Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Per niente Candida
Cara Candida, mi perdoni la poca modestia, ma ritengo di essere una donna piena di qualità. Ho spirito pratico, sono una grande lavoratrice, in più sono sveglia, intelligente, ho studiato, ho le miei opinioni su tutto. Sono anche una bella donna, non mi manca niente. Tranne l’amore. Alla fine, mi rendo conto che gli uomini scelgono sempre l’oca giuliva. Non se la sentono di vivere il confronto con una donna che gli tiene testa, preferiscono donne belle e sceme che gli danno ragione su tutto, fanno le svampite, non sanno nulla e non si accorgono degli svarioni di uomini che, in questo modo, possono farsi belli con facilità. Possibile che dopo decenni che lavoriamo alla parità, in amore, gli uomini preferiscono ancora la bella statuina? Dovrei fingermi anche io un’oca giuliva per tenermi un uomo, ma a che pro?
Scoraggiata
Cara Scoraggiata, abbiamo provato a cambiare i ruoli, ma non ci siamo ancora riuscite del tutto e molti uomini, oggi, sono ancora stati educati a essere quelli che nella coppia proteggono, guidano, magari comandano. A volte, alle donne che rivendicano parità manca la dolcezza per aiutarli a cambiare. A volte, fanno la gara a chi, fra i due, è più intelligente, più in brillante. E il risultato è solo apparire noiose o minacciose. In questi casi, si trasforma la coppia nel luogo in cui si misura il proprio potere per un malinteso senso della parità. Mimetizzare il proprio valore e fingersi un’oca giuliva non è la soluzione. Bisogna solo imparare a riconoscere gli uomini che hanno davvero la sensibilità per confrontarsi con una donna della nuova razza e avere la pazienza di avvicinarsi senza sfoggiare muscoli che possono, erroneamente, apparire pericolosi. Il rischio è che si parta lancia in resta non alla caccia della parità ma per dimostrare la propria superiorità. Animate da questa furia cieca, è facile planare dirette su uomini buoni solo a confermarci l’odierno cliché delle donne superiori e degli uomini che non valgono niente. Se si guarda intorno, gli uomini migliori non sono quelli legati a oche giulive, né quelli succubi di donne virago. Sono uomini che non si preoccupano di dover dimostrare qualcosa e che stanno con donne che non si preoccupano di dover dimostrare qualcosa. Qualcuno libero c’è ancora, a saperlo avvicinare, senza considerarlo il proprio personale trofeo.
La statura sta negli occhi di chi guarda Cara Candida, mio marito è un disgraziato traditore e io sto impazzendo. È uscito di casa e mi ha chiesto la separazione, poi ho scoperto nel suo cellulare i messaggi di questa donna con la quale se n’è andato e la cosa che mi fa impazzire è che gli scrive cose come se lui fosse un uomo meraviglioso. Mio marito è una nullità, un uomo che lavora e basta e non sta mai a casa coi nostri due figli. Sta sempre in viaggio per lavoro. Si riempie la bocca di parole come briefing, meeting, call. Ogni parola è una scusa buona per non esserci, o per esserci e stare al telefono. Sta poco casa e molto al telefono anche nel weekend, spesso salta la cena coi figli. Quando gli dico che non ha un cuore e gli chiedo cosa si è sposato a fare, non sente ragioni. Le liti erano continue. Ero costretta sempre a ricordargli che non teneva alla famiglia e non voleva bene ai figli. Quando a giugno noi partiamo per la villeggiatura, non ci raggiunge neanche tutti i fine settimana. Mi devo sempre occupare io di far fare i compiti ai bambini, accompagnarli a nuoto e musica. Ora, questa signora, invece, lo consola e gli dice che è un padre meraviglioso perché lavora come un matto per far stare bene la sua famiglia e fa i salti mortali per stare coi figli appena può. Si è permessa di scrivergli che è stato un gran padre perché ha portato i figli a Eurodisney da solo. Mi domando come si permette di parlare, che ne sa. Ovviamente, sono pronta a farla pagare a tutti e due. Siamo stati insieme dodici anni e per la famiglia io ho rinunciato a tutto. Le sembra normale che ora compare la solita collega di ufficio, che di sicuro vuole solo fare carriera, e lo pompa permettendosi di parlare della nostra famiglia?
Stufa1965
Cara Stufa1965, quando un uomo sembra grande agli occhi di una donna e piccolo agli occhi di un’altra, forse la statura sta negli occhi di chi guarda. Lui è sempre lo stesso
uomo, ma è grande la donna che lo vede grande e piccola quella che lo vede piccolo. Mi sembra di capire che lei non ha sposato un impiegato che stacca dall’ufficio alle cinque né un professore che fa vacanze lunghe. Ha sposato un uomo che lavora tanto, viaggia tanto, e produce quel certo benessere che consente a lei e ai vostri figli di pagarvi degli sport e delle attività costose e fare un paio di mesi di villeggiatura ogni anno. Lei è sicura che quest’uomo che l’ha lasciata e che porta i figli a Disneyland da solo sia senza cuore e non sia un buon padre solo perché lavora troppo? Lei ora parla di rovinarlo, come se il male altrui potesse mai essere una consolazione e un conforto. Non ho simpatia per i traditori, ma neanche per quelle donne che, per tenersi un marito, lo criticano e lo umiliano, al solo scopo di far sentire lui una nullità e di apparire loro superiori e sante. La prossima volta, le consiglio di sposare un impiegato delle poste o del Comune, e di lamentarsi solo se il coniuge, fuori dall’orario di ufficio, invece di occuparsi della famiglia, se ne sta prevalentemente a bere, giocare d’azzardo, farsi gli affari suoi. Non mi sembra questo il caso del suo ex marito. Che avrà di sicuro qualche torto, ma neanche tutte le colpe. Evidentemente, ha scelto di stare con una donna che sa riconoscere in lui il buono che ha da dare e non pretende l’impossibile. Quanto a lei: se disprezza così tanto il suo ex marito e non è disposta a fare autocritica, può sempre considerarsi fortunata perché se n’è andato. Detto questo, e volendo confidare che non ce ne sia bisogno, mi permetto comunque di raccomandarle di tenere per sé le sue pessime considerazioni sul suo ex marito davanti ai figli. Un uomo può essere un padre pessimo o bravissimo, ma i bambini lo percepiscono e lo giudicano soprattutto dalle parole e dagli atteggiamenti della madre. E nessuna madre dovrebbe prendersi la responsabilità di demolire la figura paterna, di dire a un figlio: papà non ti vuole abbastanza bene.