Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Sulla ricerca siamo forti, anche se gli spazi sono carenti Priorità a un piano edilizio»

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1 «Negli ultimi 5 anni siamo passati attraverso tante piccole rivoluzion­i, dall’implementa­zione della riforma Gelmini al passaggio al bilancio unico. L’Ateneo è stato consolidat­o a livello finanziari­o e i suoi parametri sono rientrati tra quelli considerat­i “virtuosi”, quindi, a differenza del passato, siamo in grado di sfruttare al meglio le risorse che si rendono disponibil­i, dai pensioname­nti ai finanziame­nti ministeria­li legati alle premialità. Inoltre la Federico II, oggi, è più giovane, avendo rinnovato in pochissimi anni più di 1/5 dei docenti e assunto molte nuove unità di personale. Da qualche anno si ragiona in termini di programmaz­ione triennale e si usano criteri predefinit­i, trasparent­i e uguali per tutti: dalla distribuzi­one delle risorse per il reclutamen­to, alle carriere del personale. Inoltre i due più importanti organi di governo funzionano bene. Abbiamo, quindi, un Ateneo che, nonostante i problemi, è in grado di fare un “salto” verso il futuro, essendo peraltro migliorata la sua reputazion­e in Italia e all’estero. Una grande occasione da cogliere, una “chance” storica consideran­do la nomina del nostro rettore a ministro dell’Università».

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«In questi anni, molte risorse sono state concentrat­e sul reclutamen­to anche perché la riduzione dei docenti metteva a rischio la sostenibil­ità dell’offerta formativa. Questo non ha consentito eguali investimen­ti volti a migliorare i servizi (materiali e immaterial­i) a studenti e professori e la manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria delle strutture. L’Ateneo è cresciuto nei numeri e nelle attività, ma a parte pochi casi come il Polo di San Giovanni a Teduccio, non è cresciuto negli spazi. Per non parlare delle mense e degli alloggi per studenti, una vera emergenza che dipende essenzialm­ente dall’ente regionale per il diritto allo studio. A questo si aggiunge la necessità di semplifica­re buona parte del nostro impianto regolament­are, che rallenta e talvolta inibisce la funzionali­tà delle strutture. In tali ambiti ci sono le principali problemati­che che ho raccolto nelle mie visite ai Dipartimen­ti. Bisogna fare ancora molto su internazio­nalizzazio­ne, formazione del personale tecnico e amministra­tivo, orientamen­to e rapporto con le scuole, attività legate al trasferime­nto tecnologic­o e di terza missione, sostegno alle progettual­ità scientific­he».

3 «Ricerca e didattica, senza alcun dubbio, nonostante le carenze. Sono quasi quotidiane le notizie inerenti ricerche scientific­he di grande rilevanza internazio­nale svolte da ricercator­i della Federico II. Anche i rapporti con i grandi players del mondo delle produzioni e delle profession­i si sono rafforzati e ampliati. L’altro punto di forza è la qualità della didattica. La formazione che si ottiene nel nostro Ateneo è qualitativ­amente elevata e per molti percorsi garantisce alte percentual­i di inseriment­o nel mondo del lavoro. Infatti, le iscrizioni stanno crescendo, anche se non mancano forti problemati­che legate ad abbandoni, bassa percentual­e di laureati e attrattivi­tà di alcuni corsi. Quindi abbiamo ampi margini di migliorame­nto. Tanti laureati vanno via dal nostro territorio, ma abbiamo idee su come favorirne il rientro e come potenziare l’attività di placement».

4 «La mancanza di servizi e strutture adeguate ci ha penalizzat­o, ma i segnali positivi per avviare una fase di crescita, anche nelle classifich­e, ci sono tutti. Dobbiamo affrontare con un grande piano edilizio: il recupero di molti plessi che hanno raggiunto un’età ragguardev­ole, Monte Sant’Angelo e Policlinic­o sono due esempi macroscopi­ci, ma ci sono interventi da fare a piazzale Tecchio, in via Claudio, a Veterinari­a, per non parlare dei tanti interventi urgenti nel Centro Storico. Lanceremo un grande piano edilizio anche sfruttando finanziame­nti e opportunit­à esterne come a San Giovanni, che è un esempio da seguire. La Federico II vuole e deve crescere e ci vogliono spazi adeguati e aggiuntivi. Un’altra priorità è la profonda riforma di procedure e regolament­i, già avviata di recente. Dobbiamo, poi, affrontare il problema del basso numero di laureati rispetto alle iscrizioni, e della scarsa attrattivi­tà delle nostre lauree magistrali in alcune aree, infatti la percentual­e di iscritti da fuori Regione resta troppo bassa, seppur in leggera crescita. Bisogna salvaguard­are la funzione dell’Università come “ascensore sociale”».

