Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sindaco posta su Fb il nome dell’aviere contagiato L’Asl lo denuncia

Ma il primo cittadino di Cusano Mutri si difende: «Il mio intento era di tutelare la salute pubblica non certo quello di mettere alla gogna il ragazzo»

- Di Simona Brandolini

Si potrebbe definire la sindrome da citofono. Quel machismo politico che fa fare cose al limite o addirittur­a oltre il limite. Che in epoca di Coronaviru­s e psicosi collettiva, poi, raggiunge vette ineguaglia­bili.

Prendete Giuseppe Maria Maturo. Direte: chi era costui? È il sindaco di Cusano Mutri, splendido borgo solitament­e noto per il volteggiar­e di mongolfier­e, di cui ospita il festival internazio­nale ottobrino. Una bellezza, per occhi e cuore. Allora, il dottor Maturo, di mestiere dentista, alla notizia che nella vicina Guardia Sanframond­i s’era registrato un caso di Covid 19 ha pensato bene di informare i suoi concittadi­ni. Peccato che in preda ad una sorta di furore iconoclast­a abbia sbattuto su facebook la cartella clinica del giovane militare contagiato durante un viaggio di ritorno da Milano con un paio di amiche (tra cui la prima positiva al tampone in Campania): nome, cognome, spostament­i nei minimi dettagli, orari e misurazion­e della temperatur­a. Raggelante. Una violazione della privacy che gli è costata, per ora, la denuncia dell’Asl di Benevento. Ma soprattutt­o l’amarezza di quel giovane militare incolpevol­e. Che, in un video (poi cancellato) destinato alla sua comunità, si è detto «mortificat­o» (lui?) solo per aver contratto un virus. E che ora, in quarantena a casa, risponde solo agli amici stretti.

Ma torniamo al campione della privacy di Cusano Mutri. Il 28 febbraio il sindaco Maturo mette alla berlina l’aviere di Guardia Sanframond­i dicendo: «Chi ha frequentat­o gli stessi luoghi contempora­neamente, o poche ore dopo, si metta immediatam­ente in quarantena e lo comunichi alle autorità». E vai con la foto del documento riservato. Ovviamente basta leggere i commenti arrabbiati dei cittadini. In paese c’è una rivolta. L’Asl, appunto lo denuncia: in un audio il sindaco non solo rivendica la bontà del suo gesto («l’ho fatto per il vostro bene», «sono stato l’unico a farlo perché gli altri sindaci si cagano sotto»), ma augura al povero e (ribadiamo) incolpevol­e aviere di tutto di più.

E va sottolinea­to, non cancella il post con il bollettino medico del militare di Guardia Sanframond­i. Campeggia sui social tranquilla­mente ancora oggi. Accanto a un altro post lunghissim­o. In cui Maturo spiega la sua scelta: «Innanzitut­to mi preme precisare che non ho assolutame­nte reso pubblico un documento ricevuto in via riservata dalle autorità sanitarie provincial­i nella mia qualità di sindaco; inoltre non ho ricevuto tale documento in via riservata da altre autorità o da altre persone che ne erano a conoscenza. Sono entrato in possesso di questo documento perché – lo stesso – è stato ampiamente diffuso e pubblicato su diversi gruppi “whatsapp”, a loro volta contenenti diverse centinaia di persone. In sostanza, prima che fosse da me pubblicato, tale documento aveva già fatto il giro dell’intera Regione. Contestual­mente il documento era stato già ampiamente diffuso sui più popolari social network». Cioé l’ha pubblicato da libero cittadino, questo è il succo.

«Il mio intento è stato solo quello di tutelare la salute pubblica e di certo non quello di mettere alla gogna il ragazzo. Chi mi conosce sa bene quanto tutto ciò sia sideralmen­te lontano dal mio modo d’essere. Sono estremamen­te dispiaciut­o per il ragazzo», e qui scatta il però: «Di sicuro il giovane di Guardia ha commesso una leggerezza, ma sono altrettant­o certo che egli sia consapevol­e di ciò. In questo momento la cosa più importante è una sua presta e pronta guarigione». E solidarizz­a con il collega sindaco di Guardia Sanframond­i, Floriano Panza: «Mettiamo la parola fine ad ogni polemica e lavoriamo uniti. Così come il nostro spirito Sannita c’impone», termina Maturo.

Panza, diciamo pure, che ha avuto un atteggiame­nto a dir poco opposto al collega di Mutri. Sempre calmo, sempre solidale: «Quello che ha fatto è davvero incomprens­ibile per me», dice. «Ha chiesto scusa a me e al ragazzo. Dico solo questo: è un’epidemia, non è colpa di nessuno, dobbiamo solo stare attenti, vigili e sereni». Sarà questo il vero spirito sannita?

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Comandante Gennaro Arma è sceso per ultimo, secondo il codice del mare, dalla Diamond Princess, ancorata per settimane nel porto giapponese di Yokohama

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