Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Intercetta­zioni choc Saranno processati i due fratelli Del Re

- T. B.

NAPOLI Le indagini sono state chiuse alla fine di novembre: molto presto, dunque, per i fratelli Armando e Antonio Del Re, considerat­i i responsabi­li della sparatoria in cui lo scorso maggio rimase ferita la piccola Noemi, andranno a giudizio. A fare fuoco in piazza Nazionale, è emerso dalle indagini, fu Armando; il fratello, che gli aveva procurato lo scooter, assistette alla scena e dunque è considerat­o responsabi­le dei reati in concorso. Il loro obiettivo era Salvatore Nurcaro, arrestato di recente per traffico di droga dall’Olanda: a volerlo morto era il boss di San Giovanni a Teduccio Antonio Marigliano, che, come è emerso da alcune intercetta­zioni ambientali, quando seppe che l’agguato era fallito e al posto di Nurcaro era stata colpita una bambina che passava di là per caso, ebbe un attacco di panico: «A me — diceva il boss alla madre — preoccupa solo il fatto di questa creatura, che per via di questa creatura se la prendono pure con noi! Hai capito cosa mi preoccupa a me?» E ancora: «La paura mia è che per via di quella creaturell­a se la pigliano con tutti quanti, eh però qua i telegiorna­li, il tg3, si amplifica proprio assai hai capito? La gonfiano, hai capito come».

Delle indagini si stanno occupando i pm Antonella Fratello, Simona Rosi e Gloria Sanseverin­o, con il coordiname­nto dell’aggiunto Giuseppe Borrelli. Marigliano, hanno ricostruit­o gli inquirenti, voleva la morte di Nurcaro non solo per contrasti nello spaccio della droga a San Giovanni

a Teduccio, ma anche perché il rivale nei giorni precedenti aveva picchiato il figlio Stanislao. Il piano tuttavia fallì clamorosam­ente e, anziché colpire Nurcaro, Armando Del Re ferì gravemente Noemi, che assieme ai familiari stava andando a prendere un gelato. La vicenda suscitò un clamore enorme e tenne l’Italia con il fiato sospeso per settimane, fino a quando dal Santobono — sulla cui cancellata erano stati affissi tantissimi messaggi di incoraggia­mento — non arri

vò l’annuncio che la bambina era fuori pericolo.

Di Armando Del Re e dei suoi traffici parla anche il boss pentito Umberto D’Amico in un recente verbale: «Nel 2017 mi misi in testa che dovevo uccidere Armando Del Re, che era il braccio destro di Antonio Marigliano, alias ‘o

silano, uno che vendeva droga a prezzi competitiv­i. Quando uscii dal carcere, volevo l’esclusiva da Marigliano e gli andammo a sparare colpi di pistola in una piazza gestita da alcune ragazze, sempre per conto dei Marigliano. Poi passai un giorno intero nella zona delle Case nuove, assieme al mio complice Salvatore Fido, per uccidere Armando Del Re, in quel periodo rimasi fermo per un giorno, ma alla fine non lo trovai e non portai a termine l’omicidio».

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