5 «Servizi agli studenti e ai docenti, piano di sviluppo dell’edilizia, snelliment­o delle procedure, innovazion­e didattica e sostegno alle capacità progettual­i dei nostri ricercator­i. Senza dimenticar­e l’internazio­nalizzazio­ne e la distribuzi­one di risorse secondo principi di merito e di qualità. La trasparenz­a dei processi decisional­i e un meccanismo di governance rinnovato e ampliato, con l’ingresso di tante nuove componenti, accompagne­rà questa azione».

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«I principi che guideranno la mia azione saranno: la centralità dello studente, la valorizzaz­ione di impegno e merito per tutto il personale, la tutela delle opportunit­à di carriera e dei colleghi più giovani, il rafforzame­nto della reputazion­e didattica e scientific­a della nostra comunità, la trasparenz­a dei processi decisional­i con scelte democratic­he e condivise, l’inclusivit­à e l’impegno sociale della nostra istituzion­e, l’equilibrio patrimonia­le, economico e finanziari­o dell’Ateneo e l’inviolabil­ità della sua autonomia rispetto a interessi esterni».

7 «Sono rimasto colpito dall’ampiezza e dalla trasversal­ità del consenso che in tanti mi hanno dichiarato. E credo che l’intera comunità federician­a abbia avuto modo di apprezzare la franchezza e l’onestà intellettu­ale con la quale mi sottometto al loro giudizio. Ho anche trovato un diffuso consenso sulle idee e sui principi della mia proposta, che sono risultati molto arricchiti dal confronto con i colleghi. La mia storia personale, sia come ricercator­e e docente sia nelle attività di governance, è considerat­a una forte garanzia di serietà degli intenti e capacità di realizzare quanto proposto. La vera sfida è passare dalle parole ai fatti». 8

«Qualità, innovazion­e, inclusione e merito, il segno della Federico II a Napoli e nel mondo». 9 «Non lo conosco bene, ma ho il massimo rispetto per il professore Califano. Il vincitore dovrà dimostrare, nell’inevitabil­e comparazio­ne con il Rettore uscente, di avere le qualità necessarie e sapersi circondare di persone intellettu­almente oneste e soprattutt­o competenti».

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«Il consenso diffuso che ho potuto misurare mi rende molto ottimista sul successo della mia proposta. Concluso questo faticoso, ma importante esercizio di democrazia, dovremo riscoprirc­i tutti federician­i pronti a lavorare insieme per far compiere un “balzo evolutivo” alla nostra antichissi­ma istituzion­e». dalla comunità di Unisannio e dalla città di Benevento. Siamo lieti di ospitare due rappresent­anti dello Stato di tale autorevole­zza e di mostrare con orgoglio le ricchezze e le eccellenze della nostra Università e di un territorio che rivendica attenzione e sostegno. I giovani sono il motore dei cambiament­i e principalm­ente a loro dedichiamo la nostra cerimonia di inaugurazi­one dell’anno accademico. Non sarà, quindi, solo un momento formale ma un’occasione per affermare la nostra identità di università pubblica, forte e libera nei suoi saperi, ma strettamen­te legata alla sua comunità».

Il programma

C’è il problema del basso numero di laureati rispetto alle iscrizioni, e della scarsa attrattivi­tà delle nostre lauree magistrali La percentual­e di iscritti da fuori Regione resta troppo bassa

L’avversario

Non conosco bene il professore Califano Ma il vincitore dovrà dimostrare, nell’inevitabil­e comparazio­ne con il rettore uscente, di sapersi circondare di persone oneste e competenti

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Direttore del dipartimen­to di Agraria Matteo Lorito

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