Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Magistris prepara il piano per gli ultimi 500 giorni
Nel piano altri cambi in giunta e l’inaugurazione di due stazioni del metrò. E giù la Vela verde
È cominciato l’ultimo anno e mezzo di consiliatura per Luigi de Magistris, gli ultimi cinquecento giorni di lavoro a Palazzo San Giacomo per il sindaco di Napoli che, nelle scorse settimane, ha detto più volte che «nel 2020 saranno molte le cose che cambieranno» e, soprattutto, «che miglioreranno»; sarà così, sarà come dice lui. I napoletani ci sperano. Anche se la città, nel frattempo, fa la conta dei problemi irrisolti, mentre su questioni come rifiuti e trasporti — la cui gestione compete direttamente a Palazzo San Giacomo — siamo lontanissimi dagli standard minimi di altre città europe delle dimensioni di Napoli.
Emergenza maltempo
Negli ultimi mesi, poi, è diventato enorme il problema della manutenzione della città flagellata dal maltempo. È il caso degli alberi, che in alcuni casi, cadendo, hanno fatto anche vittime. Mentre intere zone di Napoli, come la parte alta di Posillipo e la zona del
Virgiliano, offrono ormai un desolante scenario da Day after in barba a quello che è il quartiere chic della città.
Progetti per 18 mesi
De Magistris, racconta chi gli sta vicino, sta lavorando ad una rilancio dell’azione politica; una sorta di Piano di fine consiliatura con una serie di progetti (potenzialmente) fattibili. Non si sa però con quali soldi sosterrà certe scelte, né si conosce ancora se si tratti di un piano di rilancio o di galleggiamento da qui al 31 maggio del 2020. Il bilancio del Comune, infatti, non è per nulla florido. E immaginare gli ultimi 500 giorni (che esattamente, da oggi, sono 522), facendo leva sulle attuali risorse finanziarie, non fa ben sperare. Anche se l’ex magistrato, alla guida del Municipio dal primo giugno del 2011, parla di «miracolo laico» nella gestione della città e tira dritto. Gli interventi sull’azione amministrativa, come raccontato dal Corriere del Mezzogiorno, passano anche da una rivoluzione, l’ennesima, tanto in giunta quanto nelle Partecipate: perché ci sono le elezioni Regionali alle porte e, prima ancora, le suppletive nel collegio senatoriale lasciato vacante dallo scomparso Franco Ortolani, eletto con i Cinquestelle. Ma non si può escludere nemmeno che ci sia il volto anticipato per il Parlamento, che in quel caso vedrebbe candidato direttamente il sindaco, che comunque non sarebbe costretto a dimettersi da Palazzo San Giacomo, salvo che non venisse eletto.
Rimpasto e Partecipate
Qualche assessore, poi, dovrebbe essere sostituito «nel secondo tempo del rimpasto perché sarà candidato con Dema, che, se in campo, di sicuro farà perdere De Luca», ha detto de Magistris. Chi sarà schierato, però, in alcuni casi dovrebbe avere un «paracadute». Come per Raffaele Del Giudice, assessore all’Ambiente, che se costretto a guidare la lista Dema alle Regionali, dovrà dimettersi dal Comune per poi essere — così pare — eventualmente ripescato all’Abc. Ma siamo alle ipotesi, seppur ribadite in moltissimi ambienti arancioni.
Le candidature
Non si candideranno, invece, né Borriello né tantomeno Alessandra Clemente se saranno costretti alle dimissioni dalla giunta: infatti, per fare gli assessori con de Magistris, hanno già lasciato il Consiglio comunale. Tuttavia pare che il sindaco stia maturando l’idea di una deroga nei loro confronti in caso di discesa in campo per le Regionali: verrebbe applicata la più semplice regola che, se schierati per un’altra elezione, proprio perché precedentemente dimissionari dal Consiglio, gli assessori potranno sospendersi per l’intera durata della campagna elettorale.
Il sottogoverno
Il 2020 porterà anche molti cambiamenti nelle Partecipate. Oltre all’Abc, come abbiamo detto, de Magistris potrebbe indicare una nuova presidenza al Caan. Mentre a breve potrebbe nominare alla Mostra d’Oltremare Amedeo Manzo (in quel caso, qualcuno prenderebbe il suo posto nella Napoli Holding), oppure Remo Minopoli, organizzatore di eventi. Con il nuovo anno potrebbe essere ricostituito il Cda di Anm, probabilmente necessario per coinvolgere maggiori forze intorno all’azienda che recentemente ha visto omologare il concordato con i creditori dal Tribunale di Napoli. Ma siccome la situazione dei trasporti a Napoli è a dir poco disastrosa, questo dovrebbe essere il punto di partenza del programma dei 500 giorni di de Magistris. Seguito a ruota dalla risoluzione del problema rifiuti, visto che la città è sporca, gli ingombranti campeggiano in quasi tutti i quartieri e gli indici di raccolta differenziata stanno calando.
Rifiuti sotto la lente
Il tutto, mentre la città è invasa dai turisti per le festività natalizie e per il Capodanno, dove alberghi e Bed & breackfast fanno registrare il tutto esaurito. De Magistris sta tenendo sotto osservazione il nuovo Cda di Asìa da poco nominato, senza escludere clamorosi ulteriori cambi nella conduzione aziendale se le cose non dovessero mutare. Negli ultimi cinquecento giorni di mandato al sindaco potrebbe toccare poi il taglio di qualche nastro di nuove stazioni della metropolitana, come quella di piazza Nicola Amore, quella del Centro direzionale e, pare, anche quella di Capodichino, ma non è scontato. Nel 2020 potrebbe poi andare giù anche la Vela verde della 167 di Secondigliano e qualche cantiere — tipo quello di via Marina — potrebbe essere ultimato.
Strade da rifare
Altri invece pare davvero che il Comune li stia rinviando al sindaco che verrà, come quello del rifacimento del manto stradale in corso Vittorio Emanuele, nel tratto che va da San Nicola da Tolentino a piazza Mazzini, ridotto in una condizione di indecenza; Palazzo San Giacomo ha ottenuto tutti i permessi, ha annunciato i lavori almeno tre volte negli ultimi due anni; recentemente li ha subordinati alla fine dell’Universiade. Eppure non se ne sa più nulla. Perché ovviamente la gestione di un piano traffico di quell’entità è cosa che presuppone una giunta forte, strutturata, in empatia con la città e forse non in scadenza.
Attesa per la Consulta
C’è invece grande attesa per il pronunciamento della Consulta sul ricorso della Corte dei conti che ha impugnato il piano di rientro del Comune, ritenendolo sottostimato di oltre un miliardo di euro. Un pronunciamento che potrebbe tracciare, in un verso o nell’altro, la direzione che la politica di Palazzo San Giacomo porterà avanti da qui alla fine della consiliatura.
Nuovi assessori
Il sindaco potrebbe fare un nuovo rimpasto per non cambiare più fino a fine mandato
I manager
Possibili cambi in arrivo alla Mostra, alla Napoli Holding, al Caan, in Anm e anche in Abc