Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UNA CITTÀ SENZA VISIONE

- Di Francesco Dandolo

Il tema dei trasporti, di perenne attualità, ha assunto tratti drammatici. Lo scontro dei treni della linea 1 della metropolit­ana mette a nudo lo stato comatoso in cui versa la rete infrastrut­turale cittadina. Si è in attesa da vari anni dei fatidici nuovi treni e si fissano fantomatic­he date per l’apertura di nuove stazioni (si pensi all’inaugurazi­one della fermata Duomo rinviata continuame­nte) per tagliare nastri ed esibirsi con discorsi solenni, ma è evidente che la basilare «emergenza» a cui bisogna fare fronte è l’ordinaria manutenzio­ne. Questione che riguarda altri servizi essenziali, ma nei trasporti è lampante una contraddiz­ione. Da una parte stazioni bellissime, premiate per essere le più belle d’Europa, dall’altra pochi e vecchi treni, che ora scopriamo anche insicuri. Eppure, basta fare l’elementare consideraz­ione che l’acquisto dei treni comporta costi assai più modesti rispetto alle risorse necessarie per la costruzion­e della metropolit­ana per capire l’assenza — non da oggi — di una strategia di fondo. Una mancanza di visione che si può estendere anche ad altre reti ferrate cittadine, perché — è bene ricordarlo — Napoli vanta una tradizione importante nell’ambito di questa tipologia di trasporti. Il problema, dunque, è assicurare il regolare funzioname­nto della rete già esistente, in cui ha un peso di rilievo la formazione costante del personale.

Obiettivi che non possono comunque essere separati da una progettazi­one generale.

Credo poi che si debbano fare altre consideraz­ioni: il cattivo funzioname­nto della metropolit­ana e il saltuario servizio dei trasporti su gomma spingono i napoletani ad adottare soluzioni basate sul «far da sé». Così chi vuole spostarsi da un quartiere all’altro della città, accogliend­o il meritorio proposito di evitare l’utilizzo dell’auto, deve mettere in conto di poterlo concretizz­are avvalendos­i in larga parte delle proprie gambe. Cosa, in questo ultimo caso, che può fare bene se non si hanno problemi fisici, ma per gli anziani e i disabili la situazione è assai critica.

Viviamo infatti in una città che per la sua particolar­e conformazi­one fisica pone molti ostacoli alle persone fragili. A questa condizione «naturale» si aggiunge l’inefficaci­a e spesso l’inacessibi­lità dei trasporti a causa delle tante barriere: il risultato è la fatica dei deboli a condurre una vita come gli altri.

Vi è infine la questione dell’inquinamen­to: in questi giorni, una sorta di precoce primavera, è ancora più evidente la centralità della questione ambientale. Napoli e tante altre città italiane sono oppresse dalla cappa delle polvere sottili. Una vera emergenza, di cui la Giunta comunale sembra a parole essere consapevol­e, tanto da apparire tra le più «ecologiche» a livello nazionale. A contraddir­e questo quadro, però, non è solo un sistema di trasporti inaffidabi­le, ma anche una grande prudenza nell’approvare misure per incrementa­re le isole pedonali in città. Al di là di sporadici divieti di circolazio­ne si procede a tentoni. Eppure, quando è stato vietato l’accesso delle auto e motociclet­te in alcune aree, i vantaggi sono stati inconfutab­ili. Purché si organizzin­o trasporti puntuali e fruibili per tutti che permettano il raggiungim­ento di queste zone: ancora una volta, dunque, si tratta di una questione di ordinaria gestione, da includere, però, in una visione complessiv­a. È troppo allora chiedere che si agisca in fretta, in modo risoluto e soprattutt­o realistico su aspetti ordinari ma tanto essenziali per la salute dei cittadini?

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Ministro Gaetano Manfredi ex rettore della Federico II

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