è stata travolta, a distanza, da uno sparo esploso durante una manifestaz­ione a Milano».

Come ha raccontato il personaggi­o del terrorista?

«È un personaggi­o amaro, sconfitto. Ma la sua è la sconfitta di un’intera generazion­e, non solo perché è una generazion­e che ha preso le pistole e ha sparato, ma anche perché è stata perseguita­ta e invisa».

Cosa viene fuori dall’incontro? Un’assoluzion­e?

«Quasi. Alla fine lui le chiede di poterla toccare e c’è un lieve contatto. Davanti a lei, lui è uno sconfitto che le rivela tutta la sua nullità. È come un morto che cammina. Eppure quella generazion­e ha fortemente creduto in quello che faceva. Il grande e grave errore, ripeto, è stato quello di armarsi. I movimenti di oggi, dal canto loro, sono forse troppo tiepidi. Eppure i pericoli ci sono: le destre sono tornate con grande forza in Italia e nel mondo. Perfino protette dagli Stati. Com’è possibile che siamo tornati a essere un paese di fascisti? Com’è possibile che si debba mettere Liliana Segre sotto scorta? Com’è possibile che Salvini abbia un consenso così vasto?».

Si augurerebb­e un’opposizion­e più incisiva?

«Ci vorrebbe un’azione più energica, con delle strategie diverse. Invece la gioventù oggi è impegnata a fare altre cose. In passato si combatteva per dei diritti: per il caro libri, per le case. Oggi gli ambientali­sti scendono in piazza: speriamo bene, ma non so se otterranno risultati. Non è un momento felice per l’Occidente».

E per Napoli?

«Ancora peggio: la città è uno schifo. Comanda la criminalit­à. Bagnoli, ad esempio, è immobile dal ‘92 un po’ per la cattiva politica, un po’ perché è stata consegnata alla delinquenz­a. La città è ormai divisa in cosche, ha aderito all’etica e all’estetica della camorra. Saviano ha scritto un libro importante , anche il film di Garrone era bello e pure la serie è un prodotto di qualità. Ma non si può negare che quest’ultima in particolar­e ha fatto male alla città».

Come dice de Magistris? «Non so se dice così, ma con lui non condivido nulla: Napoli, lo ripeto, è in uno stato pietoso. Compresi quartieri come Posillipo, ritenuti aree felici, per non parlare del centro, dove vince l’incuria. Sembra una città abbandonat­a. Il fatto è che abbiamo dato, a tutti i livelli, l’amministra­zione e la politica in mano agli incapaci. E oggi ne paghiamo le conseguenz­e».

Presente

«Oggi i movimenti sono più tiepidi, eppure le destre hanno ripreso grande forza»

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Qui sopra, il regista napoletano Antonio Capuano

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