Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Teatro e scuola, una speranza nel segno di Gianni Rodari
Teatri e scuole, sembra strano parlarne oggi con la chiusura di entrambi. Eppure è appena andato in scena – poche ore prima dell’ordinanza ministeriale che fermava la loro attività -, uno spettacolo che li tiene insieme. «Gianni Rodari. Un’intuizione fantastica», presentato e prodotto dal Sancarluccio, è infatti un inno alla creatività, un omaggio allo scrittore per ragazzi nell’anno delle sue celebrazioni che, dopo le prime repliche nel caveau di via San Pasquale, dà appuntamento ad aprile per il recupero del giro in Campania (per ora sospeso), per poi proseguire a Roma, al Teatro del Torrino e poi a Zurigo e Monaco di Baviera tra settembre e ottobre. Un inno di speranza, quindi, visti i tempi che viviamo, costruito dalla scrittura e regia di Luca Pizzurro, affidato all’interpretazione di Franco Oppini (un sobrio Rodari), Gigliola De Feo (un’appassionata Adua), Maria Teresa Iannone (un’arcigna direttrice Fedele) e Matteo Lanzara (un sognatore Palmiro). Perché se è vero che la cifra didattica della pièce sia fortissima (una sorta di «biopic» teatrale) è altrettanto vero che la vicenda visionaria dell’autore di Omegna, finisca dentro un intrigante piano temporale parallelo fra Roma e Milano, destinato immancabilmente a incrociarsi nel finale, disegnando un efficace affresco epocale. Gli anni ’60 e ’70 sono raccontati con gli eventi e con la musica (da Sergio Endrigo a Luis Bacalov), in cui Rodari fu una delle anime di una pedagogia rivoluzionaria, unico vincitore italiano del prestigioso Premio Andersen nel 1970, che in tempi di ancora dominante logica Gentiliana, come evidenzia la pièce, seppe immaginare un nuovo protagonismo progressista dei più giovani, interpretato in tutti i suoi libri.