Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UNA CITTÀ SENZA VISIONE
Il tema dei trasporti, di perenne attualità, ha assunto tratti drammatici. Lo scontro dei treni della linea 1 della metropolitana mette a nudo lo stato comatoso in cui versa la rete infrastrutturale cittadina. Si è in attesa da vari anni dei fatidici nuovi treni e si fissano fantomatiche date per l’apertura di nuove stazioni (si pensi all’inaugurazione della fermata Duomo rinviata continuamente) per tagliare nastri ed esibirsi con discorsi solenni, ma è evidente che la basilare «emergenza» a cui bisogna fare fronte è l’ordinaria manutenzione. Questione che riguarda altri servizi essenziali, ma nei trasporti è lampante una contraddizione. Da una parte stazioni bellissime, premiate per essere le più belle d’Europa, dall’altra pochi e vecchi treni, che ora scopriamo anche insicuri. Eppure, basta fare l’elementare considerazione che l’acquisto dei treni comporta costi assai più modesti rispetto alle risorse necessarie per la costruzione della metropolitana per capire l’assenza — non da oggi — di una strategia di fondo. Una mancanza di visione che si può estendere anche ad altre reti ferrate cittadine, perché — è bene ricordarlo — Napoli vanta una tradizione importante nell’ambito di questa tipologia di trasporti. Il problema, dunque, è assicurare il regolare funzionamento della rete già esistente, in cui ha un peso di rilievo la formazione costante del personale.
Obiettivi che non possono comunque essere separati da una progettazione generale.
Credo poi che si debbano fare altre considerazioni: il cattivo funzionamento della metropolitana e il saltuario servizio dei trasporti su gomma spingono i napoletani ad adottare soluzioni basate sul «far da sé». Così chi vuole spostarsi da un quartiere all’altro della città, accogliendo il meritorio proposito di evitare l’utilizzo dell’auto, deve mettere in conto di poterlo concretizzare avvalendosi in larga parte delle proprie gambe. Cosa, in questo ultimo caso, che può fare bene se non si hanno problemi fisici, ma per gli anziani e i disabili la situazione è assai critica.
Viviamo infatti in una città che per la sua particolare conformazione fisica pone molti ostacoli alle persone fragili. A questa condizione «naturale» si aggiunge l’inefficacia e spesso l’inacessibilità dei trasporti a causa delle tante barriere: il risultato è la fatica dei deboli a condurre una vita come gli altri.
Vi è infine la questione dell’inquinamento: in questi giorni, una sorta di precoce primavera, è ancora più evidente la centralità della questione ambientale. Napoli e tante altre città italiane sono oppresse dalla cappa delle polvere sottili. Una vera emergenza, di cui la Giunta comunale sembra a parole essere consapevole, tanto da apparire tra le più «ecologiche» a livello nazionale. A contraddire questo quadro, però, non è solo un sistema di trasporti inaffidabile, ma anche una grande prudenza nell’approvare misure per incrementare le isole pedonali in città. Al di là di sporadici divieti di circolazione si procede a tentoni. Eppure, quando è stato vietato l’accesso delle auto e motociclette in alcune aree, i vantaggi sono stati inconfutabili. Purché si organizzino trasporti puntuali e fruibili per tutti che permettano il raggiungimento di queste zone: ancora una volta, dunque, si tratta di una questione di ordinaria gestione, da includere, però, in una visione complessiva. È troppo allora chiedere che si agisca in fretta, in modo risoluto e soprattutto realistico su aspetti ordinari ma tanto essenziali per la salute dei cittadini?