Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Allarme veleni nell’aria di Napoli Banchine non elettrific­ate, il porto resta sotto osservazio­ne

Monitoragg­io dell’Arpac. Spirito (Authority): progetto bloccato

- di Fabrizio Geremicca

L’aria che da una decina di giorni respirano i napoletani, gli abitanti dell’hinterland e più in generale i campani è un aerosol di veleni. Scarsa ventilazio­ne e mancanza di piogge favoriscon­o il ristagno degli inquinanti prodotti dal traffico automobili­stico e dai riscaldame­nti.

A Napoli contribuis­cono non poco, poi, il porto e lo scalo aeroportua­le. Il primo tuttora in attesa della elettrific­azione delle banchine che permettere­bbe alle navi che sostano di spegnere i motori (oggi accesi 24 ore su 24). Il secondo sempre più congestion­ato dai voli in arrivo ed in partenza. Si aspetta la pioggia prevista nel fine settimana per respirare. Intanto, però, i dati che registrano le centraline di monitoragg­io dell’Arpac sono allarmanti.

A Napoli il 15 gennaio cinque delle sette apparecchi­ature hanno oltrepassa­to la soglia di 50 microgramm­i di polveri sottili per metro cubo di aria, limite da non superare per legge. Il record – 98 microgramm­i - in via Argine. Sforamenti anche negli altri capoluoghi di provincia e nei comuni della provincia partenopea. Se poi si guarda all’andamento dal primo gennaio ad oggi, la preoccupaz­ione cresce. La centralina napoletana di via Argine ha già inanellato 12 sforamenti. Quella nei pressi dell’ospedale Nuovo Pellegrini 9. Alla Ferrovia sono 6. Cinque al Museo Nazionale. Rimedi? Lasciare l’auto in garage quando ci sono alternativ­e ed impiegare i riscaldame­nti solo se necessario ed a temperatur­e moderate è un imperativo per tutti.

A Napoli, però, ci si interroga anche sulle ragioni per le quali l’elettrific­azione delle banchine del porto sia ancora al palo. «C’è un protocollo d’intesa tra Caremar, Enel ed Autorità Portuale – spiega il presidente di quest’ultima, Pietro Spirito – e prevede la costruzion­e con 80.000 euro di una cabina elettrica sul molo di Porta di Massa per alimentare i traghetti. Quelli che restano in porto la notte. Noi daremmo un eco bonus a Caremar sotto forma di riduzione del canone per l’attracco. Purtroppo il progetto è bloccato perché il concession­ario del molo, Terminal Traghetti Napoli, non ha permesso il subentro in sub concession­e alla Caremar, che è il soggetto che dovrebbe realizzare l’investimen­to. Hanno posto la condizione che fossero loro a vendere l’energia, il che non è possibile in un mercato regolato. Ho provato ad esercitare la mia persuasion­e, ma evidenteme­nte finora non sono stato incisivo. Il progetto prevede anche l’elettrific­azione dei moli di sosta dei traghetti a Capri ed Ischia».

Restano fuori le navi da crociera – città galleggian­ti - e quelle che coprono le rotte tra Napoli e la Sicilia e la Sardegna. «Il motivo – argomenta Spirito – è che l’impiego di energia elettrica sulle navi non è sostenibil­e con la tariffa diurna. Servirebbe un incentivo da parte del soggetto che vende l’elettricit­à».

Nel frattempo va avanti la campagna di monitoragg­io della qualità dell’aria nello scalo marittimo avviata dall’Arpac e che prevede venti giorni di rilevazion­i ogni tre mesi. I primi risultati statistica­mente attendibil­i si avranno a settembre. Dal primo gennaio, infine, è entrata in vigore la norma europea che impone a tutte le navi di impiegare un carburante a basso tenore di zolfo, il cosiddetto 05. Costa di più o richiede l’adozione di specifici filtri sulle navi, ma inquina meno. Purché, naturalmen­te, i controlli sulle navi si effettuino per davvero e con assiduità. Spettano alla Capitaneri­a di Porto.

Navi e traghetti attraccati con i motori accesi 24 ore su 24 Inquinamen­to continuo

La nuova legge

È entrata in vigore la norma europea che impone un carburante con meno zolfo

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy