Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Con i farmaci anti-artrite migliorati 3 pazienti su 4»
Sei pazienti trattati con il farmaco anti- artrite, due ieri. Dei primi quattro, tre sono migliorati. A dirlo gli oncologi Ascierto (foto) e Montesarchio.
Sul mare nero del pessimismo naviga una piccola zattera di salvataggio che potrebbe trasformarsi presto in un transatlantico capace di far salire a bordo migliaia di persone, salvandole.
«Sono lieto di annunciare che il paziente affetto da Covid-19 e ricoverato a Napoli è in ripresa dopo la somministrazione di tocilizumab. Un farmaco per l’artrite reumatoide che di solito usiamo per trattare gli effetti collaterali del Cart-T poiché la polmonite severa, il distress respiratorio sono molto simili a quelli causati dal virus. Questo farmaco non è una cura per il Covid-19 ma può aiutare a debellare la polmonite che è il sintomo più grave con cui il paziente può andare in rianimazione». Con un messaggio su Facebook l’oncologo Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale, conferma quanto anticipato dal Corriere. La notizia è che il paziente sarà estubato. «In 24 ore - spiega - ha avuto miglioramenti importanti, domani faremo un controllo ulteriore per massima precauzione, e procederemo. Ieri intanto abbiamo iniziato il trattamento in altre due persone colpite da Covid-19, ed oggi altre due». In tutto sei.
«Abbiamo stabilito un vero e proprio ponte della ricerca con i colleghi cinesi, che avevano già osservato un miglioramento nei malati trattati in questo modo — spiega Gerardo Botti, direttore scientifico del Pascale — solo la collaborazione internazionale consentirà di mettere a punto armi efficaci contro il Covid-19».
Dopo il confronto con i ricercatori cinesi, è stata costituita una task force guidata, oltre che da Paolo Ascierto, da Franco Buonaguro (direttore Biologia Molecolare e Oncogenesi virale del Pascale) e da Vincenzo Montesarchio (direttore Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli).
E proprio Montesarchio conferma: «Abbiamo sottoposto al trattamento sei pazienti. Gli ultimi due oggi (ieri, ndr) e di questi non possiamo ancora avere i risultati. Dei primi quattro, tre hanno mostrato miglioramenti molto incoraggianti nelle 24 ore, uno è rimasto quasi stazionario ma ha altre patologie gravi. Comunque, tre su quattro è un buon risultato, fa sperare».
Cioè con questo trattamento si potrebbe evitare o abbreviare di molto la terapia intensiva per chi si aggrava di coronavirus.
Il professor Ascierto insiste: «Al Cotugno puntiamo a trattare più pazienti possibili. L’azienda produttrice, la Roche, ha messo a disposizione il medicinale gratis per l’uso off label. Serve subito un protocollo nazionale per estendere l’impiego di tocilizumab nei pazienti contagiati da coronavirus e che si trovano in condizioni molto critiche».
Il medicinale può essere impiegato nella polmonite da Covid-19 solo off label, cioè al di fuori delle indicazioni per cui è registrato. Seguendo l’esempio di Napoli altri malati hanno già ricevuto la terapia anche nei centri di Bergamo, Fano e Milano. «Ma è molto importante che il suo utilizzo venga esteso quanto prima, così potremo salvare più vite».
Ma perché il tocilizumab funziona per il coronavirus? Perché è un farmaco anti-interleuchina 6 e anti Tnf, in pratica citochine coinvolte nel processo infiammatorio cronico che avviene a livello del polmone nel caso della polmonite da coronavirus. Non è un antivirale, non agisce sul virus ma sugli effetti.
In serata la senatrice Laura Garavini, presidente Commissione Difesa e vicepresidente vicaria Gruppo Italia Viva-Psi ha appoggiato la richiesta di Ascierto, Botti e Montesarchio: «Faccio mio l’appello, si preveda un protocollo nazionale che estenda la sperimentazione e l’impiego di questo farmaco».