Corriere del Mezzogiorno (Campania)
In un giorno contagi raddoppiati De Luca richiama i medici pensionati
Secondo previsioni della Protezione civile regionale il picco dell’epidemia si registrerà a fine marzo Per quella data si cerca di potenziare l’assistenza
NAPOLI Il governatore Vincenzo De Luca punta sul reclutamento dei medici pensionati e degli specializzandi del quarto e quinto anno per rinfoltire la trincea dei reparti ospedalieri in previsione del picco di contagiati da coronavirus che potrebbe registrarsi — secondo la proiezione della task force regionale — tra fine marzo e gli inizi di aprile. In una nota inviata alle aziende sanitarie e ospedaliere la Regione chiede «ad horas una ricognizione delle graduatorie di concorso vigenti, dei medici specializzandi iscritti all’ultimo e al penultimo anno di corso anche se non collocati nelle graduatorie, dei medici e degli infermieri in quiescenza da non oltre tre anni». Le discipline interessate sono: anestesia, infettivologia, pneumologia, farmacia, medicina interna, medicina d’emergenza, radiologia e cardiologia.
Il picco a fine mese «Potremmo arrivare intorno ai 400 casi in quel periodo — spiegano dall’unità di crisi — anche se il presidente De Luca vorrebbe considerare un dato più stressato, fino a mille contagiati». Insomma, si inizia a studiare sul serio quelli che il governatore sin da subito ha definito i piani B e C, che prevedono l’allestimento degli spazi dedicati all’isolamento nelle caserme dismesse o negli alberghi requisiti.
I posti letto
La dotazione nei reparti di malattie infettive delle strutture pubbliche campane è attualmente di 192 posti letto, da aggiungere ai 199 dei reparti di pneumologia. Mentre — sempre secondo i dati raccolti dalla task force regionale — sono 335 i posti disponibili nelle terapie intensive, ma non tutti risultano idonei per accogliere i pazienti contagiati da coronavirus in isolamento o nelle camere con pressione negativa (nelle quali l’aria entra ma non esce). In verità, sempre secondo le stime dell’unità di crisi, con il picco di circa 400 infettati, le proporzioni calcolate indicherebbero «che il 60 per cento di essi sarebbe costretto alla quarantena a casa; il 30 per cento circa al ricovero in reparto e soltanto il 7% circa, alla fine, potrebbe esigere cure particolari in terapia intensiva».
Interventi per 30 milioni Una percentuale — spiegano — calcolata su modelli «che in proiezione portano la Campania ad avvicinarsi al dato tendenziale del Veneto». Insomma, sarebbe proprio l’andamento della diffusione virale nel Nord Est a fare da parametro di riferimento per la Campania. «Ragioniamo — sottolineano dalla Regione — su numeri più grandi di quelli che gli esperti ci indicano. Ma al momento ci interessa soprattutto aumentare i posti letto in terapia intensiva. È una priorità che rientra nel contenimento della epidemia e dei contraccolpi dell’emergenza. Con 30 milioni circa e un regime normativo centralizzato nelle mani del vertice della Protezione civile nazionale saremo in grado di procedere in tempi relativamente brevi agli interventi strutturali urgenti e all’acquisto delle apparecchiature necessarie, a partire dai ventilatori polmonari».
Il bollettino
Nuova giornata di record quella di ieri. In tutto sono stati 26 i tamponi risultati positivi e in totale i contagiati sono 89. La positività degli esiti è raddoppiata rispetto all’altro ieri. Preoccupano i contagi concentrati tra Torre del Greco e a Bellona, nel Casertano. Quelli di ieri sera provengono: 3 da Napoli, 4 da Caserta (San Prisco; Santa Maria Capua Vetere e Santa Maria a Vico;) 1 da Asl Napoli 3; 1 da Avellino; 3 da Benevento, 1 da Salerno.
” L’esperto Al momento ci interessa aumentare i posti in terapia intensiva saremo anche in grado di procedere a breve all’acquisto di apparecchiature per la ventilazione
No a conferenze stampa Dopo che il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti ha scoperto di essere stato contagiato, in tanti si sono chiesti se anche a palazzo Santa Lucia si sia proceduto a sottoporre i componenti della giunta all’esame del tampone. «Non è stato necessario sottoporre all’esame del tampone — affermano dagli uffici alla diretta dipendenza di De Luca — né il presidente, né i suoi assessori, così come i collaboratori e i componenti del gabinetto. Ma vengono, tuttavia, osservate tutte le prescrizioni per prevenire qualunque diffusione del virus: cancellazione delle conferenze stampa in programma, posti distanziati negli uffici e ciascun dipendente che ha il dovere di relazionare su eventuali contatti sospetti».