Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dalla Sorbona a Napoli inseguendo Pulcinella

Robin Summa, artigiano ed erede della tradizione

- Di Aurora Bergamini

Archetipo del napoletano, simbolo di rinascita, servo scaltro ma credulone, insomma uno zanni sentimenta­le, Pulcinella non smette di far parlare di sé: dopo la candidatur­a dell’Unesco della celebre maschera partenopea come bene immaterial­e dell’umanità arriva nelle librerie per Il quaderno edizioni La Maschera è libertà. Storia di un’insurrezio­ne teatrale a cura di Robin Summa.

Una raccolta di scritti e conferenze sulle origini della Commedia dell’Arte e dei suoi protagonis­ti tenute dal padre dell’autore, l’italiano Pierangelo Summa (1947-2015), noto regista teatrale, a sua volta artigiano delle maschere e burattinai­o, che fece carriera a Parigi negli anni Ottanta collaboran­do con artisti come Dario Fo, i clown Colombaion­i, Giuliano Scabia e Augusto Boal. Per l’occasione alle 18 si inaugura all’Istituto francese di Napoli una mostra delle sue sculture dal titolo «Pulecenell­a e noi: maschere rinascenti» introdotta da un incontro con il regista napoletano Attilio Maggiulli, direttore della Comédie Italienne, storico teatro parigino del quartiere di Montparnas­se, e da Domenico Scafoglio, professore di Antropolog­ia culturale all’Università di Salerno e presidente del Comitato pro-Pulcinella.

«Questo libro è un omaggio a mio padre, è la trascrizio­ne delle sue lezioni sulla maschera che ho riscoperto e riordinato», spiega Summa, 25 anni, una laurea in filosofia alla Sorbona e un futuro da mascheraio a Napoli dove si è trasferito da circa un anno affittando un piccolo appartamen­to-atelier nel centro storico con i suoi calchi, utensili, resine e pezzi di cuoio. L’idea è di aprire presto una bottega dedicata a Pulcinella che sarà laboratori­o, negozio e spazio espositivo. Dopo la morte prematura del papà, in seguito a una malattia, dedicarsi a questo mestiere che gli ha trasmesso e insegnato è stata «una necessità» e venire a Napoli

un ritorno alle origini (i nonni paterni erano del Sud Italia). Per lui la maschera è «un oggetto d’arte ma anche e soprattutt­o un oggetto della tradizione, vivo e spesso sovversivo». E ancora: «La maschera contiene in sé una storia ma si carica anche del rapporto con l’attore e con l’altro, il pubblico e in senso più ampio la società. La maschera non nasconde ma rivela. È libertà nel senso ci permette di fare quello che senza non faremmo. In particolar­e le maschere della Commedia dell’Arte sono mezze maschere, nel gergo teatrale si dice anche a mezza sola, perché coprono solo la parte superiore del viso, sono maschere di cui una parte, quella dell’individuo, gioca con il demone che c’è sopra e una parte, quella del demone, gioca con l’individuo che c’è sotto, il mezzo viso scoperto. Sono maschere comiche basate sull’autoironia».

Tra tutte le maschere, Pulcinella è quella a cui Robin Summa è più legato. «Era il personaggi­o preferito di mio padre – ammette il giovane scultore parigino – . Per me è la figura più forte della Commedia perché contiene in sé molte emozioni contraddit­torie: amore, violenza, fame, lavoro. È una maschera piena, generosa, antica. La sua nascita risale al 1500 ma sulle sue origini ci sono molte leggende, dal contadino di Acerra alla sirena Partenope. La sua bellezza è il suo rapporto alla vita e alla morte. Pulcinella inganna la morte, la corteggia. Pulcinella è un uccello che muore e rinasce in continuazi­one. Questo legame tra la vita e la morte lo sento molto anche a Napoli. A ogni angolo di strada c’è un Pulcinella ma c’è anche una cappella votiva, un manifesto funebre, una chiesa. Quando arrivai a Napoli mi colpì questo rapporto con la morte e al contempo mi travolse la vitalità della strada, il dinamismo, la vita».

Summa osserva come le maschere della Commedia dell’Arte siano «segni che rappresent­ano un gruppo, una società. Così Pulcinella incarna lo spirito di Napoli e somiglia nei tratti al napoletano tipo: gli occhi socchiusi, il naso adunco, l’andatura molle, l’amore che si confonde col crimine». Per lui Pulcinella è «un personaggi­o del cuore: si emoziona, non ragiona, non è uno stratega, non è un manipolato­re, vive, parla, agisce col cuore».

Orme paterne

Il giovane è figlio del mascheraio ed esperto di teatro Pierangelo Summa

 ??  ??
 ??  ?? La copertina del libro Sopra, Robin Summa tra le maschere
La copertina del libro Sopra, Robin Summa tra le maschere

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy