Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Napoli, la scossa non arriva Alla fine vincono soltanto i fischi
Azzurri senza idee, 0 a 0 con il Genoa. Koulibaly salva sulla linea, caso Insigne
Il capitano Lorenzo Insigne
NAPOLI diventa il bersaglio di una contestazione mai così insistita. Il San Paolo ha deciso: è lui il capro espiatorio di una situazione evidentemente compromessa che non accenna a una minima svolta neanche contro un avversario «debole» come il Genoa.
La partita inizia tra i fischi e termina tra gli insulti. A Insigne dicevamo viene riservato il trattamento peggiore, paga il prezzo alto della sostituzione ed è esposto, da solo, nel silenzio di uno stadio che a un certo punto aveva finito di fischiare e guardava il campo con indifferenza.
Insigne non è stato il peggiore sul campo, ma sicuramente tra i peggiori di un sfida giocata male, senza nerbo, senza personalità.
Con la mente annebbiata ancora dalle polemiche degli ultimi giorni e le gambe pesanti. Ancelotti avrebbe dovuto dare un segnale; i giocatori avrebbero dovuto giocare alla morte, invece tranne qualche folata offensiva, mossa più dall’orgoglio del singolo che dalla voglia collettiva, la sensazione che si è percepita è stata la timidezza. Forse l’imbarazzo o più ancora la paura. La sosta cade a proposito per quelli che andranno via per un po’ di giorni da un contesto ambientale complicato, ma per chi dovrà restare qui a trovare soluzioni immediate al malessere mentale e tattico, sarà difficile. Il San Paolo, al termine della partita, ha dato sfogo a tutta la rabbia, poi però quasi con sufficienza ha lasciato subito gli spalti.
Ed è calato il sipario in un clima di grande gelo. Ancelotti
è andato via sconsolato, la sosta sarà motivo per lui ma anche per il club di ulteriori riflessioni: il Napoli è oggi un ammalato piuttosto grave a cui ancora non è stata fatta la diagnosi. Difficile trovare la medicina se non si individua qual è il virus. Le ultime quattro partite contano tre pareggi e una sconfitta, il ruolino di marcia è imbarazzante se torniamo alle aspettative di questa estate.
Una nota positiva sono gli applausi ricevuti da Koulibaly che nel secondo tempo ha salvato sulla linea un gol quasi fatto di Pinamonti. Il pubblico ha apprezzato, poteva essere il colpo di grazia finale.
Torniamo a Insigne, che ha mostrato timidi segnali di intraprendenza soltanto nel primo quarto d’ora, adattandosi poi all’andamento soporifero della gara. È uscito e non h reagito neanche con gesti ai fischi sonori che gli sono piovuti addosso. Di contro, invece, una testimonianza di affetto del pubblico verso Pandev. Anche lui è stato sostituito, i ventimila del San Paolo si sono alzati per applaudire l’eroe dei tempi d’oro.
Il presidente de Laurentiis non era allo stadio, ha visto la partita da casa e domani dovrebbe partire per Los Angeles. La sosta anche per lui sarà di meditazione.