Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nel menu di Natale i piatti solidali fanno bene alla salute
Le proposte a km 0 dello chef Umberto De Fila
ANatale in molti scelgono di condividere la propria felicità con gli altri, per questo sono sempre di più ogni anno le iniziative di solidarietà in campo. Tuttavia, solidarietà non vuol dire solo beneficenza, infatti, si può intendere questo concetto come una più generale attenzione per il mondo che ci circonda e, di conseguenza, verso i suoi abitanti. Per questo, non si potranno considerare neutre le scelte che si fanno durante la spesa per i giorni di festa. Ogni alimento, infatti, fa un viaggio diverso per arrivare sui banchi dei mercati e non tutti i trasporti inquinano alla stessa maniera. Di decisioni consapevoli e attenzione ai territori, parla il menù consigliato dallo chef Umberto De Fila per le feste natalizie.
«Ho voluto definire i miei piatti solidali perché – spiega lo chef - si basano sulla territorialità e la stagionalità. Per me, infatti, solidarietà vuol dire soprattutto rispetto per il prossimo».
Se, quindi, la cucina fa parte della cura per gli altri, secondo De Fila, non bisogna considerare solo chi mangia, ma – continua - «chi produce quello che mettiamo in tavola e il territorio da cui arrivano questi cibi». Gli effetti dell’applicazione di questo principi sarebbero vantaggiosi per tutti, poiché, - aggiunge - «mangiare i frutti della stagione attuale fa bene dal punto di vista della salute, dall’altra parte questa alimentazione sostiene il territorio, essenzialmente per due ragioni. La prima è che necessitano di meno trasporto o comunque di uno più sostenibile, dunque, inquinano di meno, poi aiutano l’economia della zona in cui si vive, oltre a costare di meno ed attivare un notevole risparmio».
A partire da questa considerazione, per il suo menù lo chef ha scelto come ingrediente principale il pesce. «Non si parla mai della stagionalità dei prodotti ittici, invece, i mari sono fondamentali per l’ecosistema. – chiarisce – la stagione del pesce è dettata dalle temperature delle acque e dalla riproduzione degli animali stessi, ognuno ha un ciclo vitale differente, ad esempio nei nostri mari la mazzancolla e lo sgombro sono caratteristici dei mesi invernali, mentre il polpo e il calamaretto si trovano tutto l’anno, perché si riproducono in modo più rapido». Il pesce è allora protagonista a partire dall’antipasto, in cui il cuoco propone un’insalata di mare calda, con calamaretti e mazzancolle, accompagnate da cuori di carciofo, caratteristiche primizie del mese di dicembre.
Per il primo – consiglia- «di dare uno stacco con degli gnocchetti conditi con una crema di castagne e funghi porcini, per poi continuare con un secondo a base di sgombro all’arancia, a cui si abbinano bene il cavolfiore arrosto e le bietole saltate. Ho scelto lo sgombro perché è un pesce stagionale, ma che in pochi mangiano. Le sue caratteristiche sono che è molto povero, e allo stesso tempo gustoso e grasso, quindi, adatto ai periodi freddi.
L’arancia, invece, con il suo acido aiuterà a continuare verso il dolce».
Non dimenticando mai in quale periodo dell’anno siamo, queste proposte si possono sostituire con un’orata, un dentice o il sarago, mentre al posto del calamaretto e il polpo, possono andare bene anche le seppie e i moscardini. Il consiglio dello chef è di non ricorrere a prodotti di allevamento, che farebbero venire meno lo spirito solidale del menù. Per concludere, non può mancare il dessert: «Ho pensato a qualcosa che si trova in tutte le case a Natale: il pandoro. Questo dolce può fare da pandispagna ed essere arricchito da una crema al caffè».
La scelta Un’alimentazione tracciata sostiene il territorio locale e inquina di meno