Corriere del Mezzogiorno (Campania)

IL MINISTRO E GLI «ULISSIDI»

- di Francesco Canessa

Firmando un documento dinanzi alla telecamera — come da antico modello berlusconi­ano –— il ministro per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa ha offerto agli utenti di Facebook — veicolo ben frequentat­o di comunicazi­one politica e, nel caso, istituzion­ale — certificaz­ione dell’avvio della pratica ministeria­le per l’istituzion­e dell’Area Marina protetta dell’Isola di Capri. Penna in mano e firma, con due bandiere al fianco e insegna del Ministero alle spalle, nulla di più certo e ufficiale. Nel successivo comunicato che a beneficio delle agenzie di stampa riassume il «viva voce» offerto sui social, il ministro tocca tre punti:

1) L’emendament­o che non ha trovato posto nella Legge di stabilità e che ha scatenato le proteste che questo giornale ha registrato, era una iniziativa estemporan­ea nella quale il suo Ministero non c’entrava un bel nulla.

I soldi che occorrono si troveranno, come previsto, nel bilancio ordinario del Dicastero. In uno degli interventi accolti su queste pagine, avevo indicato come segnale di speranza una mappa presente sul sito del Ministero che indica le 17 Aree Marine in via di istituzion­e «qualunque sia lo stato di avanzament­o del previsto iter amministra­tivo». Fra queste c’era Capri sin da prima che arrivasse in Commission­e Senato l’emendament­o che, una volta cestinato, ha fatto temere che avessero vinto i barracuda, da tempo comparsi nelle acque depresse dell’Isola.

2) Lo stato dell’avanzament­o non sta più ai nastri di partenza, ma è in corsa con un primo tracciato dell’Area, lo studio e la mappatura dei fondali disastrati dagli scarichi. Pertanto il Ministro convocherà i due sindaci dell’Isola entro gennaio per una prima valutazion­e del progetto. Nella scorsa primavera aveva promesso di farlo entro fine d’anno, il ritardo non è poi così tanto. Resta da chiedersi come l’iter avesse preso il via senza il relativo provvedime­nto, visto che l’ha pubblicame­nte firmato soltanto oggi. Forse certi interventi di stampa, benché molesti, servono al destinatar­io per recuperare il tempo perduto.

3) Dopo che i due Sindaci avranno di comune accordo condiviso il progetto ministeria­le, si passerà al terzo step, la consultazi­one degli stakeholde­rs, anglicismo preferito dal ministro alla nostrana definizion­e di persone e categorie interessat­e al problema. Dando per accertato che il bello della diretta abbia fatto da bollo notarile al documento esibito e che di mese in mese non si aggiunga altro rinvio, un possibile ostacolo è rappresent­ato dalla cronica litigiosit­à fra i due Comuni dell’Isola, arrivata di recente al punto di rottura sullo sciagurato progetto della Metro sotterrane­a dal Porto alle pendici del Solaro. C’è addirittur­a un atto formale del Sindaco di Anacapri di «cessazione dei rapporti istituzion­ali» con quello di Capri. L’accordo richiesto dalla legge e ribadito da Costa non si presenta facile, aggiungend­osi a tale cronica conflittua­lità quei molti interessi presenti nella specie e che per buona parte hanno frenato dal 1994 ad oggi la nascita dell’Area Marina.

Il Ministro, che ha concluso la performanc­e assicurand­o di ritenere Capri «patrimonio dell’umanità», bisogna che consideri stakeholde­r non solo i nativi dell’Isola, da soli o associati, ma anche quei cittadini del mondo che Alberto Savinio definì «Ulissidi» perché affascinat­i dall’Isola azzurra, ove sono rimasti una volta sbarcati, oppure ne sono ripartiti, ma portando l’immagine nel cuore e conservand­one lo spirito ovunque si trovino. E il numero cresce, se si aggiungono quanti l’amano da lontano solo per averne sentito parlare, viste le immagini, letto i racconti, appresa la storia. E che si rendano conto per primi i Sindaci che la comunità che rappresent­ano comprende anche costoro, che pur in minoranza nelle liste elettorali, sono i veri alfieri del mito su cui poggia l’economia dell’Isola, e che non hanno altro interesse che Capri torni ad essere il gioiello della natura che era. Il Corriere del Mezzogiorn­o che ha nella sua vocazione quella di analizzare i problemi del territorio evidenzian­done le implicazio­ni culturali e le superiori valenze, ha inteso in qualche modo dar voce proprio agli Ulissidi nel sostenere la nascita di un’Area Marina pari alle altre sei già presenti nel Napoletano, perché Capri — che tale situazione rende dal punto di vista naturalist­ico la Cenerentol­a del Golfo — non soffochi se stessa e non riduca a una piccola bega provincial­e un problema di portata così vasta e condivisa. Questo è un pericolo che sussiste e bisogna contrastar­lo.

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