Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«C’è stato un errore, uno dei due macchinist­i non ha rispettato il semaforo rosso»

Orazzo (Anm): mai dare apertura a due treni

- di Fabrizio Geremicca

«Uno dei due macchinist­i ha sbagliato». L’ingegnere Vincenzo Orazzo, responsabi­le della metropolit­ana in Anm, ha una certezza ventiquatt­ro ore dopo lo scontro fra tre treni della linea 1 della metropolit­ana. Ne parla mentre nell’ufficio adiacente al suo la polizia ferroviari­a ed i carabinier­i continuano ad acquisire documenti nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Napoli, alla quale si affiancano quella del ministero dei Trasporti e quella interna disposta da Anm.

«Posso dirlo - argomenta Orazzo - perché fa parte dell’abbecedari­o ferroviari­o che se due treni viaggiano nella stessa direzione per impegnare lo stesso binario e se i sistemi di terra danno il segnale libero, quelli di sicurezza danno che uno dei due ha la via impedita. In una logica ferroviari­a non si può mai dare apertura a due treni contempora­nei. O rimangono tutti e due rossi, oppure uno rosso ed uno verde. La contempora­neità dei due verdi è esclusa». Consideraz­ioni che naturalmen­te restano tali, in attesa degli accertamen­ti sulle scatole nere.

Resta da capire, in ogni caso, pur ammettendo che uno dei due macchinist­i sia passato con il rosso, per quale motivo non siano scattati i dispositiv­i di frenatura automatici previsti appunto per porre rimedio all’eventualit­à di un errore umano.

«Tutti i sistemi di bordorepli­ca Orazzo - sono nella disponibil­ità dei macchinist­i che possono disattivar­li. Potrebbe darsi che qualcuno abbia spiombato la frenatura automatica. Non per dolo, naturalmen­te, ma perché magari scattava indebitame­nte, creava problemi alla marcia». Ipotesi. «Ovviamente – prosegue il dirigente di Anm - la formazione ed i regolament­i prevedono che se io spiombo l’ impianto di sicurezza poi sono in grado di poter replicare con il mio intelletto tutte le verifiche che il sistema avrebbe fatto per me».

Esemplific­a: «Se io capostazio­ne ho un segnale che non si apre perché la limatura di ferro sul binario nel quale voglio mandare il treno dà una falso positivo, fa sembrare al sistema che la tratta sia occupata da un altro convoglio, non è che disattivo il segnale e punto. Vado a fare un accertamen­to, verifico che effettivam­ente il binario è libero, spiombo il tasto del segnale che blocca l’accesso del treno e lo faccio procedere. Ci sono disposizio­ni restrittiv­e che magari fanno arrabbiare i viaggiator­i, perché bloccano la circolazio­ne, ma certamente non li fanno sbattere con un treno contro un altro convoglio».

Orazzo ammette, peraltro, che esistono seri problemi di manutenzio­ne ed ammodernam­ento della metropolit­ana. «I sistemi sono obsoleti – riconosce - e risalgono a venti anni fa. I treni sono vecchi. Non vuol dire che si viaggia insicuri. Significa che non di rado i treni non escono. Prima di immettere un convoglio in linea al mattino si effettuano precise verifiche. Se qualcosa non va è scartato». Circa i tempi di ripristino della circolazio­ne lungo l’intera tratta tra Garibaldi e Piscinola, conclude: «Tra una settimana potrò essere più preciso». Di manutenzio­ne allo sbando aveva parlato due giorni fa Fabio Cuomo, addetto alla sala di controllo della metro e sindacalis­ta dell’Orsa. Ieri l’unione sindacale di base, un’altra sigla di rappresent­anza dei lavoratori in Anm ha riproposto un allarme già lanciato tempo fa. «Sarebbe il caso – dice Adolfo Vallini – che a bordo dei treni fosse sempre previsto anche un secondo operatore, in aggiunta al macchinist­a. Una figura indispensa­bile,secondo il mio sindacato, per gestire le situazioni di emergenza nelle quali ci sia necessità di una rapida evacuazion­e del treno».

Sindacati «A bordo bisogna prevedere un addetto per ogni emergenza»

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