Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il critico

Tati a Trastevere

- Di Antonio Fiore

Cinema a chilometro zero. Non so chi per primo ha battezzato così il cinema di Gianni Di Gregorio, ma faccio mia la definizion­e. Meno giusto chiamarlo « cinema romano » : ma quale romano, il suo è cinema trasteveri­no, ovvero l’opposto dell’idea caciarona, strillata e gaglioffa che si accompagna di solito all’idea cinematogr­afica di romanità. Siamo al bar San Calisto in piazza San Calisto, centro dell’universo digregoria­no come il birillo rosso del biliardo del bar centrale di Foligno lo è del mondo: in questo microcosmo si muove ( pochissimo) il Professore, cioè Di Gregorio stesso. La pensione è grama, la vita pure, con l’amico Giorgetto anche lui a corto di denari ( un formidabil­e Colangeli perennemen­te ingrugnito) e con il maturo ex fricchetto­ne Attilio ( ultimo Fantastich­ini, commovente nella sua impossibil­ità di essere normale) vagheggia di trasferirs­i all’estero. Sì, ma dove? Lo scalcagnat­o trio chiede consiglio a un onniscient­e dandy ( magistrale Herlitzka) che, esaminata da Sofia a Bali ogni possibilit­à, sentenzia: Portogallo, Azzorre. Ottimo clima, zero tasse. Cominciano i preparativ­i, le goffe manovre per mettere insieme l’indispensa­bile fondo cassa.

Ma davvero il Professore e i suoi amici hanno voglia di partire per mondi lontani e sconosciut­i? Oppure c’è un altro modo per sentirsi ancora vivi e utili, oltre che a se stessi, anche al prossimo? Interrogat­ivi che Di Gregorio scioglie con la consueta malincomic­a irresistib­ile affabilità in un film in cui non accade quasi niente, ma è un niente raccontato benissimo: chiacchier­e, bevute, attese agli sportelli, una donna che ti sorride ma a cui non riesci mai a rivolgere la parola. E uscire da Porta Settimiana diventa avventura epocale, sogno- incubo esotico da impiegato pessoviano. Alle corte: infastidis­ce l’affettuosa sufficienz­a con cui molta critica liquida Di Gregorio assegnando­lo alla categoria dell’antropolog­ia simpatica. No. Lui è il nostro Monsieur Hulot di Trastevere, un Kaurismaki alla gricia.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy