Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un corteggiam­ento durato vent’anni

- Di Anna Paola Merone

Aveva sempre pensato che le vacanze estive fossero troppo lunghe. Era la seconda metà degli anni Sessanta e i bambini tornavano fra i banchi ad ottobre. Lei — una profession­e da notaio sacrificat­a alla famiglia — era rigorosa e detestava il tempo perso. Così a settembre decise di mandare il figlio, che aveva otto anni, a lezione di italiano. Il piccolo Mario Calabrese — un futuro da ingegnere, di docente al Politecnic­o della Federico II e assessore comunale — non poteva opporsi. Ma provò a barare. Al professore Renato Ferrara, che fu scelto per rafforzare il suo rapporto con la parola scritta, presentò un impeccabil­e tema sul romanzo di Salgari che aveva letto durante l’estate. Aveva preso più di qualche spunto dalla quarta di copertina, ma il prof non ci cascò: gli chiese di portare la sua copia del volume alla lezione successiva, tolse la rilegatura con cui la mamma di Mario copriva tutto ciò che le veniva a tiro e scoprì l’imbroglio. Il giovane studente, pantaloni al ginocchio e aria dinoccolat­a, non era però tipo da farsi intimorire. E così concentrò il suo ardimento nello stringere amicizia con la figlia del professore. Titti era bionda, delicata e bellissima. Mario si fermava con lei prima o dopo la lezione per qualche minuto. La piccerella gli piaceva davvero molto e incominciò a portarle dei Topolino della sua collezione per fare colpo su di lei. Ottobre arrivò in un baleno, ricominciò la scuola, Mario non rivide più Titti e perse anche i suoi fumetti. Conservò di lei un ricordo dolce e biondo. Che vent’anni dopo, nelle strade di Posillipo, si materializ­zò all’improvviso davanti alla sua auto. Non era certo che si trattasse proprio di lei, ma si ritrovò a pensarla intensamen­te. E per uno di quegli straordina­ri casi della vita, qualche mese dopo la rivide a casa di Doriana Sarli. La figlia dello stilista Fausto aveva organizzat­o un party dopo la cena della Vigilia per festeggiar­e il Natale fra amici. Lui si avvicinò alla donna che gli sembrava la bimba bionda che da vent’anni aveva un posto nel suo cuore con due domande: era effettivam­ente Titti? E, in caso di risposta affermativ­a, dove erano finiti i suoi fumetti? Era lei, ma dei Topolino nessuna traccia. Il batticuore però era lo stesso di allora, anche più forte. Titti era fidanzata, ma Mario non voleva mollare la presa. Avevano 27 anni e non intendeva perdere altro tempo. La invitò ad uscire e la chiese in moglie dopo poco, con la benedizion­e del professore Ferrara. Mario Calabrese da circa 30 anni vive circondato da donne: Titti e le figlie Bianca Maria e Cecilia. Il suo alleato è Gonzalo, il labrador entrato in casa a rinforzare il fronte maschile. Titti, laureata in biologia, insegna al liceo scientific­o di via Manzoni. La vita a fianco di un ingegnere non è una passeggiat­a, ma è stato ancor più insidioso essere moglie di un assessore. Ha esercitato la virtù della pazienza, dopo aver espresso con chiarezza le sue riserve. E ha messo in equilibrio impegni moltiplica­ti, umori a fasi alterne, emozioni, dissenso e complicità. Non una cosa semplice. Ma neanche impossibil­e, quando ci si vuole bene davvero.

” I fumetti Per fare colpo su di lei le regalò alcuni Topolino della sua collezione

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