Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La svolta non c’è E gli azzurri escono dal campo sommersi dai fischi
Quello al brasiliano è l’ultimo di 18 «colpi»
Quando l’arbitro Calvarese ha fischiato la fine è partita la bordata di fischi (quando Insigne è stato sostituito, nella ripresa, un primo assaggio di contestazione, anche se ammorbidita dagli applausi di alcuni settori dello stadio). I tifosi non hanno preso bene lo 0-0 degli azzurri con il Genoa, che — per la cronaca — ha avuto anche un paio di occasioni clamorose per passare in vantaggio. Fatto sta che Ancelotti & co. adesso sono a 12 punti dall’Inter, che nell’anticipo delle 18 ha a battuto il Verona.
NAPOLI Alla formazione dei giocatori del Napoli derubati a casa o in strada mancava un centrocampista di interdizione, dotato di buoni garretti ma anche di classe e di esperienza, una sorta di leader nella zona strategica del terreno di gioco. La lacuna è stata colmata l’altra notte e Allan entra di diritto tra i titolari di questo specialissimo team di campioni che con le loro alterne vicende eccitano i ladri, quasi il furto in casa o in strada fosse il risarcimento di una delusione. E qualcuno lo pensa, a torto o a ragione.
L’elenco degli azzurri vittime di queste scorrerie è lungo (comprende anche le mogli e le fidanzate) e conta diciotto colpi, ma, a quanto pare, c’è un fil rouge che tiene insieme quasi tutte le storie: i giocatori sono stati colpiti (quasi) sempre in un momento difficile della squadra, una fase di appannamento che li rendeva vulnerabili e più esposti mediaticamente. Soprattutto a Napoli dove il confine tra normalità ed eccesso nel calcio è sottilissimo.
Conoscendo la morbosità del rapporto che lega in maniera quasi soffocante il tifoso al suo campione e alla squadra c’è il rischio, su questa strada, di intraprendere un percorso scivoloso, ma le considerazioni che facciamo sono imposte dalla cronaca e dalla dinamica dei fatti.
È successo con Marek Hamsik e con Ezequiel Lavezzi – tanto per citare alcuni degli episodi più clamorosi – si è ripetuto con il nazionale brasiliano.
Alle corte, Allan è stato tra i protagonisti della clamorosa decisione di non accettare il ritiro e, successivamente, è stato segnalato tra i più tignosi durante l’incontro ravvicinato con il Eduardo De Laurentiis, figlio del presidente. Allan barricadiero e trascinatore, insomma, protagonista di una pagina tra le più nere del calcio di casa nostra che vive di passioni smodate alle quali fatalmente seguono comportamenti spesso fuori delle righe. L’inchiesta della Digos, che è quasi subito partita conferma i dubbi che abbiano esposto e rendono di più difficile lettura le motivazioni del tentato furto.
Come è da valutare la sua condizione psicologica: Allan Marques Loreiro non ha ancora smaltito il trauma del fallimento della trattativa al Paris St. Germain. Per quella vicenda “ballarono” cifre da archistar del calcio (100 milioni al Napoli e un ingaggio da favola al giocatore) ed è assolutamente normale che la vicenda ancora condizioni il suo rendimento. E la sua serenità. Una annata da dimenticare, quindi, ed ora anche il dubbio di non essere più l’idolo del San Paolo.
A pensare male si sbaglia, ma spesso si fa centro. Hamsik, che di furti ne ha subiti addirittura tre, fu esplicito con un giornalista slovacco: «Mi dispiace, ma so che sono disagi che appartengono a Napoli».
Ci risiamo, ma oggi lo scenario è diverso e la tensione è molto più alta e pericolosa se il fuoco che divampa non si spegne. Capitan Marek e capitan Allan, infine, sono in una buona compagnia: tra le prime vittime c’è Marcelo Zalajeta che venne addirittura narcotizzato, poi fu il turno della compagna
L’epilogo
In molti casi gli episodi si sono risolti con la restituzione del bottino e con tante scuse
dell’epoca di Ezequiel Lavezzi, poi lo scippo del Rolex alla signora Soledad Cavani e, giusto per citare gli ultimi casi Milik e Lorenzo Insigne che, dopo una cena con la moglie Jenny e alcuni amici, dovette consegnare ai ladri in scooter 800 euro in contanti, due bracciali con diamanti e l’immancabile Rolex al centro di quasi tutti gli episodi insieme ad un Piaget da 18mila euro scippato alla moglie del matador. Ladri gentili nel caso di Insigne “pizzicato” anche lui in un momento di scarsa brillantezza agonistica: i ladri, accomiatandosi, gli ricordarono i suoi «doveri»: «Vogliamo un gol con la dedica solo a noi». Ci risiamo.