Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Arrivano le prime denunce, #restaacasa
Sanzioni anche per chi passeggia senza necessità. De Luca: necessarie e condivisibili le nuove misure adottate dal Governo
È un reato violare le regole su spostamenti e contatti. A Napoli come altrove. E da ieri sono cominciati controlli più serrati, che (peraltro) oggi saranno intensificati.
NAPOLI Prima che lo facesse il Governo, il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha ritenuto indispensabile disporre «con decorrenza immediata e fino al 3 aprile, il divieto di svolgimento sull’intero territorio della regione Campania, dei mercati rionali e settimanali e di fiere di qualsiasi genere». Oltre che vietare il cibo da asporto. «Chiudiamo attività - ha annunciato - che non garantiscono di osservare le prescrizioni, come la distanza tra clienti, ed il cibo da asporto, nonostante il Governo non sia d’accordo». E così è stato.
Del resto, il governatore non tollera défaillance sulla sfida per la primogenitura delle decisioni forti, mentre ha plaudito alla nomina di Domenico Arcuri, di Invitalia, a commissario delegato per l’emergenza coronavirus: «Necessarie e condivisibili le misure restrittive del Governo – ha poi commentato in serata dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte -. Necessario e decisivo il senso di responsabilità di ogni cittadino italiano. Due osservazioni. Decreti e ordinanze sono efficaci se c’è chi le fa rispettare rigorosamente al di là del senso di responsabilità di ogni singolo cittadino. È assolutamente necessario un impegno straordinario, chiaro ed esplicito, di tutte le forze dell’ordine e anche delle forze armate per garantire che concretamente le decisioni siano rispettate e per sanzionare concretamente i contravventori. La Campania ha una diversa posizione riguardo le consegne domiciliari, che possono essere strumenti di diffusione del contagio. Nessuna mezza misura. I casi dei singoli cittadini devono essere affrontati dai servizi sociali e dai piani sociali di zona. Bene la nomina di Arcuri. La centralizzazione e l’accelerazione nelle forniture mediche è indispensabile».
De Luca, intanto, ha annunciato che è quasi pronto anche il piano B in previsione proprio dell’ondata di rientri, censiti in 1733, ma la cifra sarebbe molto più elevata, registrata dalle ex zone rosse. «Stiamo lavorando, nel caso ci fosse un’esplosione del contagio. Lavoriamo per raddoppiare i posti letto in terapia intensiva. Oggi abbiamo 320 posti ma abbiamo intenzione di aggiungerne altri 590 — ha detto in mattinata a Radio Crc —. Ho chiesto alle Asl di ragionare su un contagio venti volte maggiore di oggi, dobbiamo pensare di lavorare come se fossimo in Lombardia. Quindi c’è bisogno di 1600 unità di nuovo personale tra medici, infermieri, collaboratori tecnici, e poi servono letti attrezzati e le macchine che servono per la terapia intensiva. Il Governo acquisterà 2 mila ventilatori a livello nazionale, noi intanto cerchiamo di acquistare tutto quello che possiamo in maniera diretta. Abbiamo preso una cinquantina di macchine di ventilazione e ossigeno, poi attendiamo le forniture nazionali. Vorrei avere 500590 posti letto nell’arco di una settimana, non immaginiamo di usarli tutti, ma preferisco essere prudente piuttosto che scontare situazioni drammatiche. Non chiudiamo i centri di riabilitazione — ha poi aggiunto — ma tutte le visite rinviabili si rimandino. I B&B possono restare aperti se hanno una sala per la colazione abbastanza grande per rispettare la distanza tra i clienti».
Roberta Santaniello, dirigente regionale dell’ufficio di Protezione civile, da oggi compirà sopralluoghi negli ospedali per verificare dal vivo ciò che si sta realizzando. «Per ora — ha affermato —abbiamo 60 posti in più al Cotugno, 15 di terapia intensiva, 15 sub intensiva e altri 30 di degenza in Pneumologia e Malattie infettive. Altri 4 di terapia intensiva al Moscati di Avellino. Ancora 4 a Pozzuoli di sub intensiva e 11 al Monaldi di terapia intensiva. Entro un mese o un mese e mezzo — ha assicurato — faremo di tutto per arrivare a nuovi 590 posti letto dedicati, di cui 400 di degenza e 190 di terapia intensiva e sub intensiva».