Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Terzi in Italia per numero di imprese
In regione 806 aziende in più rispetto all’anno scorso
Il bilancio delle imprese nel 2019 stilato dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi «premia» Napoli e la sua area metropolitana, eletta terza città d’Italia per numerosità di intraprese economiche, dove sono cresciute dell’0,8%, e attualmente sono quasi 244 mila, la metà dell’intera regione.
Le regioni meridionali
NAPOLI hanno andamenti contrapposti per quel che riguarda la nascita di nuove imprese, un dato significativo perché attraverso di esso è possibile leggere l’andamento economico di un territorio e le sue prospettive di sviluppo. Lo sentenzia, attraverso tabelle e cifre eloquenti, il bilancio delle imprese nel 2019, annuale lavoro che a ridosso di Capodanno fanno gli uffici della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
La Campania a fine 2019 ne conta ben 806 in più di un anno prima. In Puglia, invece, c’è un crollo di ben 1.511 aziende, in Basilicata di 184. Due numeri, questi ultimi, che colpiscono perché, scomponendo i dati per provincia, si vede che non è il tarantino a perdere colpi diminuendo solo di una ventina di unità produttive, ma l’area barese, dove si registra una caduta di 1.358 ditte, che nel corso di dodici mesi non è affatto poca cosa. E anche la performance del materano in Basilicata lascia basiti, in quanto, al termine dell’Anno Europeo della Cultura, si pensava che la provincia avesse colto quest’importante opportunità per crescere, invece tra fine 2018 e dicembre 2019 le imprese sono addirittura diminuite, pur se appena di una cinquantina. Le impietose cifre mettono addirittura in luce che non è la provincia potentina ad assistere alla moria di aziende, ma proprio quella materana.
La Campania, in controtendenza rispetto al resto del Sud, fa la parte del leone: ben 806 in più, cresciute da 488.300 di dicembre dell’anno scorso alle attuali 489.106.
Grazie soprattutto a Napoli e alla sua sterminata area metropolitana, terza città d’Italia per numerosità di intraprese economiche, dove sono cresciute dell’0,8%, e attualmente sono quasi 244 mila, circa la metà dell’intera regione. E ciò merita una notazione, perché, diversamente dal passato, sono ormai le grandi città che diventano sempre più luogo di concentrazione delle imprese. Ma, pur se su scala minore, è merito anche del casertano, dove sono salite di circa 400 negli ultimi dodici mesi, superando le 78 mila 100, nonostante la grave crisi produttiva che ha devastato Terra di Lavoro, con chiusure di aziende, ridimensionamenti, fughe dall’area e raffiche di provvedimenti di cassa integrazione guadagni. In lieve calo il numero di unità produttive in Irpinia e nel Sannio, ma anche nel salernitano, e ciò è spiegabile solo in parte, in quanto si tratta di una provincia con Pil e reddito elevati rispetto alle altre, che sta vivendo una fase di grande effervescenza e di innegabile sviluppo. Nel resto della Puglia,
tutte le province segnano andamenti contrassegnati dal segno negativo: nel Salento sono circa 400 in meno a fine 2019, nel foggiano 600, nel brindisino un centinaio.
Lo studio della Camera di Commercio fa uno sforzo ulteriore, questo davvero molto interessante, e stila una graduatoria per settori merceologici, che fa capire in quali comparti della vita economica le aziende tirano e in quali altri soffrono un declino più o meno intenso. In Puglia primeggiano, com’era facile attendersi, il commercio e i settori annessi, con quasi 97 mila 500 ditte, e l’agricoltura, ambito in cui ne sono state censite 77.387. Il manifatturiero è molto distanziato, a 24.746, e soffre, com’è intuibile, le crisi non solo dell’ex Ilva ma anche della Bosch e di altre imprese medio grandi del settore. Le aziende di costruzioni, come sempre nel Mezzogiorno, sono molte numerose, oltre 38.500. Cammina invece con lentezza il comparto del turismo, alloggi, ristorazione e annessi, dove, se non ci fosse il contributo di Bari, sarebbe davvero una performance deludente, perfino nel leccese, nonostante le bellezze del luogo.
Una notazione specifica per la Basilicata e l’area materana: negli alloggi e nella ristorazione risultano appena 1298 ditte, il che fa intuire che molti bed and breakfast, sorti come funghi nel 2018, lavorino in nero. Cosa accade, infine, in Campania? Anche in questa regione sono il commercio e la distribuzione a distanziare tutti gli altri, con 184.546 ditte attive. Ma anche le costruzioni vanno bene, come accade da molti anni, e sono un numero ragguardevole le ditte del settore edile, sfiorando le 61 mila. Ruoli di primo piano assumono nell’economia regionale anche alloggi e ristorazione (quasi 38 mila), il manifatturiero oltre 39 mila, e l’agricoltura, circa 59.900.
Nel Mezzogiorno
Le regioni meridionali hanno andamenti contrapposti
Male Puglia e Basilicata