Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il governatore e il countdown per eliminare le ecoballe
Il 30 luglio 2015, Vincenzo De Luca, fresco di elezione, annunciava: «Renzi si farà carico di togliere le ecoballe, in tre anni rimuoveremo 5 milioni di tonnellate». Poi, si sa come è andata a finire: la Cina che ha interrotto i flussi di monnezza; i paesi dell’est che non hanno più interesse a smaltire i rifiuti campani e la Gran Bretagna che ha iniziato ad esportare spazzatura. Fino a ieri, quando il governatore è tornato a capovolgere la clessidra e a far ripartire il countdown: «Nell’arco di un anno e mezzo avremo ripulito la Campania dalle ecoballe — ha detto all’inaugurazione dei lavori per l’impianto di compostaggio di Pomigliano che smaltirà 24 mila tonnellate —. Abbiamo accumulato in maniera irresponsabile cinque milioni di tonnellate di ecoballe in vent’anni. La Regione lavora oggi concretamente per eliminarle. Per la prima volta abbiamo un piano organico con tre filiere. La prima prevede il trasporto fuori regione di 900.000 tonnellate. Abbiamo fatto le gare in questi anni in trasparenza, facendo un protocollo con l’Anac e così abbiamo eliminato 500.000 tonnellate di ecoballe e diciamo che per la fine dell’anno avremo completato questa prima filiera. La seconda filiera riguarda due milioni di tonnellate per cui prevediamo la trasformazione in combustibile solido secondario da mandare a cementerie, centrali elettriche e impianti. La terza prevede il recupero di materiale riciclabile: parliamo di altre due milioni di tonnellate di ecoballe di cui facciamo la tritovagliatura, recuperiamo plastica, vetro, materiali ferrosi e il resto va in discarica». Il presidente della commissione regionale Terra dei Fuochi, Gianpiero Zinzi, reagisce: «Aveva già promesso di liberare la Campania dai rifiuti in balle entro il 2019, ora che quel termine è superato e solo il 10% è stato rimosso arriva l’ennesimo annuncio a pochi mesi dalle elezioni». Stefano Caldoro parla di «presidente barzelletta» e la consigliera Maria Muscarà dei 5 stelle accusa : «Umido trasferito in Croazia a 270 euro la tonnellata, siti di stoccaggio che riaprono appena spira un venticello di crisi ed ecoballe ancora lì».