Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il complice confessa al pm: «Ci serviva il denaro per poter andare a ballare»

Decreto di fermo per il 17 enne, anche lui sabato sera in via Orsini

-

Era sabato sera e volevano andare a ballare: per questo Ugo e Ferdinando hanno preso di mira quel giovane automobili­sta col Rolex al polso, non immaginand­o che fosse un carabinier­e e avesse con sé la pistola. Il movente del tentativo di rapina emerge dal decreto di fermo emesso dal pm minorile Francesco Cerullo nei confronti di Ferdinando, 17 anni il prossimo 16 maggio, che sabato sera in via Orsini era insieme con Ugo Russo, rimasto ucciso dai colpi sparati dal militare. L’udienza di convalida è fissata per questa mattina; il diciassett­enne è assistito dall’avvocato Mario Bruno.

«Non sussistono dubbi — si legge nel decreto di fermo — sulla partecipaz­ione di Ferdinando all’evento delittuoso, che era nato dal desiderio di procurarsi del denaro per andare a ballare (movente condiviso anche dal complice deceduto); i due avevano individuat­o la vittima e la avevano seguita per poi rapinarla nel momento in cui aveva parcheggia­to la vettura».

Secondo il pm, inoltre, sussistono sia il pericolo di reiterazio­ne del reato sia il pericolo di fuga. Il primo, perché la pistola — replica priva di tappo rosso e la targa falsa applicata allo scooter erano nella sua disponibil­ità: «La detenzione di tali beni chiarisce che il minore aveva preparato gli strumenti di azione programman­do la rapina e tanto dimostra la certa probabilit­à di reiterazio­ne». Ma il motivo non è solo questo: «Come ammesso in interrogat­orio, egli non frequenta la scuola e trascorre le giornate per strada senza alcuna occupazion­e».

Quanto al pericolo di fuga, il pm sottolinea la difficoltà nel rintraccia­rlo: dopo il tragico tentativo di rapina, infatti, si è allontanat­o dalla casa della nonna, dove vive, per raggiunger­e un’altra abitazione di famiglia, nella zona dei Quartieri spagnoli. «Resta il fatto — scrive il pm — che i familiari del minore, contattati più volte al telefono, non fornivano indicazion­i utili per rintraccia­rlo e questi non era raggiungib­ile. Appare chiaro che vi è stata una interruzio­ne dei contatti con l’autorità dalla notte del delitto fino alle 13.30, quando la polizia giudiziari­a recuperava il minore con il padre. Tale condotta — rileva ancora il pm — denota il pericolo di fuga che potrebbe reiterarsi se il minore venisse messo in libertà».

Il difensore, tuttavia, chiederà al giudice l’affidament­o di Ferdinando a una comunità. Il ragazzo avrebbe raccontato così le fasi del tentativo di rapina, secondo l’AdnKronos: «Guidavo il motorino, ma non è mio. Mi sono fermato a due, tre metri dalla macchina del ragazzo, Ugo è sceso, gli ha chiesto l’orologio, lui ha fatto il gesto, come per sfilarselo, e a quel punto ha sparato. Non ha detto di essere un carabinier­e. Un primo colpo ha raggiunto Ugo al petto tanto da farlo sbalzare indietro. Si è girato per tornare verso di me. Il secondo proiettile, però, lo ha preso alla testa».

Il ragazzo

Guidavo lo scooter Ugo è sceso e gli ha chiesto l’orologio Ha fatto finta di sfilarlo ma poi ha sparato

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy