Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Spari alla Pastrengo, due fermati Uno è il cugino del 15enne Ugo

Emergenza sanitaria, non c’è stato funerale per il ragazzo. Corteo ai Quartieri Spagnoli

- Titti Beneduce

La notizia è arrivata nel giorno dell’ultimo saluto a Ugo Russo: due giovani sono stati fermati per gli spari davanti alla caserma Pastrengo nelle ore successive alla morte del ragazzo. Sono Vincenzo Sammarco, di 22 anni, e Giovanni Grasso, di 23, chiamato

Ivan, cugino della vittima. Nei loro confronti la Procura ipotizza il reato di porto di armi da sparo aggravato.

Il decreto di fermo era stato emesso lo scorso 5 marzo ma i due si sono presentati solo ieri ai carabinier­i che non erano riusciti a rintraccia­rli; nelle prossime ore è prevista la convalida da parte del gip. Fino ad allora il procurator­e Giovanni Melillo non fornirà altri particolar­i sulla vicenda. Vincenzo Sammarco è figlio di Giuseppe, fermato lo scorso giugno per una serie di rapine con la tecnica del buco inclusa quella alla gioielleri­a Trucchi di piazza dei Martiri.

Ieri mattina, intanto, la gente dei Quartieri spagnoli ha salutato per l’ultima volta Ugo, ucciso a 15 anni nella notte tra il 29 febbraio e il primo marzo dal carabinier­e che aveva tentato di rapinare in via generale Orsini, a Santa Lucia. In strada c’erano centicontr­ollare naia di palloncini bianchi, gli stendardi della Madonna dell’Arco, le magliette con la sua foto e gli striscioni realizzati dagli amici: «Ciao Ugo, per sempre ragazzo con rabbia e con amore»; «Verità e giustizia per Ugo Russo».

Non c’è stato funerale nella parrocchia dei Sette dolori, come era stato stabilito: a causa dell’emergenza sanitaria, infatti, l’arcivescov­o Crescenzio Sepe aveva disposto il divieto di tutte le manifestaz­ioni religiose pubbliche. C’è stata tuttavia una grande affluenza di persone, soprattutt­o di giovanissi­mi, a casa del ragazzo e poi in strada, fino a quando il feretro, portato a spalla, è stato sistemato nel carro funebre. Singhiozzi, cori («Ugo, uno di noi»), ma nessuna particolar­e tensione, anche perché lo schieramen­to di polizia era notevole: c’erano diversi blindati del reparto mobile, ma anche agenti della Digos e della squadra mobile, in abiti civili, discretame­nte collocati per la situazione.

Per due giorni la salma era rimasta in casa, vegliata da familiari e amici, nonostante i rischi igienici. Ieri mattina molto presto — intorno alle 7.30, con largo anticipo rispetto all’ora fissata per i funerali — è stato deciso di farla uscire. Decine di persone l’hanno seguita per un breve tratto fino al carro funebre, in un clima di grande commozione ma non di particolar­e tensione; poi spontaneam­ente il corteo si è sciolto. I poliziotti hanno lasciato passare solo i genitori di Ugo che, in scooter, hanno scortato il carro funebre fino al cimitero.

In attesa della convalida dei due fermi, proseguono le indagini sulla devastazio­ne del pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini. Le indagini sono coordinate dal pm Urbano Mozzillo, della Dda, e non da uno dei magistrati della sezione che si occupa di reati predatori: è evidente che la Procura ritiene quanto accaduto subito dopo la morte di Ugo opera della criminalit­à organizzat­a e non sempliceme­nte degli amici del quindicenn­e morto.

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 ??  ?? Commozione Non c’è stato corteo funebre fino a via Toledo, come invece avrebbero desiderato i familiari e gli amici del 15enne Ugo ucciso due settimane fa a Santa Lucia
Commozione Non c’è stato corteo funebre fino a via Toledo, come invece avrebbero desiderato i familiari e gli amici del 15enne Ugo ucciso due settimane fa a Santa Lucia

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