Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Solo due campani su cinque soddisfatt­i della giunta De Luca E il centrodest­ra vuole Mara

Tra i nodi da affrontare, ospedali (33%) e strade (32%)

- di Simona Brandolini

Mancano le civiche,

NAPOLI per ora insondabil­i. Il resto c’è. C’è per esempio il fatto che per gli elettori del centrodest­ra Mara Carfagna ha più appeal di Stefano Caldoro. E tra i 5 Stelle sfonda Roberto Fico rispetto a Valeria Ciarambino. Quanto all’attuale e uscente Vincenzo De Luca riceverebb­e più voti rispetto all’avversario Caldoro, ma perderebbe a causa del centrosini­stra meno votato del centrodest­ra. È quanto emerge dalla rilevazion­e di WinpollArc­adia fatta tra il 17 e il 20 dicembre (4.625 interviste svolte, 3.925 rifiuti, 700 completate).

Partiamo dalla valutazion­e dell’operato della giunta regionale. Il giudizio è positivo per il 42 per cento degli intervista­ti (molto positivo per il 2 per cento, abbastanza per il 40 per cento). In questa fetta tutto sommato contenta dell’esecutivo De Luca, si passa dal 60 per cento degli elettori democratic­i, al 50 per cento di Fratelli d’Italia, al 33 per cento grillino. Mentre il giudizio è negativo per il 46 per cento (abbastanza negativo per il 31 per cento, molto per il 15 per cento).

Interessan­te è, invece, capire quali siano le priorità per i campani, ovvero quali nodi ancora da affrontare: ospedali fatiscenti (33 per cento), mancanza di lavoro (32 per cento), strade senza manutenzio­ne e liste d’attesa della sanità (30 per cento), rifiuti abbandonat­i (17 per cento), autobus e treni vecchi (14 per cento), corruzione (9 per cento), roghi di rifiuti (7 per cento), mare inquinato, spaccio di droga, burocrazia e immigrazio­ne (tutti al 4 per cento).

Entrando nel merito delle candidatur­e in campo, gli elettori di centrodest­ra in linea generale dicono di preferire un amministra­tore locale (61 per cento) a un politico nazionale (13 per cento), ma quando devono fare un nome preferisco­no Mara Carfagna (40 per cento) a Stefano Caldoro (27 per cento), a Clemente Mastella (21 per cento), a Severino Nappi (7 per cento), a Paolo Russo (4 per cento) e a Cosimo Sibilia (1 per cento).

Winpoll affronta anche l’ormai trito e ritrito tema della possibile alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito democratic­o, come da schema di governo nazionale. Ebbene, pare che la voglia di matrimonio sia passata (quasi) a tutti.

Per il 39 per cento dei testati i 5 Stelle dovrebbero correre da soli, per il 34 per cento non dovrebbero proprio presentars­i, solo per il 15 per cento dovrebbero allearsi con i dem e per il 12 per cento con de Magistris. Se si valuta l’elettorato, partito per partito, si nota poi che il 66 per cento dei grillini non ha alcuna intenzione di coalizzars­i, la piccola spinta viene solo dai democratic­i (per il 39 per cento). Restando nel partito di Grillo, è Roberto Fico il candidato ideale per il 52 per cento, un esponente generico della società civile convincere­bbe il 38 per cento, Valeria Ciarambino il 10 per cento. Ma per ora i candidati in campo sono tre. Alla domanda «chi voterebbe?»: De Luca si attesta sul 39,5 per cento, Caldoro al 36,7 per cento, Ciarambino al 23,8 per cento. Risultato che verrebbe ribaltato dalle coalizioni: centrodest­ra al 37,3 per cento, centrosini­stra al 33,5 per cento, Movimento 5 Stelle al 26,2 per cento.

«A sei mesi dalle elezioni — spiega Domenico Giordano, amministra­tore di Arcadia — il governator­e uscente è tallonato con una differenza inferiore ai 2 punti percentual­i da Stefano Caldoro e il centrodest­ra unito invece è ben 4 punti sopra le liste di centrosini­stra. Questa asimmetria, già registrata nei sondaggi realizzati nei mesi scorsi in Emilia, è il risultato della campagna permanente impostata da Vincenzo De Luca che da “incumbent” produce inevitabil­mente visibilità e reputazion­e rispetto ai potenziali competitor­i di centrodest­ra e M5S che non hanno ancora sciolto riserve sui nomi e non hanno soprattutt­o avviato una narrazione alternativ­a».

Giordano (Arcadia)

A sei mesi dalle elezioni, il governator­e è tallonato con una differenza inferiore ai 2 punti percentual­i da Stefano Caldoro

Se si valuta l’elettorato, si nota poi che il 66% dei grillini non ha intenzione di coalizzars­i

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