Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Massimo Di Porzio e Jane Ritter

Quel primo bacio in vico dei Sospiri

- di Anna Paola Merone

Jane arriva per la prima volta a Napoli, dall’Australia, con un programma Intercultu­ra. È di Melbourne, ha 16 anni e una voglia matta di scoprire il mondo. La sua destinazio­ne, insieme con un gruppo di amiche, era Firenze. Ma, per una serie di motivi tecnici, viene dirottata in Campania. A Portici, a casa di una famiglia di medici, resterà poco meno di un anno. Un tempo che basta a farle entrare Napoli nel cuore. È per questo motivo che — dopo la laurea in Scienze ambientali — sceglie di trascorrer­e il suo anno sabbatico in Italia. Torna a Napoli e scopre una città ancora più seduttiva di quella che ricordava, vibrante, ricca di suggestion­i di arte contempora­nea. E sceglie di restarci per un po’. Vuole vivere il «rinascimen­to napoletano» e così cerca casa e un lavoro. Al British Council sono alla ricerca di una insegnante e lei ha il curriculum giusto. È qui che conosce Massimo Di Porzio, che si distingue fra gli altri studenti non solo perché è il più alto di tutti. Non è un ragazzino e da tempo guida lo storico ristorante di famiglia — Umberto — che ha rilanciato su una ribalta internazio­nale. Frequenta il British per affinare la sua capacità di interagire con clienti in arrivo da ogni parte del mondo. I due diventano amici. Jane ha 28 anni, (Massimo 33), quando nel 2001 decide che è tempo di tornare in Australia. La sorella l’ha raggiunta a Napoli e, prima di partire, le fa fare un giro dei suoi luoghi preferiti. Vuole portare via insieme con tutti gli altri ricordi - anche quello della cucina tipica napoletana. Così prenota al ristorante di Massimo. Paccheri alla genovese, pizza, scarpariel­lo, babà... La serata delle due ragazze, dopo cena, prosegue allo Smove, uno dei pochi locali all’epoca aperti nella zona dei baretti di Chiaia. Massimo all’1 chiude il ristorante, la stanchezza si fa sentire. Le ragazze gli hanno chiesto di raggiunger­le, ma lui vacilla. Poi decide di andare. Il locale è in vico dei Sospiri, la strada dove è nato che ha un nome evocativo e poetico. È questo il pensiero che lo sospinge dove, attraverso una gran folla, vede solo Jane e il suo sorriso. In un istante le si avvicina, la stringe fra le braccia e la bacia. Lei non lascerà più Napoli e lui ricorderà nella sua «promessa» di nozze — una consuetudi­ne dei matrimoni anglosasso­ni— il valore simbolico del luogo di quel primo bacio e la sensazione di un destino che si compie con la donna giusta. L’Australia è a 20 ore di volo da Napoli, ma Massimo e Jane sono vicinissim­i. Anche quando lei esita di fronte alla soluzione di problemi che, in stile partenopeo, lui affronta con leggerezza. In una casa con giardino, al centro di Napoli, hanno messo su famiglia dopo le nozze celebrate nel 2003 a Napoli in riva al mare, al Bagno Elena, e replicate a Melbourne. I figli James Umberto e Lio frequentan­o scuole italiane, parlano inglese con la mamma e mangiano la cucina napoletana di papà. In un felice intreccio di culture, lingue e sapori.

”Viaggi Napoli e Melbourne sono molto più vicine di quanto appare

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