Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il critico
Tati a Trastevere
Cinema a chilometro zero. Non so chi per primo ha battezzato così il cinema di Gianni Di Gregorio, ma faccio mia la definizione. Meno giusto chiamarlo « cinema romano » : ma quale romano, il suo è cinema trasteverino, ovvero l’opposto dell’idea caciarona, strillata e gaglioffa che si accompagna di solito all’idea cinematografica di romanità. Siamo al bar San Calisto in piazza San Calisto, centro dell’universo digregoriano come il birillo rosso del biliardo del bar centrale di Foligno lo è del mondo: in questo microcosmo si muove ( pochissimo) il Professore, cioè Di Gregorio stesso. La pensione è grama, la vita pure, con l’amico Giorgetto anche lui a corto di denari ( un formidabile Colangeli perennemente ingrugnito) e con il maturo ex fricchettone Attilio ( ultimo Fantastichini, commovente nella sua impossibilità di essere normale) vagheggia di trasferirsi all’estero. Sì, ma dove? Lo scalcagnato trio chiede consiglio a un onnisciente dandy ( magistrale Herlitzka) che, esaminata da Sofia a Bali ogni possibilità, sentenzia: Portogallo, Azzorre. Ottimo clima, zero tasse. Cominciano i preparativi, le goffe manovre per mettere insieme l’indispensabile fondo cassa.
Ma davvero il Professore e i suoi amici hanno voglia di partire per mondi lontani e sconosciuti? Oppure c’è un altro modo per sentirsi ancora vivi e utili, oltre che a se stessi, anche al prossimo? Interrogativi che Di Gregorio scioglie con la consueta malincomica irresistibile affabilità in un film in cui non accade quasi niente, ma è un niente raccontato benissimo: chiacchiere, bevute, attese agli sportelli, una donna che ti sorride ma a cui non riesci mai a rivolgere la parola. E uscire da Porta Settimiana diventa avventura epocale, sogno- incubo esotico da impiegato pessoviano. Alle corte: infastidisce l’affettuosa sufficienza con cui molta critica liquida Di Gregorio assegnandolo alla categoria dell’antropologia simpatica. No. Lui è il nostro Monsieur Hulot di Trastevere, un Kaurismaki alla gricia.