Corriere del Mezzogiorno (Campania)
E ora in quarantena mettiamo la violenza sulle donne
La rassegna 8 Marzo 2020 - Lo sguardo delle donne è stata annullata, necessariamente, per evitare occasioni di contagio per quella che si profila come una pericolosa pandemia. Ma se per il Covid-19 abbiamo speranze che la scienza trovi risposte per fermarla, non abbiamo trovato il vaccino contro la violenza sulle donne.
Definita nel 2013 come pandemia dall’Onu, perché il vaccino contro la violenza non è questione di provette. Le donne però fanno sentire la propria voce anche in quest’8 marzo silenziato. La piazza pubblica è stata trasformata in uno spazio virtuale di connessione e relazione sulla piattaforma Facebook, nuovo megafono da impugnare https:// www.facebook.com/events/193329468680043/ mentre strade, piazze e luoghi d’incontro restano vietati alla comunicazione.
L’evento è stato trasformato, in poche ore, in una piazza virtuale in cui interagire, come ha detto Caterina Arcidiacono «per mantenere l’impegno nel contrasto alla violenza sulle donne, dalla piazza reale all’agorà virtuale, in cui tutti possono connettersi e incontrarsi». L’iniziativa, ha assunto un’inedita forma e la creatività delle psicologhe che hanno partecipato alla preparazione, ha creato lo slogan La violenza contro le donne - Mettiamola in quarantena! Come a dire che la violenza contro le donne è un pericolo sempre, e bisogna sbarrarle la strada
quanto al coronavirus.
«Siamo nelle nostre case, ma siamo connessi/e. Siamo in casa, ma anche per approfittare del piacere dei nostri legami e trasformare un’emergenza nella possibilità di ‘uno spazio per noi’», aggiunge Antonella Bozzaotra, responsabile del Progetto Olv per l’Asl Napoli 1.
«In questo modo, chi voleva partecipare è stato informato tramite una notifica Facebook di tutti gli appuntamenti e le azioni nel corso dell’evento, con appuntamenti sia il 7 sia l’8 marzo, inclusi nella diretta Facebook», aggiunge l’assessora Francesca Menna, organizzatrice della rassegna 8 Marzo per il Comune di Napoli.
Tutti e tutte hanno potuto intervenire commentando durante la diretta e condividendola sul proprio profilo.
Le condivisioni e i commenti sui post dell’evento hanno creato una fitta rete virtuale, che ha messo in comune punti di vista sulla violenza, in un dialogo sull’inviolabilità del corpo femminile e la violenza familiare sulle donne e i bambini, «con le opinioni in confronto diretto, con interviste e racconti su ciò che accade ogni giorno intorno a noi, tra noi», commenta Lello Felaco dell’associazione Psicologi per la responsabilità sociale, promotrice dell’evento. Quando l’emergenza virus sarà alle nostre spalle, sarà possibile riprogrammare anche l’unica parte dell’evento che richiede la presenza fisica dei partecipanti, cioè la promozione di un videogioco per il contrasto alla violenza assistita.
«Attraverso l’esperienza immersiva di un serious game, il giocatore
si mette nei panni di bambini e bambine che assistono a scene di violenza familiare», sottolineano Emanuele Esempio e Marcella Autiero che supportano l’Ateneo Federico II, capofila del progetto, nella comunicazione con i nuovi media.
Il gioco, che punta a contrastare i comportamenti violenti sulle donne e a proteggere e tutelare i bambini che vi assistono, fa parte del progetto Vidacs www.vidacs.eu ed è molto coinvolgente, perché si sperimentano gli istanti che anticipano e precedono la violenza.
Le forti emozioni che si provano giocando fanno riflettere su quanto sia importante fermarsi, un attimo prima di esplodere. Ma per questo, aspettiamo che si esaurisca l’emergenza contagio.