Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Il Nest vi porta il teatro in streaming»
L’attore e regista allestisce il suo spettacolo «Muhammad Ali» dal divano di casa E al teatro di San Giovanni nasce la stagione bis intitolata «Ritorno al futuro»
Gli spettacoli ai tempi del coronavirus? Dopo le ultime disposizioni che impongono la chiusura totale dei teatri non rimane altro che rimandarli a data da destinarsi. A meno che... Non si allestiscano nel salotto di casa propria. Mettendoli a disposizione del pubblico rigorosamente connesso in Rete.
La nuova frontiera dalla messa in scena è dunque lo streaming. L’idea è venuta a Francesco Di Leva, giovane attore, autore e regista che ieri sera ha recitato il suo ultimo cavallo di battaglia, «Muhammad Ali», da casa sua, «in mezzo alle mie cose, ai quadri, alle locandine, fra mobili, suppellettili e piante, alla presenza della mia famiglia».
Di Leva è l’anima, il fondatore e il presidente del Nest di San Giovanni a Teduccio, un teatro giovane e «di frontiera» che negli ultimi anni ha espresso una tale mole di lavoro di qualità, da arrivare trionfante alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo spettacolo diventato film («Il Sindaco del Rione Sanità») diretto da un maestro come Mario Martone. Festeggiatissimo protagonista nei panni del «sindaco», un don Antonio Barracano dei tempi nostri, appunto Di Leva, celebrato in tutti i premi e ora, da ieri, umilmente a disposizione del suo pubblico dal divano di casa, insieme con il collega Pino Carbone, che ne cura la regia.
Lo spettacolo del Nest (Napoli est teatro) aveva bisogno per partire di almeno 50 prenotazioni. Ne sono arrivate 400... Tante da convincere Di Leva a metter su una sorta di stagione bis intitolata «Ritorno al futuro», convincendo i suoi colleghi e amici più vicini. come Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino e Giuseppe Miale di Mauro, a metter su anche loro spettacoli da casa.
«Le prenotazioni sono ammontate a più dei 100 spettatori che la sala può ospitare - racconta raggiante De Leva -, quattro volte la nostra capienza e otto volte il numero che avevamo sperato di raggiungere. Per noi uno stimolo reale e concreto, per niente virtuale, a continuare su questa strada. Un successo che ci può far riflettere in positivo anche riguardo a degli oggetti che fino a ora ritenevamo negativi come il cellulare, che ha sempre distratto gli spettatori dagli spettacoli. Bene, da ieri sera i cellulari (ma anche tablet, computer o smart tv, ndr) sono diventati invece uno strumento per usufruire di spettacoli ai quali non si poteva assistere in altra maniera. Insomma, ciò che disturbava noi attori, in questo momento ci ritorna utile. E magari rinvigorirà l’amore perso per il teatro, che ritenevamo scontato, distratti da altri “amanti”».
E il pubblico dal vivo? «Certo, mancherà quel rapporto straordinario, quella magia che crea il teatro dal vivo col pubblico che dà energia, pulsazioni e che ora sarà filtrato da uno strumento». Esattamente come al cinema.
Ma come è andata tecnicamente. Le riprese? La trasmissione? «Una sfida (vinta, ndr). Siamo andati in diretta streaming dal salotto di casa mia sulle pagine ufficiali Facebook e Instagram della Compagnia Nest e sui nostri profili ufficiali. Rispettando tutte le regole delle ordinanze per la sicurezza. Io e Carbone abbiamo recitato mantenendo le distanze e le riprese con i dispositivi si sono tenute, anche quelle a distanza, fuori, nel giardino. Questo è stato l’esperimento pilota, che ci porterà a rendere seriali le messe in scena, in reazione-azione a ciò che sta accadendo e in attesa che tutto ritorni normale». Il tutto gratis. «Sì, in difesa di tutti i lavoratori del settore. Far pagare gli spettacoli in questo momento non era ciò che volevo. E non importa che siano cento o quattrocento. Mi sento come un medico del pronto soccorso. Con questa idea voglio dare una mano a tutto il comparto in crisi nell’attesa che lo Stato ci aiuti come accade per esempio in Francia. Per questo ho inventato una traccia, quella di un futuro fantascientifico...».
La trama: «Siamo nel 2060, ormai il Teatro si vede da casa, sugli smartphone, sui tablet e tramite ogni supporto tecnologico. Le prenotazioni si effettuano on-line senza acquistare nessun biglietto, grazie al sostegno dello Stato italiano che in questo 2060 (anno in cui ci troviamo) ha stanziato dei fondi per stipendiare tutti gli artisti italiani, in modo da produrre continuamente cultura nel nostro Paese. E gli artisti, in quanto dipendenti dello Stato, devono recitare, cantare, fare spettacolo, cosi come hanno sempre fatto...».