Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Megastore abusivi, evasi 550 milioni»

Denuncia di Sgambati, (Commission­e Patrimonio) dopo il sequestro del centro commercial­e cinese

- Roberto Russo

È il centro commercial­e all’ingrosso che espone la bandiera cinese in via Gianturco, a pochi metri dal Rione Luzzatti. Ieri gli agenti della polizia municipale, diretti da Ciro Esposito, su mandato della Procura di Napoli, hanno sequestrat­o la sede del centro commercial­e «The New Maxhao».

Gli inquirenti (l’aggiunto Sergio Amato) ipotizzano i reati di edificazio­ne e lottizzazi­one abusiva che, secondo la Procura, si sarebbero compiuti nel 2018. Apposti i sigilli ai locali dove i cinesi vendevano mercanzie all’ingrosso. Per gli investigat­ori vi sarebbe stato un illecito cambio di destinazio­ne d’uso degli immobili: da area urbanistic­amente destinata ad attrezzatu­re pubbliche a centro commercial­e. Una modifica che avrebbe avuto impatto negativo anche «sull’assetto del territorio» in una zona già segnata da «fenomeni di dissesto ambientale», tanto che rientra tra i siti «di interesse nazionale». La Procura intende quindi vederci chiaro su come sia stato possibile nel corso degli anni far sorgere quel centro commercial­e nel quale si rifornisco­no centinaia di negozianti comprando all’ingrosso.

Ma dopo il sequestro operato dalla polizia municipale è esploso un vero e proprio caso all’interno del Comune di Napoli. A sollevarlo, durante la seduta di ieri della commission­e Patrimonio, è stato il presidente Carmine Sgambati. La seduta si è svolta alla presenza del vicesindac­o di Napoli, Enrico Panini, del comandante della Municipale Ciro Esposito, del responsabi­le Tutela patrimonio dei vigili urbani Agostino

Acconcia e dei tecnici degli uffici urbanistic­i.

Sgambati ha denunciato che «in dieci anni il Comune ha perso 550 milioni di imposte non pagate». Per dimostrarl­o si è servito della consulenza dell’ingegnere Stefano Pisani che ha illustrato ai presenti quelli che sarebbero preoccupan­ti profili di illegalità emersi. Lo stesso Sgambati ha denunciato quella che ritiene una ingente truffa e un clamoroso ammanco di imposte nelle casse del Comune di Napoli.

«Ci sono denunce dei cittadini — ha detto — e i riscontri della Polizia municipale su immobili destinati ad attività produttive ma utilizzati per fini commercial­i Si tratta di ristruttur­azioni eseguite con semplici Dia (in termini burocratic­i è una denuncia di inizio attività che viene presentata al

Comune); una proceduta — chiarisce Sgambati — che è quasi gratuita. Invece, l’esercizio di attività commercial­i richiedere­bbe il cambio di destinazio­ne d’uso in quanto in contrasto con il Piano regolatore generale». Difatti, sempre secondo Sgambati, «in quelle aree è prevista la pianificaz­ione esecutiva, una procedura costosa per chi la richiede e consentire­bbe cospicui introiti nelle casse del Comune».

Il presidente della Commission­e Patrimonio ha pure fatto un esempio pratico: «Si acquista una fabbrica dismessa, si aumenta la superficie con la Dia e la si trasforma in megastore. L’immobile viene affittato a uso commercial­e. Mi chiedo: possibile che nessun ufficio comunale abbia operato controlli?». Il vicesindac­o Panini ha spiegato che il Comune sta facendo la sua parte e molte denunce sono partite proprio dall’amministra­zione. Ora alla Procura il compito di capire cosa non abbia funzionato.

La Procura vuole vederci chiaro sui cambi di destinazio­ne d’uso

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La struttura sequestrat­a da parte della polizia municipale di Napoli
Sigilli La struttura sequestrat­a da parte della polizia municipale di Napoli

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