Corriere del Mezzogiorno (Campania)

FRED, IL NAPOLETANO ISCHIA FU LA SUA ISOLA FELICE

Scompare Bongusto: romantico e confidenzi­ale conquistò il mondo con le sue canzoni Partenopeo adottivo, visse a Sant’Angelo, cantò brani in dialetto e rifece alcune hit mondiali da «La vie en rose» («’Na femmena che fa») a «September morn» («Settembre e n

- Carmine Aymone

Ha cantato Napoli più di un napoletano, città che ha custodito sempre nel suo cuore. Fred Bongusto molisano di nascita, ma partenopeo d’adozione, è scomparso ieri all’età di 84 anni. Con brani come «Una rotonda sul mare», «Balliamo», «Tre settimane da raccontare», «Frida», «Malaga», «Spaghetti a Detroit», conquistò l’intero Stivale cantando l’Italia del boom economico e diventando, con Peppino Di Capri (con cui fece anche tour insieme), alfiere di un genere musicale romantico e confidenzi­ale grazie alla sue voce sensuale ed elegante.

Con Bongusto, la vera voce del night italiano, scompare un’epoca, quella delle serate musicali nei night club come il Negombo e ‘O Rangio Fellone che gli fornì ispirazion­e come sua «rotonda sul mare», affacciata sulla Baia del Punta Molino a Ischia Ponte. Proprio sull’Isola Verde, nel borgo marinaro di Sant’Angelo, Fred aveva «costruito» il suo rifugio, traendo ispirazion­e per alcune delle sue canzoni più belle, «leggere» ma mai banali.

Il successo discografi­co arrivò nel 1962 quando pubblicò il 45 giri «Bella bellissima» che aveva sul lato B «Doce doce», cantata proprio in lingua napoletana: questo pezzo lo fece conoscere alle grandi platee. «Una rotonda sul mare», la sua canzone più famosa, uscì nel 1964 e poco dopo entrò anche nella colonna sono nora di «Vaghe stelle dell’Orsa» di Luchino Visconti.

Il suo grande amore per la lingua e le sorti partenopee lo portò a pubblicare nel 1975 il disco «Napoli alla mia maniera», ripetendos­i poi nel 1997 con l’album «E io le canto accussì», dove rilesse in napoletano grandi classici come «Stardust-Polvere di stelle» (che diventò «Mannaggia ‘a polvere»), «La vie en rose» («’Na femmena che fa»), «September morn» («Settembre e nuie»), «Feelings» («Siente»), «You are the sunshine of my life» («Tu m’e lassate miez’e guaie»).

Altri brani cantati in napoletano si trovano in molti dei suoi lavori discografi­ci come «Ammore scumbinato» (musica di Mimmo Di Francia e versi di Depsa e Iodice), inserito nell’album del 1985 «Dillo tu…» e come «’E fantasm»” cantato con Il Giardino dei Semplici e inerito in «Le donne più belle» (1989).

Trentasett­e sono i suoi album in studio, ben 63 le raccolte e 77 i singoli: sono i numeri di una straordina­ria carriera discografi­ca che lo ha visto anche autore di numerose colonne sonore tra cui quelle per vari film, da «Malizia» di Salvatore Samperi a «Oh Serafina!» di Alberto Lattuada, fiad alcune pellicole di Paolo Villaggio come «Fantozzi contro tutti», «Fracchia la belva umana» e «Super Fantozzi». Il suo successo ha valicato i confini nazionali arrivando fino in America. Amico di Toquinho e di Vinicius de Moraes, ha collaborat­o spesso con loro, intraprend­endo lunghe tournée in Sudamerica, dove era conosciuti­ssimo. Con le sue canzoni, Bongusto ha accompagna­to la vita di più generazion­i che hanno consumato le piste da ballo, spesso innamorand­osi al suono delle sue canzoni.

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Fred Bongusto in una delle tante foto scattate sulla sua barca
Sul mare Fred Bongusto in una delle tante foto scattate sulla sua barca

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