Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Kenny Barron, piano solo Tappa unica al Moro

A Cava il musicista più volte vincitore degli Awards

- Renato Speciale

«C’era un pianoforte nella casa in cui sono cresciuto a Philly e ogni volta che il venditore di ghiaccio faceva una consegna si sedeva e suonava un po’. Credo sia stato questo l’inizio del mio amore per il pianoforte. Nella mia famiglia tutti dovevamo suonarlo e io ho iniziato a studiare musica classica in tenera età, a 6 anni». Così racconta l’approccio al suo amato pianoforte Kenny Barron, in tour a 76 anni, questa sera in esclusiva per la Campania al Moro, il tempio del Jazz al Borgo Scacciaven­ti di Cava.

Barron, fra i pianisti più stimati dalla critica, dal pubblico del jazz e dagli stessi colleghi, ha vinto più volte gli Awards come pianista dell’anno (l’ultima nel 2017), nell’arco di una lunga ed intensa carriera Barron ha collaborat­o, tra i tanti, con stelle come Dizzy Gillespie, James Moody, Freddie Hubbard, Joe Henderson e, in tempi più recenti, Regina Carter, Dave Holland, Lionel Loueke, per anni è stato membro, nonché fondatore, di Sphere, il quartetto dedicato, già a partire dal nome, alla musica di Thelonious Monk. E ha fatto parte dell’ultimo grande quartetto di Stan Getz, del quale ha condiviso il periodo finale della carriera. Il «Los Angeles Times» lo ha definito «uno dei migliori pianisti jazz del mondo» e «Jazz Weekly» «il pianista più lirico del nostro tempo».

La sua tecnica? Per molti inarrivabi­le, come il suo metodo. «Beh - racconta - non credo che la mia etica del lavoro sia così ferrea… ciò di cui sono sicuro è che mi piace condivider­e il mio talento di compositor­e e artista come un dono che ho ricevuto. Per me suonare è più un mezzo per esprimere i miei pensieri sul mondo e su come mi sento e, credetemi, non passo molto tempo a esercitarm­i!».

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Unico Keny Barron al pianoforte

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