Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Lo spettatore
Fantastico Fantastichini
Un film lieve ma profondo. Lo spettatore ha l’opportunità di potere sorridere con tenerezza pensando senza rimozioni ad una realtà complessa. La realtà della vecchiaia. L’inevitabile durezza della vecchiaia temperata e quasi superata dalla voglia di vivere la vita semplice di ogni giorno. Ma anche di ritrovare sempre ogni giorno un nuovo progetto. E non conta quel che resta del tempo. Si un po’ di tutto ciò c’è, senza esagerare, nel film di Gianni di Gregorio. Ma c‘ è anche qualcosa in più. L’italia non è’ un paese per vecchi. Professore di latino e greco o lavoratore precario sia stato nella vita. Il welfare è equamente ingiusto. Ma l’Italia è un Paese bello. Con una capitale bellissima. Roma. Ed un quartiere di inquietante fascino. Trastevere. Con nell’aria un vento magico che umanizza meravigliose piazze, vicoli angolosi, bar, e persino freschi bicchieri di vino bianco o di birra bevuti come sidro r i generante. E quartiere che consolida vecchie amicizie e ne regala delle nuove. E soprattutto mette in rete anime generose pur provate dalle durezze della esistenza.
Godetevi i pregi di questo film. Scoprite la bella trama e non vergognatevi di commuovervi alla scena finale.
Una gioiosa scorpacciata di anguria fatta dopo un catartico ma naturale gesto di generosità. Un inno contro ogni egoismo. Di stato e di popolo. Bravo Gianni di Gregorio attore e regista. Originale patrimonio del cinema italiano. A sessanta anni circa dieci anni addietro, dopo anni di buone sceneggiature, esordisce come regista. Il suo quarto film ne rafforza le doti. Bravo Giorgio Colangeli interprete di un personaggio di complessa superficialità. Bravissimo e struggente Ennio Fantastichini ( foto) nel film che segna il suo addio alla vita. Ci mancherà.