Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Domani il soprintendente a Palazzo d’Avalos Giovedì arriva Nastasi
Il segretario generale del ministero deciderà il da farsi con i soprintendenti
Il «caso d’Avalos» appassiona sempre più i napoletani e mobilita fortemente lo Stato: giovedì prossimo, 14 novembre, infatti, il segretario generale del Mibact Salvo Nastasi sarà a Napoli per un summit convocato ad hoc in cui incontrerà il soprintendente per le Belle arti Luigi La Rocca e il soprintendente archivistico Gabriele Capone. Insieme faranno il punto della situazione e disegnare un strategia concreta per salvare il palazzo e assicurare la massima tutela alle carte ritrovate.
Il «caso d’Avalos» appassiona
NAPOLI sempre più i napoletani e mobilita fortemente lo Stato: giovedì prossimo, 14 novembre, il segretario generale del Mibact Salvo Nastasi sarà a Napoli per un summit convocato ad hoc in cui incontrerà il soprintendente per le Belle arti Luigi La Rocca e il soprintendente archivistico Gabriele Capone per fare il punto della situazione e disegnare un strategia concreta per salvare il palazzo e assicurare la massima tutela alle carte ritrovate. Intanto domani è previsto il sopralluogo «a Palazzo» come dice il principe Andrea d’Avalos, da parte del soprintendente La Rocca.
E c’è da dire che intorno al ritrovamento dell’archivio d’Avalos e degli importanti arredi dello storico edificio di via dei Mille si è ricompattata la comunità scientifica e culturale non solo partenopea. È un risultato nel risultato dell’inchiesta giornalistica condotta dal Corriere del
Mezzogiorno che ha portato al sequestro cautelativo di quei beni che dietro indicazione del principe Andrea d’Avalos e su disposizione della magistratura — operazione eseguita dai pm Ludovica Giugni, Sergio Raimondi e Roberta Simeone, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli — sono stati ritrovati in un deposito di Agnano (carte all’Archivio di Stato, arredi a Palazzo Reale).
Studiosa specialista della famiglia d’Avalos e storica della Federico II Flavia Luise, che da queste pagine aveva lanciato un appello al principe Andrea, dice: «Sono stata molto lieta di leggere sul Corriere che il mio appello sia stato accolto. Napoli merita di ricordare i fasti di una famiglia che ha fatto anche parte della sua storia. Condivido lo stato d’animo di quanti attendevano da tempo di consultare quelle carte». E l’arrivo delle 93 scatole all’Archivio di Stato — offerto attraverso il Corriere come «casa» dalla direttrice Candida Carrino — è stata commentata sui social e non solo con entusiasmo: «Mi hanno telefonato storici, archivisti ma anche tanta gente comune — dice Carrino — che ha compreso che un patrimonio così importante è un bene di tutti. Ecco cosa ci si aspetta dalle istituzioni: che trovino soluzioni appropriate, concrete e rapide ai problemi. Il mio impegno ora è non deludere quanti hanno testimoniato la loro vicinanza. In che modo? Chiedere all’amministrazione centrale un impegno economico per consentire ai funzionari archivisti di schedare il materiale e approntare strumenti di ricerca utili a rendere fruibili i documenti che abbiamo accolto».