Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Megastore abusivi, evasi 550 milioni»
Denuncia di Sgambati, (Commissione Patrimonio) dopo il sequestro del centro commerciale cinese
È il centro commerciale all’ingrosso che espone la bandiera cinese in via Gianturco, a pochi metri dal Rione Luzzatti. Ieri gli agenti della polizia municipale, diretti da Ciro Esposito, su mandato della Procura di Napoli, hanno sequestrato la sede del centro commerciale «The New Maxhao».
Gli inquirenti (l’aggiunto Sergio Amato) ipotizzano i reati di edificazione e lottizzazione abusiva che, secondo la Procura, si sarebbero compiuti nel 2018. Apposti i sigilli ai locali dove i cinesi vendevano mercanzie all’ingrosso. Per gli investigatori vi sarebbe stato un illecito cambio di destinazione d’uso degli immobili: da area urbanisticamente destinata ad attrezzature pubbliche a centro commerciale. Una modifica che avrebbe avuto impatto negativo anche «sull’assetto del territorio» in una zona già segnata da «fenomeni di dissesto ambientale», tanto che rientra tra i siti «di interesse nazionale». La Procura intende quindi vederci chiaro su come sia stato possibile nel corso degli anni far sorgere quel centro commerciale nel quale si riforniscono centinaia di negozianti comprando all’ingrosso.
Ma dopo il sequestro operato dalla polizia municipale è esploso un vero e proprio caso all’interno del Comune di Napoli. A sollevarlo, durante la seduta di ieri della commissione Patrimonio, è stato il presidente Carmine Sgambati. La seduta si è svolta alla presenza del vicesindaco di Napoli, Enrico Panini, del comandante della Municipale Ciro Esposito, del responsabile Tutela patrimonio dei vigili urbani Agostino
Acconcia e dei tecnici degli uffici urbanistici.
Sgambati ha denunciato che «in dieci anni il Comune ha perso 550 milioni di imposte non pagate». Per dimostrarlo si è servito della consulenza dell’ingegnere Stefano Pisani che ha illustrato ai presenti quelli che sarebbero preoccupanti profili di illegalità emersi. Lo stesso Sgambati ha denunciato quella che ritiene una ingente truffa e un clamoroso ammanco di imposte nelle casse del Comune di Napoli.
«Ci sono denunce dei cittadini — ha detto — e i riscontri della Polizia municipale su immobili destinati ad attività produttive ma utilizzati per fini commerciali Si tratta di ristrutturazioni eseguite con semplici Dia (in termini burocratici è una denuncia di inizio attività che viene presentata al
Comune); una proceduta — chiarisce Sgambati — che è quasi gratuita. Invece, l’esercizio di attività commerciali richiederebbe il cambio di destinazione d’uso in quanto in contrasto con il Piano regolatore generale». Difatti, sempre secondo Sgambati, «in quelle aree è prevista la pianificazione esecutiva, una procedura costosa per chi la richiede e consentirebbe cospicui introiti nelle casse del Comune».
Il presidente della Commissione Patrimonio ha pure fatto un esempio pratico: «Si acquista una fabbrica dismessa, si aumenta la superficie con la Dia e la si trasforma in megastore. L’immobile viene affittato a uso commerciale. Mi chiedo: possibile che nessun ufficio comunale abbia operato controlli?». Il vicesindaco Panini ha spiegato che il Comune sta facendo la sua parte e molte denunce sono partite proprio dall’amministrazione. Ora alla Procura il compito di capire cosa non abbia funzionato.
La Procura vuole vederci chiaro sui cambi di destinazione d’uso