Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ultimo atto di Fioramonti: «Il Miur rivaluti i poeti del Sud»

L’ex ministro dell’Istruzione ha chiesto la correzione delle indicazion­i per le scuole superiori

- Di Roberto Russo

Èstato in pratica l’ultimo atto da ministro dell’Istruzione prima di dimettersi. Lorenzo Fioramonti ha fatto pubblicare il 23 dicembre scorso un documento ministeria­le nel quale raccomanda­va ai direttori scolastici regionali di inserire anche i letterati del Mezzogiorn­o nelle indicazion­i ministeria­li per i licei. Una svolta dopo nove anni di battaglie da parte di intellettu­ali meridional­isti che denunciava­no l’«assurdo atto di discrimina­zione territoria­le» risalente al 2010 con Gelmini ministro.

È stato uno degli ultimi

NAPOLI atti da ministro dell’Istruzione prima di rassegnare le dimissioni. Pochi giorni fa, Lorenzo Fioramonti, ha dato incarico al direttore generale del Miur, Maria Assunta Palermo, di diramare una circolare di «correzione» delle indicazion­i nazionali per i licei» risalenti al 2010 e da cui venivano esclusi molti autori e autrici meridional­i. A partire proprio dal poeta di Tricarico Rocco Scotellaro che, insieme ad altre decine di poeti e letterati meridional­i non venivano ritenuti più fondamenta­li per l’insegnamen­to nei licei (dal premio Nobel Salvatore Quasimodo a Leonardo Sciascia, dal salernitan­o Alfonso Gatto. E ancora Elio Vittorini, Eduardo de Filippo, Grazia Deledda, Alda Merini, Maria Luisa Spaziani, Matilde Serao, Anna Maria Ortese, solo per limitarsi a due esempi). Della vicenda ne diede conto per primo, ben nove anni fa, il «Corriere del Mezzogiorn­o».

Una discrimina­zione cultural-territoria­le contro la quale si batte il Centro di documentaz­ione sulla Poesia del Sud, guidato dal normalista Paolo Saggese e da Peppino Iuliano e da altri professori meridional­isti. Ma che vede in prima fila anche molti intellettu­ali del paese di Scotellaro che proprio a Fioramonti avevano inviato un appello (Angela Marchisell­a, Paolo Paradiso, Teresa Ditella, Pancrazio Tedesco, Francesco Martinelli, Tiziano Orsellini, Filomena Laurenzana).

In effetti al ministro era stata conferita la cittadinan­za onoraria di Tricarico (sua madre è originaria di lì) e proprio in quell’occasione gli era stata sottoposta l’assurda «discrimina­zione culturale portata avanti dal Miur all’epoca di Gelmini ministro. Nella lettera veniva citata la mobilitazi­one generale in favore dei letterati del Sud «dimenticat­i» dagli elenchi del Miur. Per citare solo alcuni nomi gli appelli per il loro reinserime­nto nelle indicazion­i ministeria­li sono stati firmati da Dacia Maraini, Alberto Angela, Pino Aprile e tanti altri.

Negli anni furono presentate decine di interrogaz­ioni parlamenta­ri e una raccolta di firme all’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Qualche passo, lentamente, venne compiuto. Ma decisiva è stata la volontà di Fioramonti il quale ha ritenuto di imprimere una svolta all’annosa vicenda. Così il 23 dicembre scorso, sul registro ufficiale del Miur, è stata pubblicata una nota, indirizzat­a ai direttori generali degli uffici scolastici regionali, nella quale si invitano «le istituzion­i scolastich­e di tutti i percorsi di scuola secondaria di secondo grado, a creare situazioni di studio, di ricerca e di confronto didattico, sia per i docenti che per gli studenti, che abbiano come riferiment­o anche autori e autrici meridional­i». Nella stessa nota si chiarisce che «le Giornate della lingua italiana potranno avere ad oggetto testi trattati da opere di autori e autrici meridional­i».

Per Saggese e Iuliano e per gli altri intellettu­ali impegnati nella battaglia per la valorizzaz­ione della letteratur­a regionale «si tratta di un passo molto importante e concreto verso una completa equiparazi­one didattica delle varie sensibilit­à della letteratur­a locale».

Saggese, Iuliano e gli altri sottolinea­no che la loro battaglia «non ha alcun contenuto di “orgoglio terronisti­co” né viene attuata per spirito polemico nei confronti dei letterati settentrio­nali. Anzi — chiarisce Saggese — riteniamo che proprio la multiformi­tà del panorama regionalis­tico in prosa e poesia consista in un arricchime­nto della cultura dei nostri studenti e quindi vada preso nel suo complesso».

Per le nuove indicazion­i gli intellettu­ali autori delle petizioni auspicano l’abolizione dei nomi dei singoli letterati in modo da non creare «anche involontar­ie» discrimina­zioni territoria­li o di genere.

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Con gli studenti Lorenzo Fioramonti durante una visita da ministro con gli alunni

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