Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dalla Champions al PalaBarbut­o, ecco Iannuzzi

Martedì ha giocato con Brindisi a Istanbul, il lungo pronto a esordire contro Trapani

- Carmelo Prestisimo­ne

NAPOLI Qualcuno a Fuorigrott­a lo chiama già “il Barba”, rievocando il più celebre James Harden, col cartello già pronto per la sfida di domani quando la Gevi Napoli affronterà la 2B Control Trapani (ore 18, arbitri Foti, Ferretti e Bonotto) al PalaBarbut­o. Eppure Antonio Iannuzzi, che sarà in campo contro i siciliani, ha più di qualche centimetro rispetto al play di Houston ed è carico a pallettoni per la nuova avventura nella sua Campania visti i natali avellinesi e i primi passi sul parquet mossi proprio con la Scandone.

Contratto biennale, ventinove anni ad aprile, due metri e 8 centimetri ed a pieno regime vista la sua ultima gara giocata solo martedì con l’Happycasa Brindisi in Champions a Istanbul contro il Besiktas di Savas e McKissic. Dopo la partenza di Andrea Spera - ceduto anche Milani a Vigevano - è l’unico giocatore campano del team di Sacripanti oltre ad essere quel lungo che l’allenatore di Napoli voleva da diverse settimane per completare la sua idea di pallacanes­tro. «Volevo certamente giocare di più - ha spiegato Iannuzzi -, e Napoli e l’A2 mi sono sembrate le scelte giuste. Ho parlato prima col capitano Guarino e poi con Sacripanti che mi hanno aiutato a orientarmi. Il contratto a lunga durata mi gratifica e mi dà la possibilit­à di costruire qualcosa di importante qui. Avverto che il club è lungimiran­te e questa è una cosa super per noi giocatori. Voglio aiutare i miei nuovi compagni di squadra e integrarmi nel modo migliore». Giocatore utile sotto i tabelloni nel ruolo di ala forte e centro che gioca bene spalle al canestro e ha un tiro onesto anche dalla media. Con i salentini di Vitucci viaggiava in campionato a più di 7 minuti con quasi 2 punti e 2 rimbalzi a gara. Era nel pacchetto lunghi con John Brown, Tyler Stone,

Gaspardo, Radosavlje­vic poi andato via ed ora che è arrivato anche Sutton gli spazi e le rotazioni non erano così abbondanti per conquistar­e quel minutaggio e di conseguenz­a quella fiducia che ogni cestista deve possedere per giocare con costanza e rendimento: «Sono un giocatore adrenalini­co che si accende con l’entusiasmo, che si esalta quando vedo che il pubblico è dalla nostra parte e ci segue con passione - ha spiegato -. Riesco ad aprire il campo se c’è bisogno». Il Barba azzurro è pronto.

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«Il Barba» Antonio Iannuzzi

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