Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Lady Allan: insultati e terrorizzati Ora basta
Tentato furto venerdì pomeriggio, in casa c’erano la signora incinta e i due figli: «Questo non è tifo»
All’apparenza è stato un tentativo di furto come tanti altri, disturbato poi dall’arrivo dei carabinieri. Ma il blitz di due balordi in casa di Allan a Pozzuoli, il centrocampista brasiliano del Napoli, anche per la Digos (che sta seguendo le indagini), ha una connotazione diversa. Legato forse alle contestazioni alla squadra da parte di una tifoseria insofferente ai risultati negativi e soprattutto alla rivolta dei calciatori contro il ritiro imposto dal club.
Tanta paura, rovistata e sporcata la cameretta dei bambini senza che fosse portato via nulla. Terrorizzati i due bambini, che erano in casa con la mamma incinta al settimo mese di gravidanza. Definirla intimidazione non è azzardato nella città dove dal 2017 a oggi ci sono stati 18 episodi del genere (tra furti e rapine a calciatori) sempre in periodi non felici per la squadra.
«Questo non è tifo – ha postato su Instagram la signora Allan, incinta al settimo mese che era in casa al momento dell’intrusione dei due balordi con gli altri due figli – Non è calcio. Sono stata minacciata sui social, insultata mentre faccio la spesa. Attaccare mio marito non per quello che fa in campo ma per presunte accuse create ad arte da chi vuole distorcere la verità, è una esagerazione. Basta».
La moglie del brasiliano si riferisce al fatto che proprio Allan era stato indicato come il capo della rivolta di martedì sera nello spogliatoio. Il centrocampista era stato anche attaccato duramente durante l’allenamento a porte aperte al San Paolo e quando poi era andato via aveva dovuto dribblare ragazzini che tiravano pugni contro la sua auto.
Sono entrati nella sua villetta venerdì pomeriggio intorno alle 14, provando a intrufolarsi dalla finestra al primo piano. Hanno rovistato nella cameretta dei piccoli e i rumori hanno destato l’attenzione della signora. Che ha avuto la prontezza di chiamare i carabinieri e di chiedere aiuto all’esterno della casa. Ha ricevuto la solidarietà dei vicini e anche successivamente delle mogli degli altri compagni di squadra. Allan, al omento dell’irruzione, era ad allenarsi a Castel Volturno, è rientrato immediatamente per tranquillizzare la sua famiglia. Se venisse accertata la correlazione con la contestazione, sarebbe l’ulteriore conferma della degenerazione del tifo in un momento molto delicato per la squadra.
Allan è stato percepito come il «capopolo» dell’insurrezione contro il ritiro, è stato indicato come il calciatore che ha litigato, sfiorando la rissa, con il vice presidente del Napoli Edo De Laurentiis. «Notizie false su mio marito - si legge ancora nel lungo post della signora - utilizzate dalla gente per attaccare la nostra famiglia, far del male ai nostri bambini. Violare la nostra intimità. I miei figli piangevano terrorizzati. Questa è una esagerazione».
Il post
Notizie false su mio marito utilizzate per attaccarci Io insultata anche quando faccio la spesa