Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tony Colombo dai pm: al Plebiscito fu un flash mob
Il neomelodico nei corridoi accolto come una star dai presenti, autografi e selfie negli uffici «Chiesi l’autorizzazione per il flash mob». Il fratello del sindaco: da me solo un indirizzo mail
Ieri mattina Tony Colombo, il neomelodico del momento, è stato ascoltato dai pm Maurizio De Marco e Vincenza Marra. In Procura è stato sentito anche Claudio de Magistris. «Ho chiesto l’autorizzazione per un flash mob», ha detto il neomelodico». «Ho solo dato un indirizzo mail», ha chiarito de Magistris jr.
Ha parcheggiato la sua auto poco distante dall’ingresso secondario della Procura di Napoli, quello riservato alle personalità. Da lì entrano politici, magistrati, collaboratori di giustizia e testimoni sotto copertura. Gente che è meglio non far passare per il varco principale.
Ieri mattina Tony Colombo, il neomelodico del momento con all’attivo quasi un milione di seguaci sui social, doveva essere ascoltato dai pubblici ministeri Maurizio De Marco e Vincenza Marra perché indagato di abuso d’ufficio per il concerto non autorizzato del 27 marzo in piazza del Plebiscito. Uno show dedicato alla sua Tina Rispoli (vedova di un boss della camorra ucciso in un agguato) che ieri lo ha accompagnato. All’epoca, bendata con un foulard di seta rossa, aspettava commossa la dedica dell’uomo che il giorno dopo sarebbe diventato suo marito in un matrimonio che sarà ricordato per la carrozza bianca trainata da cavalli, per i trombettieri (cinque agenti della polizia penitenziaria) che suonavano canzoni d’amore in un corteo lunghissimo in diretta Facebook che li portò da Secondigliano fino al Maschio Angioino.
Un evento ricordato anche per la hit Amore ti aspetto all’altare che qualcuno ieri in Tribunale con ironia ha cambiato in “Amore ti aspetto in tribunale”. Colombo non ha rinunciato al suo personale show. Capelli tirati all’indietro, codino, giacca e pantalone neri, camicia bianca e scarpe Dolce&Gabbana. Ad ogni passo che faceva c’era qualcuno che si avvicinava per chiedergli un autografo e una foto. Da via Nuova Poggioreale, dove aveva lasciato il bolide con il quale era arrivato, a via Grimaldi, sede della Procura di Napoli, decine di persone lo hanno avvicinato, accerchiato, esaltato, abbracciato. I selfie, poi, ci sono stati anche davanti all’ingresso della degli uffici della Procura e qualcuno lo ha visto intrattenersi anche vicino agli ascensori che lo hanno portato al settimo piano dove lo aspettavano i magistrati per interrogarlo.
Tony a Napoli è un divo. Lo chiamano ai matrimoni, alle promesse, alle serenate, ai compleanni: anche quattro eventi a sera. Ma per quello di piazza del Plebiscito è stato inscritto nel registro degli indagati. Secondo la Procura era un concerto non autorizzato e oltre a lui sono state iscritte altre sette persone, tra le quali il fratello del sindaco, Claudio de Magistris, che risponde come
Colombo di abuso d’ufficio. Accompagnato dall’avvocato Enrico Von Arx, de Magistris ha chiarito la sua posizione. «Conoscevo Colombo dal 2016 per il suo successo come artista e mi sono limitato a dargli una mail istituzionale per una richiesta di un flash mob quando me l’ha chiesta. Nulla di più», ha detto. Colombo, accompagnato dall’avvocato Luigi Senese si è difeso con fermezza, in quasi due ore di domande, sostenendo che l’esibizione al Plebiscito non era un concerto ma un flash mob (per il quale ha sostenuto Senese non ci sarebbe neanche bisogno di autorizzazione). Qualche giorno prima si era messo in contatto con la segretaria particolare del Sindaco, Sarah Terracciano (anche lei indagata).
«Conosco Claudio de Magistris da molto tempo. Chiesi se poteva mettermi in contatto con qualcuno al Comune per essere autorizzato ad un flash
mob e così fece. Nulla di più. Mi diede una mail con la quale contattai la dottoressa Terracciano che mi rispose e mi autorizzò». Ricorda di aver stampato la mail e di averla portata con sé: «La feci vedere anche ai militari davanti alla Prefettura e anche loro mi chiesero un selfie quella sera».