Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Scatta l’allarme su Torre Carrano Sono sorti ponteggi e piloni sospetti
Gli ambientalisti si interrogano. Temono l’ennesimo scempio in Costiera sorrentina
Una segnalazione.
NAPOLI Una segnalazione che è un appello. Una richiesta di aiuto. Un Sos. A inviarcela è Gaspare Adinolfi, instancabile e coraggioso ambientalista di Sorrento. Per avvertirci dell’attacco con cui sta venendo brutalmente manomessa l’altera masseria fortificata, detta Torre Carrano, che da secoli si erge in mezzo al verde degli ulivi sulle colline che sovrastano Massa Lubrense, non lontano da Santa Maria Annunziata, il borgo dove Fabrizia Ramondino ha ambientato il suo Althenopis.
Osservando le fotografie che Adinolfi ha allegato alla segnalazione, ci accorgiamo che a una parete dell’antico edificio è stata affiancata una macroscopica struttura sorretta da quelli che paiono tubi di metallo e sulla quale svetta una duplice fila di piloni. Mio Dio. Che cosa dobbiamo aspettarci che stia per esser realizzato? Un albergo? Un maxicondominio? Un centro sportivo? In ogni caso si tratterà di un ulteriore oltraggio alla bellezza. Perché, se è vero che, come dicono gli ottimisti, la costiera sorrentina, rispetto ad altri territori (pensiamo a quel che è successo sul lungomare calabrese), se l’è cavata a buon mercato, in quanto, tutto sommato, non ha perduto il fascino che l’ha resa famosa, è anche vero che il suo paesaggio è ormai marchiato da innumerevoli ferite e cicatrici e che lo stillicidio di piccoli e grandi affronti, ora abusivi, ora legalizzati, non accenna a interrompersi. Ogni estate, tornandovi, si scopre che, ancora una volta, un limoneto è sparito, un vecchio e pittoresco casale è stato malamente modernizzato, un sentiero è stato trasformato in strada carrabile.
Per non parlare dei ruscelli, i tanti dolcissimi ruscelli che lo solcavano: da anni son stati interrati tutti, e solo la toponomastica ne conserva il ricordo. E allora auguriamoci che la segnalazione di Adinolfi non cada nel vuoto e che in tempi brevi si intervenga a tutelare dalla commercializzazione un sito denso di storia e suggestioni qual è Torre Carrano col suo uliveto. Perché — non dimentichiamolo — salvare la bellezza non è mai impegno futile. Non lo è perché un mondo che di essa fosse amputato — quand’anche vi si affermassero giustizia e uguaglianza (il che oggi pare piuttosto improbabile) — comunque e inesorabilmente cesserebbe di essere un mondo «a misura d’uomo».