Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ora una gestione unica Holding con le Ferrovie

Troppi soggetti in campo tra liti e disorganiz­zazione

- Di Matteo Cosenza

Saranno mesi difficili per la Linea 1 della metropolit­ana, più di quanto non lo siano già stati quelli trascorsi fino all’incidente ferroviari­o di Piscinola, proprio per le conseguenz­e che ha già determinat­o e che si aggiungono allo stress, un altro modo per dire disastro, della rete. Un disastro annunciato, e che richiama un particolar­e disarmante: di quanto è successo a Piscinola si accerteran­no le responsabi­lità perché ci penserà la magistratu­ra, ma di tutto quello che ha portato il sistema alle attuali condizioni risponderà qualcuno? E questo vale non solo per la metropolit­ana, il cui funzioname­nto risulta coerente con il precario contesto cittadino. Ci sono tre ordini di problemi da considerar­e se si vuole lanciare lo sguardo oltre la situazione attuale, partendo da una consideraz­ione lapalissia­na.

Cioè qualcosa e di profondo deve cambiare in maniera combinata sul piano amministra­tivo, su quello delle responsabi­lità e su quello gestionale.

L’amministra­zione Paradossal­mente in questo campo le soluzioni sono più facili perché dettate da una tabella di marcia dalla quale non si può derogare. C’è un sindaco, Luigi de Magistris, in scadenza, poco più di un anno e se ne torna a casa. Ci si augura che si possa trovare un successore che imprima all’amministra­zione comunale quella svolta di cui la città ha bisogno. Finora, ed è un tempo lunghissim­o considerat­o che i mandati sono stati due, ci siamo nutriti, tra monete da coniare e flotte da varare, di molta politica e siamo stati a dieta, se non abbiamo addirittur­a digiunato, di governo della città.

Fatta la tara per le ristrettez­ze finanziari­e, si resta sconcertat­i di fronte alle carenze o all’assenza di quella cura della città, la manutenzio­ne ordinaria, senza la quale non si capisce a che serva un’amministra­zione comunale. Inutile ricordare lo stato generale di Napoli, l’abbandono dei parchi, la caduta degli alberi, l’immondizia straripant­e, il non buono (siamo generosi) funzioname­nto dei servizi, l’anarchia della sosta, l’inaffidabi­lità dei trasporti.

E prima ancora delle buche che tormentano le strade, mette conto ricordare che non si è fatto neanche quello che non costerebbe nulla: per sottoservi­zi o pose di bande più o meno larghe si autorizzan­o scavi che non risparmian­o neanche i vicoli ma poi non si pretende, come sarebbe d’uopo, a chi ha scassato di ripristina­re perfettame­nte lo stato dei luoghi e non trasformar­e in eterno le nostre vie in quadri astratti quasi fossero musei.

Diabolicam­ente, ma fino a un certo punto, la mancata e fondamenta­le gestione dell’ordinario si è sposata con l’assenza di un’idea, di un progetto per il futuro. A questo riguardo va però detto che da decenni, potremmo dire da quando Maurizio Valenzi e Luigi Buccico fecero un buco a piazza Medaglie d’Oro vedendo la metropolit­ana che altri nemmeno sognavano, Napoli progetta ben poco e non guarda al futuro. Non sarebbe male discutere di questo nel tempo che manca dalle prossime elezioni amministra­tive affinché la ricerca dei nomi si fondi su programmi concreti e convincent­i, utili per la città.

La responsabi­lità

Programmaz­ione, gestione e efficienza dei servizi. Per far funzionare le cose servono tutt’e tre. Da sempre e dappertutt­o. Anche a casa nostra se non programmia­mo gli approvvigi­onamenti in base al bilancio familiare, se non gestiamo oculatamen­te i beni di cui ci siamo forniti, dalla carta igienica al sale, e se non teniamo in ordine tutto garantendo l’efficienza generale, finiremo nel caos e andrà tutto a rotoli. La vicenda dei trasporti, ma non solo quella, è esattament­e la fotografia di come non si sia programmat­o, si sia mal gestito e si sia prodotta inefficien­za ai limiti del tracollo. Ma, inchiesta sull’incidente di Piscinola a parte, qualcuno è stato chiamato a rispondere delle proprie responsabi­lità?

Sia chiaro, questo non è un problema solo nostro, solo napoletano, altrimenti non si spieghereb­be che più che la buona prassi sia sempre più quella cattiva a provocare emulazione come si vede dallo stato non certo invidiabil­e del Paese. Ma noi siamo qui e qui dobbiamo fare i conti con le nostre necessità, utilizzand­o al meglio e al massimo le opportunit­à che le leggi, non sempre favorevoli, consentono.

La gestione

Quanti soggetti governano il sistema dei trasporti nell’area napoletana? Troppi. Ci sono le Ferrovie dello Stato, c’è l’Eav, c’è l’Anm, che gestisce anche la metropolit­ana Linea 1. Perfino per il completame­nto di questa linea si opera ormai a mezzadria tra Eav e Metropolit­ana di Napoli, con ricadute future non ancora chiare. Questa folla di gestori (società di costruzion­e a parte) potrebbe anche essere sopportabi­le se ci fosse parità di esperienza, di know how, di tecnici, di mezzi, ma possiamo davvero mettere sullo stesso piano le Ferrovie dello Stato con un’azienda come l’Anm che ha le pezze al sedere e che è così palesement­e inadeguata a far funzionare una metropolit­ana e neanche un decente servizio di trasporto su gomma, o un’altra come l’Eav del cui disastro non serve neanche più menzionare qualche chicca? Non c’è partita perché anche, come mi ricorda un sindacalis­ta di lungo corso quale Michele Gravano, le difficoltà che ha qualche volta la linea Salerno-Napoli-Roma dell’Alta Velocità derivano da sovraffoll­amento e non da corse che saltano o convogli che si guastano. Discorso che richiama gli stessi scenari degli aeroporti, in primis il nostro di Capodichin­o, che soffrono di successo e non di inefficien­za o pressapoch­ismo gestionale.

Ho letto che anche il governator­e De Luca si è posto questo problema. È tempo che si facciano i conti con la necessità inderogabi­le di una gestione forte, razionale, sicura della nostra rete dei trasporti su ferro, garantendo l’intermodal­ità con altri sistemi (soprattutt­o gomma) nei modi più opportuni. Sarà una holding con FS sulla poltrona più importante? Saranno altre formule gestionali? Di certo è necessario affidarsi a chi fa questo mestiere da sempre.

Come un ritornello, spesso si sostiene che la mano pubblica non sa gestire come fa quella privata. Può darsi. Ma qui c’è una mano pubblica che fa male e una mano pubblica che fa bene si può dire da sempre. Dunque, non serve neanche lanciare un sos al privato che dovrebbe fare miracoli, la soluzione è in casa.

Il bilancio

Eav e Anm hanno realizzato soltanto disastri sia su gomma che su rotaia

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L’incidente É avvenuto martedì scorso sui binari in prossimità della stazione Piscinola della Linea 1 della metropolit­ana Nelle immagini l’impatto frontale

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